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Giornata Mondiale della Poesia 2023, a Palma Campania la serata “Poesia: sostantivo di genere femminile”

Palma Campania, 23 Marzo – Per la “Giornata Mondiale della Poesia 2023″, da Cerere e Bacco a Palma Campania, si è tenuta la serata “Poesia: sostantivo di genere femminile”, evento  che fu introdotto nel 2013 da Marilena Nappi, presidente   del Gruppo Archeologico  di  Palma Campania.  

Luigi Sorrentino, attuale Direttore, ha salutato i presenti, dichiarando che la scelta del tema di quest’anno è la sorellanza alle donne iraniane, il sostegno dell’Associazione alla loro lotta per la libertà, un valore inestimabile. A tale scopo la citazione della scrittrice Charlotte Brontë riportati sulla locandina di quest’anno.

“I am no bird; and no net ensnares me: I am a free human being with an independent will.” “Non sono un uccello; e non c’è rete che possa intrappolarmi: sono una creatura umana libera, con una libera volontà”.

Luigi Sorrentino con i soci porta avanti  l’evento  con armonia nel ricordo di Marilena (così chiamata da tutti affettuosamente) che non c’è più dal 2019. La serata si è svolta in una  festa di versi interpretati dai  poeti locali, dai membri delle  Associazioni  palmesi  e dagli  amanti della poesia.  In bella vista un bellissimo dipinto del professore Generoso Iervolino ha fatto da apripista ai versi.

Il titolo del quadro è ‘Rinascita’.  In esso vediamo il volto di una donna araba che indossa il velo ‘hijab’ a testimoniare la subordinazione della donna all’uomo. Lo sguardo della donna fa pensare che stia prendendo una decisione importante, una decisione che porterà ad un cambiamento di vita. La donna raggomitolata e nuda, in posizione fetale, rappresenta la rinascita, una rinascita consapevole, frutto di una decisione presa certamente non a cuor leggero. La terza donna che vediamo figurata nel quadro è una donna senza velo, libera da ogni costrizione, da ogni dipendenza. Si incammina verso il mare, le orme lasciate al suo cammino puntualizzano la consapevolezza che la sua scelta lascerà comunque un segno. L’altalena simboleggia l’ebbrezza e i rischi che comporta la sua scelta. Come per i bambini che chiedono di essere spinti sempre più in alto quando sono sull’altalena perché ciò gli provoca uno stato di ebbrezza e una scarica di adrenalina in quanto toccano il cielo, così anche la donna prova la sua ebbrezza nella consapevolezza dei pericoli a cui va incontro. Oltre il mare c’è un mondo nuovo e la  promessa di un futuro migliore come testimoniano le prime luci dell’alba che si vedono all’orizzonte.”

È stata ricordata Marilena Nappi dal Direttore del Gruppo Archeologico ing. Luigi Sorrentino, dall’assessore alla cultura e vicesindaco  Elvira Franzese e dalle persone presenti, con ricordi indelebili. Marilena Nappi,  intellettuale aperta a vari campi del sapere, ma  donna semplice, amava stare tra la gente e regalare bellezza e amore.

Ha lasciato un segno profondo in coloro che l’hanno amata e stimata per l’impegno sociale e civico. Nel 2017, Marilena Nappi  insieme a Michela Buonagura  e Anna  D’Ursi, avviarono con la pubblicazione del libro ‘Viaggiamo fuori rotta’ di  Michela Buonagura e a seguire ‘Giglio di mare ’ di M. Teresa Peluso la collana OMPHALOS di Michelangelo 1915 e l’anno scorso fu pubblicato postumo il libro Poesie  di Maria Maddalena Nappi facente parte della collana di cui fu promotrice.  Si aspettano altre pubblicazioni come intendeva la poeta Marilena che teneva tanto a cuore la diffusione della poesia.

La serata  della poesia al femminile è stata  dedicata alle donne  di dolori, donne di guerra, donne di amore, donne multietniche, scelte dalla poeta Michela Buonagura e distribuite tra i presenti per leggerle. Ha  aperto la serata  lo scrittore Luigi Romolo Carrino declamando versi  di Mariangela Gualtieri, il monologo del Non so. 

Le poesie scritte da scrittrici come quella di Emily Dickinson, letta da Giuseppe Sorrentino o versi propri dai presenti. È stato ricordato il poeta  Armando Liquori, di San Gennaro Vesuviano, da Adelina Mauro con una poesia tratta dal suo  libro “Bagliori notturni”.

Tanti hanno avuto il piacere di leggere poesie, come Luigi De Luca, autore del  libro Il tempo delle fave, pubblicato solo un anno fa da Michelangelo 1915 Editore, Gabriella Maiello di Gulliver e le sue allieve Sara e Mariarosaria, i soci delle Associazioni presenti, Fidapa, Naturae, Vesuvian book, Viva, del Gruppo lettura Giramondo.

Michela Buonagura ha esordito dandoci un cenno sulla poesia. “La scelta di dedicare questa giornata alle donne in lotta in Iran per i loro diritti e la loro libertà è poesia, perché la poesia è rivoluzione, dal momento che permette una visione diversa dell’esistenza, è celebrazione della vita contro tutti i tentativi di spegnerla”.

Ha poi continuato con la lettura dei versi della sua Poesia.

Tu sei furor di vento/che stringe e cinge il petto/di rosso melograno.
Sei pioggia di cristalli/che gela le mie carni.
Sei mormorio d’amore/che torce e mette a nudo/l’anima mia mortale.
[…]

E ribolle il mio sangue/che questa notte artica/non riuscirà a gelare.

 Tanti i versi scelti di poetesse arabe.

Per strada, sui tram, nell’Iran
battuto dai guardiani a caccia di ciocche
color velo ribelle,

le ragazze aspettano che cambino la moda e le teste
per rinnovare il trucco
e rincollare i cocci.

[…]

Masha, Hadis, Aisha, Hafsa e le altre
con passo leggero, vive e morte,
per corridoi di lettere e calligrammi,
giungono al Calamo, al Libro, al cuore della tribù.
Sono migliaia e migliaia, non si fermano più.

La stessa assessora Elvira Franzese ha letto una poesia, ritenendosi entusiasta della serata culturale con l’augurio di altrettante prossime. Ha concluso la professoressa Giovanna Ferrante con versi molto toccanti, “Aghi da cucito”, tratti dalla raccolta “Quaranta nomi” di Parwana Fayyaz, nata a Kabul ma trasferita in Pakistan a causa della guerra. 

Quando la guerra cominciò, mio padre portò mia madre a fare un viaggio,

un viaggio che nessuno dei due desiderava-lontano da casa e via dalla città.

Sulla strada verso l’esilio, mia madre aveva con sé i nostri piccoli piedi

e le nostre piccole mani, la sua scatola di aghi da cucito e la cucitrice Butterfly prodotta in Unione Sovietica.

[…] il Pakistan le diede il raso, in giallo e arancio,

preferì qualcosa

color cipolla.

L’India le diede il cotone, sia spesso che sottile, e lei ne scelse un tipo

di media consistenza .[…]

[…] fece abiti per le sue tre figlie,

… e i colori erano pistacchio, vermiglio e verde acqua.

Ogni punto del suo ago riportava in vita

 gli stili eleganti della giovinezza e l’orgoglio

 di una madre afgana, anche in esilio.

Una serata ricca di sentimenti, coinvolgente, che ha avvicinato tutti alla sofferenza delle donne in rivolta contro un dominio politico che soffoca la loro umanità. Solo la parola poetica, più di ogni altro mezzo espressivo, è capace di universalità, di convogliare valori sentiti da tutti, perché toccano il nostro animo, proprio i valori che Marilena  ci ha lasciato nei suoi versi. 

 

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