Cultura

“Elena Ferrante, chi è costei?”, il nuovo libro di Lino Zaccaria

Napoli, 6 Giugno – Proprio nei giorni in cui la Rai replica le prime tre “stagioni” televisive di “L’amica geniale”, in vista della quarta, ed ultima, programmata per febbraio 2024, esce in libreria “Elena Ferrante, chi è costei?” (Graus Edizioni, 309 pagine), una corposa inchiesta di un giornalista di lungo corso, Lino Zaccaria.

Chi è costei? E’ un interrogativo, dal richiamo manzoniano, che è il filo conduttore di questo lavoro e al quale Zaccaria dà una riposta che non è altro che un ulteriore rafforzamento delle ipotesi fin qui circolate sull’identità di chi si nasconde dietro lo pseudonimo Elena Ferrante.

Scrive Titti Marrone nella prefazione: “Se è vero quanto diceva il maestro Enzo Biagi, che tra le principali qualità di un buon giornalista c’è la curiosità, allora chi si addentra nella lettura delle pagine di questo libro deve sapere una cosa: a vergarle è stato un giornalista dotato in massima parte di questo come di molti altri talenti indispensabili per svolgere al meglio quella professione. E oltre a ciò, fornito di una capacità espressiva che al piglio da reporter investigativo abbina fluidità di scrittura e abilità nel costruire una narrazione avvincente ed empatica. Dove l’autore tenta di dare risposta alle domande che tutti si fanno”.

E infatti Zaccaria conclude: tutti gli indizi portano a Domenico Starnone, lo scrittore di origini napoletane, che avrebbe utilizzato per la prima volta lo pseudonimo nel lontano 1991 in occasione dell’uscita di L’amore molesto e che sarebbe poi rimasto “prigioniero” di Elena Ferrante per il clamoroso e sorprendente successo, agevolato anche dal film di Mario Martone, arriso a quella che era l’opera prima della misteriosa scrittrice.

Sulla base di quali nuovi indizi anche lui perviene a questa conclusione? Semplice: conosce perfettamente tempi, persone e luoghi di ambientazione di Via Gemito, il bel romanzo di Starnone e di L’amore molesto e della quadrilogia ferrantiana. Ha trascorso gli anni giovanili in quei luoghi e negli stessi tempi in cui sono ambientati i romanzi di entrambi (ha frequentato lo stesso liceo di Starnone e di Lenuccia). Basandosi su questi presupposti, è andato a scavare minuziosamente tra le pieghe dei romanzi dei due scrittori ed ha evidenziato circostanze, episodi, particolari, citazioni, parallelismi, esperienze, consonanze lessicali che lo hanno indotto a ritenere che sarebbe davvero straordinario e contrario alle leggi della statistica, supporre che Domenico Starnone non abbia messo mano, quanto meno, a L’amore molesto o alla saga di L’amica geniale.

Nelle pagine del suo libro offre al lettore svariate argomentazioni e numerosi nuovi indizi. Il che non lo porta, però, ad escludere che Starnone possa essersi giovato di una “consulenza” femminile, sia anche della moglie Anita Raja (traduttrice per la casa editrice che pubblica i libri della Ferrante), già abbondantemente tirata in ballo, in passato. E nel libro vengono evidenziati anche tutti i passaggi che rafforzano l’ipotesi di questo tipo di intervento sinergico.

Non solo, ma ispirato ad un forte senso di “onesta intellettuale”, come la definisce espressamente, Zaccaria è andato anche, sempre comparando i testi e i contenuti, a spulciare tutti quei passaggi che, contrariamente, porterebbero invece ad escludere la paternità di Starnone per le opere firmate Ferrante.

Sono questi i temi centrali del saggio, che si arricchisce di un’inchiesta nell’inchiesta (tale può essere considerato il contenuto del libro) sui “luoghi geniali”, e in particolare sul Rione Luzzatti, scenario sul quale si impernia il racconto della Ferrante attorno alle vicende di Lila e Lenuccia. E ancora un capitolo è dedicato all’esame del valore letterario delle opere di Elena Ferrante e un altro alla cronistoria di tutti gli scrittori e di tutti gli artisti in genere che hanno fatto ricorso all’anonimato o a pseudonimi e si chiude con tutta una serie di argomentazioni che servono a chiarire come le indagini sull’identità di Elena Ferrante siano in fondo legittime, sia dal punto di vista squisitamente tecnico-giuridico che dal punto di vista etico.

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