In ricordo di un amico e di sua madre
Napoli, 30 Settembre – Ero tranquillamente assiso alla mia postazione di lavoro, intento al disbrigo di varie pratiche importanti: mi giunge, all’improvviso, una notifica push sul mio cellulare, mediante cui son stato informato di un messaggio Whatsapp appena ricevuto. Ho deciso di procedere, senza esitazione, ad aprirlo: il suo contenuto mi ha lasciato di pietra, poiché attraverso esso mi si informava della Tua dolorosa ed inaspettata dipartita, amico mio carissimo.
Non ho celato il pianto e lo sconforto, né tantomeno mi risulta facile trovare le parole e le frasi corrette per descrivere una piaga interiore così profonda sia per me sia per tutti coloro coi quali abbiamo condiviso…praticamente tutto: da una semplice bibita a cene luculliane, dalla visione di partite a piacevolissime passeggiate per le principali arterie cittadine.
Quando ci incontravamo…era una gioia per entrambi: il Tuo sorriso, per me, voleva dire tanto, al pari di quegli sfottò reciproci in ordine alle “fedi” calcistiche contrapposte, sostenendo Tu il Napoli ed io l’Inter.
Ciò che ricordo con gran tenerezza era il modo in cui seguivi le sfide disputate dalla Tua squadra del cuore, di quel cuore che ha cessato di battere questa mattina: ogni azione costituiva, secondo Te, un’occasione da non sprecare, oltre ad un’opportunità per impedire all’avversario d’involarsi a rete; una sera…quell’avversario era proprio l’Inter, che agguantò il pareggio in una sfida di Coppa Italia giocatasi poco prima che io partissi per la Germania per ivi trascorrere un’esperienza indimenticabile di studio.
Quella sera ero accanto a Te: eravamo, sì, concentrati sulla partita, ma…si rideva e si scherzava, dato che il calcio rappresenta, per entrambi, un giuoco, e non un lurido business!
Come si può percettibilmente constatare, lo sport ben può essere un canale di amicizia e non di odio, né di violenza: la visione di un incontro è un’occasione per socializzare, magari bevendo una birra, gustando una pizza o delle patatine, condividendo storie, e via discorrendo.
Quel che Tu ci hai insegnato è proprio il senso della condivisione, che si sostanzia nel partecipare alle emozioni del Prossimo, nell’aiutarlo in caso di avversità, nel gioire allorquando l’altro raggiunge una mèta importante.
Quanto ho elencato sinora mi mancherà: nel mio cuore c’è ora un vuoto che riesco a colmare solo pensando a quel volto sorridente che mostravi ogni dì ed a quel senso del dovere che Ti contraddistingueva. Ringrazio il Signore per avermi donato un amico come Te: ora sei fra le Sue braccia, insieme con la Tua cara Mamma che Ti ha di poco preceduto.
Fa’ buon viaggio, caro amico!
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