Politica

Crisi Governo, Conte si dimette: la crisi nelle mani di Mattarella

Roma, 26 Gennaio – Una maggioranza stabile e un governo coeso. Saranno questi i parametri con i quali Sergio Mattarella valuterà i passi che dovranno seguire alle dimissioni di Giuseppe Conte.  Il premier ha annunciato le decisione al Consiglio dei ministri, convocato questa mattina alle 9, è salito alle 12 al Quirinale per rassegnare formalmente le dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica e ha lasciato il Colle dopo circa una mezzora di colloquio.

Poi gli incontri con il presidente del Senato, Casellati e dal presidente della Camera, Fico. Non è prevista alcuna conferenza stampa, mentre è atteso un videomessaggio rivolto agli italiani, in cui Conte spiegherà la sua decisione. Dopo oltre 500 giorni, il Conte II è arrivato così al capolinea. “Ringrazio l’intera squadra di governo,  ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme” ha detto in Cdm. Sostegno e compattezza”. hanno espresso i capi  delegazione delle forze di maggioranza, Alfonso Bonafede (M5S), Dario  Franceschini (Pd) e Roberto Speranza (Leu).

La scelta di Conte arriva dopo il fallimento del tentativo di ‘allargamento della maggioranza’, con l’Udc e Forza Italia che si sono chiamate fuori da ogni ipotesi di sostegno al Conte II, oltre alla quasi certezza di un voto negativo al Senato sulla relazione del Guardasigilli Alfonso Bonafede inizialmente prevista per giovedì prossimo e ora rinviata. 

Si apre così una delicata crisi di governo. Da questo momento in poi in campo diversi scenari che dovrà valutare il Capo dello Stato. Le consultazioni con tutte le forze politiche cominceranno domani pomeriggio, dopo la cerimonia per il Giorno della Memoria prevista in mattinata. “Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Avv. Giuseppe Conte, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica si è riservato di decidere e ha invitato il Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti. Le consultazioni avranno inizio nel pomeriggio di domani, mercoledì 27 gennaio”. Così ha annunciato il segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti. Nel rispetto delle disposizioni vigenti sull’emergenza epidemiologica, le consultazioni si seguiranno in diretta streaming sul canale Youtube della Presidenza della Repubblica e sul sito www.quirinale.it. 

Le ipotesi: dal reincarico al premier uscente per un “ter”, come sembrano auspicare Pd,M5s e Leu, con un allargamento della maggioranza che c’è stata finora, fino alla soluzione estrema dello scioglimento delle Camere. Ipotesi negata da tutti, ma inevitabile nel caso in cui ogni qualsivoglia intesa parlamentare dovesse naufragare.   

Di certo Mattarella vuole che si diradino rapidamente le incertezze, ma il sondaggio dei gruppi di Camera e Senato è considerato imprescindibile anche per rispetto del Parlamento. Il nodo da sciogliere è quello di possibile gruppo di “responsabili” al Senato che dovrebbe consentire l’ampliamento dei numeri a sostegno di un eventuale Conte-ter. E restano da chiarire le posizioni di Iv e dei centristi, con quelle che saranno le mosse determinanti di Matteo Renzi.

Il Movimento Cinque Stelle, definisce il passaggio a un Conte ter “inevitabile” e “l’unico sbocco di questa crisi scellerata”. “Un passaggio necessario – prosegue una nota dei capigruppo pentastellati – all’allargamento della maggioranza”.

Si  terrà questa sera, alle 21.30, l’assemblea dei gruppi M5s di Camera e  Senato con il capo politico Vito Crimi. Anche il Pd apre a un nuovo governo guidato ancora dall’ “avvocato degli italiani”. Il segretario Zingaretti su Twitter ha scritto: “Con Conte per un nuovo Governo chiaramente europeista e sostenuto da una base parlamentare ampia, che garantisca credibilità e stabilità per affrontare le grandi sfide che l’Italia ha davanti”.

Mentre la vicepresidente Deborah Serracchiani, al Tg1, precisa: “Nessuno può mettere veti a nessuno e in politica mai dire mai. La crisi è una battuta di arresto che ci preoccupa immensamente, e prendiamo atto che lo steso Renzi ha detto che non ci debbano essere veti su Conte. Cerchiamo di fare ragionamenti solidi in tempi brevi”. E per domani è convocata alle ore 14 la direzione  nazionale del Pd che si svolgerà da remoto con all’ordine del giorno la situazione  politica, la crisi di governo e la relazione del segretario.

Ore febbrili quindi, soprattutto all’interno della coalizione che fu maggioranza, ma acque agitate anche nel centrodestra. La coalizione appare divisa tra chi, come Fdi, non vede alternativa al voto e chi, come Fi, non esclude un governo di unità nazionale. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha riunito il Consiglio federale della Lega. per discutere delle prossime mosse del centrodestra e su come si andrà al Quirinale. 

La posizione di FI diverge con quella della Lega e di Fdi che ormai puntano solo al voto, non prevedono né un ‘Conte ter’ né alternative. Quindi no sia ad un eventuale governo del Pd (“Non saremo mai insieme ai dem”, spiega la stessa fonte), né un governo di unità nazionale. Ipotesi, quest’ultima, non esclusa dai forzisti. Nel partito di via Bellerio c’è la convinzione che Berlusconi non direbbe mai si’ ad un ‘Conte ter’, “ma se ci fosse un altro governo, anche a guida Pd, sarebbero diversi ad aderire”.

Da qui la fibrillazione all’interno dell’alleanza Silvio Berlusconi ieri ha smentito“ogni trattativa per un eventuale sostegno al governo in carica”. Come dire, addio ‘responsabili’. E propone una via d’uscita: “La strada maestra è una sola: rimettere alla saggezza politica e all’autorevolezza istituzionale del Capo dello Stato di indicare la soluzione della crisi, attraverso un nuovo governo che rappresenti l’unità sostanziale del paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani”.

Nel pomeriggio il vertice del centrodestra ha visto la partecipazione di Matteo Salvini, Giorgia Meloni, il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani, rappresentanti dell’Udc e di tutti i partiti della coalizione. Silvio Berlusconi ha partecipato in collegamento via Zoom. “Il  centrodestra ha ribadito la necessità che l’Italia abbia in tempi  rapidi un governo con una base parlamentare solida, una forte  legittimazione e non, invece, un esecutivo con una maggioranza  raccogliticcia. La coalizione è pronta a sostenere in Parlamento tutti i provvedimenti a favore degli italiani, a partire dai ristori e dalla proroga del blocco delle cartelle esattoriali”. E’ quanto si legge in  una nota congiunta del centrodestra.

Poi la precisazione: “Andremo con una delegazione unitaria del centrodestra al Quirinale per ribadire il nostro ‘no’ al Conte Ter”. E’ quanto ha affermato il senatore di Cambiamo! Paolo Romani al termine del vertice. 

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