Politica

Elezioni Quirinale: la procedura per eleggere il Presidente della Repubblica

Napoli, 4 Gennaio – La procedura per eleggere il presidente della Repubblica è stabilita dalla Costituzione italiana (articoli 83, 84 e 85). Come da norme, trenta giorni prima della scadenza del mandato, il presidente della Camera dei deputati, in questo caso, Roberto Fico, convoca il Parlamento e i delegati regionali per eleggere il nuovo capo dello Stato (art. 85) e dato che il mandato del presidente Sergio Mattarella scade il 3 febbraio, la prima votazione per eleggere il nuovo presidente della Repubblica sarà il prossimo 24 gennaio, alle 15.

Saranno 1.008 o 1.009 i Grandi Elettori riuniti in seduta comune: 321 senatori, 630 deputati e 58 delegati regionali, tre per ogni Regione, ad eccezione della Valle d’Aosta che ne ha uno, designati in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze.

L’elezione per il successore di Sergio Mattarella sarà l’ultima che conterà su questo numero di Grandi elettori, perché a seguito della recente legge di revisione costituzionale (pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 261 del 21 ottobre 2020) ci saranno 230 deputati e 115 senatori in meno.

 

I requisisti per essere eletto

L’articolo 84 della Costituzione specifica che può essere eletto ogni cittadino italiano che abbia compiuto 50 anni e goda dei diritti politici e civili. Questo vuol dire che non potrebbero, ad esempio, partecipare all’elezioni figure politiche come Matteo Renzi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni o Maria Elena Boschi che hanno meno di 50 anni.

 

I quorum

La Costituzione prevede che nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l’elezione sia quella dei due terzi dei componenti dell’Assemblea. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti basterà la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea. Non c’è un numero prestabilito delle votazioni: la seduta comune è considerata un’unica seduta anche se si sviluppa in più giorni.

 

I numeri

Attualmente sono 1.007 i Grandi elettori, perché i senatori sono 320, in attesa che l’Aula del Senato convalidi il subentro del senatore del Pd Fabio Porta a quello del Maie Adriano Cario, dichiarato decaduto, e i deputati sono 629, perché è rimasto vacante il seggio lasciato libero dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che verrà rimpiazzato il 16 gennaio, giorno nel quale sono state convocate le elezioni suppletive.

In attesa che si configuri il numero definitivo, i seggi sono divisi in questo modo:

Il centrodestra può contare su 450 esponenti: 196 sono della Lega, 127 di Forza Italia, 58 di Fratelli d’Italia, 31 di Coraggio Italia-Cambiamo-Idea, 5 di Noi con l’Italia, più 33 delegati regionali.

Il centrosinistra (includendo il M5S e Italia Viva) può contare su 463 voti: 133 sono del Pd, 233 del M5s, 43 del partito di Renzi, 18 di Leu, 5 di Azione-+Europa, 6 del Centro democratico di Bruno Tabacci e a questo blocco si aggiungono 25 delegati regionali, più Gianclaudio Bressa, iscritto al gruppo per le Autonomie ma eletto con il Pd. Poi ci sono 6 senatori a vita: Giorgio Napolitano, Mario Monti, Liliana Segre, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia. In questa legislatura, è cresciuto il gruppo Misto di Camera e Senato e al suo interno ci sono numerose componenti.

 

La procedura di votazione

Per consuetudine, votano prima tutti i senatori, poi i deputati e poi i delegati regionali. La “chiama” dei Grandi elettori viene ripetuta due volte. Ogni elettore entra in una delle cabine poste sotto il banco della presidenza chiamate “catafalchi” e utilizzate per la prima volta nel 1992, al fine di garantire segretezza del voto. Si scrive il nome del candidato su una scheda, consegnata dal commesso già timbrata e firmata dal segretario generale di Montecitorio. Poi l’elettore inserisce la scheda nell’urna di vimini e raso verde comunemente detta “l’insalatiera”, davanti a un segretario di presidenza.

 

Lo spoglio

Il presidente della Camera esegue poi lo spoglio leggendo in Aula i nomi dei candidati uno ad uno ad alta voce e il conto delle schede viene tenuto degli scrutatori eletti tra i funzionari della Camera e dai componenti dell’ufficio di presidenza di Montecitorio.

 

Insediamento

Una volta che il Parlamento e i delegati regionali hanno eletto il Presidente della Repubblica, viene redatto il verbale dell’elezione che il Presidente della Camera, accompagnato dalla presidente del Senato, comunica al neo eletto. Successivamente il nuovo presidente giurerà davanti al Parlamento in seduta comune, ma la Costituzione non indica tempi certi tra l’elezione e il giuramento che è l’atto ufficiale con il quale il capo dello Stato italiano assume formalmente la carica e i relativi poteri. Nell’elezione di Giovanni Gronchi trascorsero 12 giorni, mentre per Sandro Pertini o per Giuseppe Saragat solo uno. Mattarella fu eletto il 31 gennaio 2015 e giurò il 3 febbraio

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