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Europeismo 2.0, fallimento economico?

Napoli, 17 Dicembre – L’Euro non piace, non è mai piaciuto, se non a qualche illuso e mediocre visionario. Fa male la moneta unica? All’Italia sicuramente, ed è inutile trincerarsi dietro il velo ipocrita dei mercati esteri, ecc ecc.
“Sono trascorsi oltre vent’anni da quando l’Italia aderì all’euro e accettò le regole imposte da Bruxelles. Dopo vent’anni: la nostra spesa pubblica è aumentata, il carico fiscale è aumentato, il costo della vita è aumentato (la nostra insicurezza economica è aumentata); al contrario, il valore dei nostri soldi è diminuito, dei nostri salari è diminuito, dei nostri beni è diminuito. Che vantaggio ne abbiamo tratto ad avere una moneta unica europea e a sottostare alle direttive di un lontanissimo governo centralizzato? I propositi dei padri fondatori italiani di questa Unione erano sicuramente nobili. I risultati sono però deludenti. Io avrei sperato che il governo di Bruxelles ci inducesse a tenere sotto controllo la spesa pubblica spingendo l’Italia ad una progressiva diminuzione delle tasse. È accaduto il contrario e, dopo vent’anni, l’insicurezza economica è aumentata.
Sono rimasto sconvolto dalle parole del commissario europeo Gentiloni, il quale, nel pieno dello scandalo che ha investito l’Eurogruppo, col vorticoso giro di mazzette milionarie scoperto, ha avuto, come primo pensiero ieri, di dire all’Italia che deve mettere mano alla riforma del fisco. Cioè, questi vogliono altri soldi da noi, vogliono spremerci ulteriormente, perché tutti i soldi che arrivano – lecitamente e illecitamente – per tenere in piedi il gigantesco carrozzone pubblico, non gli bastano. Dovete scomparire! Siete i nemici dell’Italia, dell’Europa e dei cittadini. Le direttive dell’UE sono sconcertanti. Mi sembra di vivere in Unione Sovietica.
Se l’Italia deve essere uno Stato socialista, che si regge sulla spesa facile e sui sussidi, del vecchio Patto di Varsavia, meglio uscire dall’Unione. L’UE sta peggiorando l’Italia. L’Occidente spende miliardi di euro – e ci sono sul campo decine di migliaia di militari morti – per difendere la democrazia alle porte di Kiev, per impedire che l’autoritarismo penetri in Europa. Se viene accertato che l’autoritarismo è entrato in Europa, addirittura nel cuore della più importante istituzione democratica, attraverso parlamentari corrotti, costoro devono essere giudicati da una Corte militare per alto tradimento. Siamo o non siamo in guerra?”. Gerardo Verolino, giornalista.
Perché un conto è l’atlantismo, altro l’europeismo. Così, sempre Verolino ci spiega “Ogni tanto qualcuno mi dice: come è possibile che un tenace e convinto atlantista sia così antieuropeista? Ma che c’entra? Vedo solo vantaggi per l’Italia nel far parte del Patto Atlantico. Ne va della nostra sicurezza e della nostra prosperità. Guai il giorno che uscissimo dell’Alleanza Atlantica, saremmo finiti.” E agli italiani non entra nella testa che le regole vanno rispettate, certo, ma va rispettata anche la libertà. Questo va ribadito soprattutto in un momento in cui interi popoli guardano all’Occidente non solo come ad un modello di società che garantisca le loro aspirazioni alla libertà, ma anche ad un modello di sviluppo che garantisca le loro aspirazioni legittime al benessere.
Come possiamo definire questo fallimento economico se non Europeismo 2.O?
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