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Estate rovente, Studio Susini: “Con aria condizionata aumenta produttività negli uffici”

Boom di ritorni in ufficio per risparmiare sulla bolletta

Firenze, 13 Luglio – Contrariamente a quanto si pensi, con l’aria condizionata la produttività media negli uffici italiani è aumentata del 10/15% nei mesi di maggio e giugno. Lo evince una ricerca di Susini Group S.t.P., studio di Firenze leader nella consulenza del lavoro, a seguito di un’indagine promossa tra oltre 150 aziende. Negli uffici la produttività media è aumentata dal 10 al 15% nonostante il caldo record registrato negli ultimi periodi. “Le ragioni del fenomeno – ci racconta Sandro Susini, fondatore di Susini Group S.t.P. – sono da ricondursi anche al fatto che c’è stato un maggior numero di presenze di lavoratori in ufficio e una diminuzione dell’utilizzo dello Smart Working del 20%. La condizione in qualche modo di privilegio di cui si gode nel posto di lavoro ha stimolato la produttività facendola aumentare, in alcuni casi, fino a punte del 15% e i lavoratori sono rimasti in azienda oltre l’orario di lavoro contrattuale nel 17% dei casi”.

Secondo quanto riporta Susini Group, i lavoratori avrebbero asserito di aver richiesto ai propri datori di lavoro di rientrare in ufficio a causa, nel 34% dei casi, dell’elevato costo dell’energia elettrica (l’accensione dell’aria condizionata in casa per l’intera giornata avrebbe inciso notevolmente sulla fattura periodica energetica) e, al 29%, per l’abbrutimento del lavorare in solitudine senza potersi confrontare e coordinare con i colleghi.

Le giornate in presenza, a differenza di quelle trascorse a casa, diventano occasioni di aggregazione e condivisione dei valori e della cultura dell’organizzazione con possibilità di formazione e momenti informali. Ma soprattutto, col caldo torrido di questi giorni, un buon 36% approfitta del ritorno in presenza per lavorare al fresco, cosa che permette di svolgere le normali attività in condizioni ambientali adeguate.

D’altronde, ci è sempre stato insegnato che per incrementare la produttività del personale occorre organizzare bene un team di lavoro, metterlo in condizione di svolgere adeguatamente le proprie mansioni, migliorare la collaborazione fra colleghi, misurare il progresso delle performance, sviluppare il senso di appartenenza, tutte caratteristiche che poco bene si sposano con l’individualismo dello Smart Working, che rimane comunque un validissimo modello di lavoro che, anzi, dovrebbe essere ulteriormente disciplinato per semplificarne l’applicazione, ma che non potrà mai diventare predominante rispetto alla presenza.

Chi ha rinunciato allo smart working per ‘fare ritorno’ in ufficio? In testa i dipendenti della Pubblica Amministrazione (35%) ai quali seguono gli impiegati privati (26%); nelle PMI ha riguardato il 31% dei lavoratori mentre nelle grandi multinazionali il 23%. Per quanto riguarda le fasce d’età, svettano i giovani tra i 25 e i 35 anni (66%), seguono i 35-45 anni (51%), poi i 50-60 anni (42%). Tra i sessi, gli uomini sono al 61% e le donne al 39%.

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