Est – Ovest, quella divisione tanto cara all’Occidente

Napoli, 15 Febbraio – Con l’invasione russa l’Europa si è unita rimarcando l’unità dell’Occidente. In un mondo globalizzato, dopo la caduta del muro, sentir parlare di Occidente in maniera così netta suona un po’ strano. Silvio Berlusconi ha detto che se fosse stato Premier non avrebbe mai parlato con il presidente ucraino Zelensky.

Mancanza di diplomazia? Affatto! “Ciò che ha detto Berlusconi sull’Ucraina e il suo presidente accattone é la sintesi di ciò che pensa la maggioranza degli italiani.” Vittorio Feltri. E ancora più dell’Europa e dell’Italia, vediamo gli Stati Uniti tra problemi con Russia e Cina. Nell’epoca della globalizzazione di un progetto europeo che è sale per la sfera politica, l’Occidente apre il respiro alle grandi dimensioni della società, quelle economiche e quelle culturali, proponendo mete e valori alti che qualifichino le persone (politici in particolare) che, rinnovate nelle forme relazionali delle tecnologie avanzate, sappiano pure affinare pensiero e razionalità.

Nella dimensione dell’interdipendenza, nel carattere dei dialoghi internazionali, nel superamento di una cultura del frammento si delinea l’orizzonte della questione occidentale. La guerra tra Russia e Ucraina ha messo in evidenza una realtà fatta di presunzione. Si presume di risolvere questioni complesse che toccano la vita di persone in una visione soggettivistica e relativistica. Una presunzione narcisistica di un protagonismo che punta al calcolo, all’interesse, che sta incidendo in maniera disastrosa nella politica e nei Paesi.

L’Europa si è dimenticata della radicale pluralità, la quale richiede alla politica di non esporsi al rischio delle scelte parziali… La crisi mondiale ha toccato i vertici dell’Occidente. Non bastano più i soliti discorsi, i soliti slogan. Cosa sta avvenendo in Europa? Come mai anche all’interno della diplomazia ci sono grosse difficoltà? Prima che ci torni tutto indietro come un boomerang, togliamoci le illusioni dalla testa e cominciamo ad essere realisti.

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