Cultura

Concorso “Lettere al tempo della Pandemia”, menzione speciale per Monia Gabaldo:”Non ho mai vinto premi e sono felice. Mai arrendersi davanti all’isolamento dell’autismo”

Napoli, 10 Agosto – Per evidenti ragioni dovute alla situazione covid -19, che hanno impedito manifestazioni in presenza, l’Associazione culturale Naturae, nella persona della presidente Rosa Ferrante e Lella Di Marino, presidente del Concorso,” Lettera al tempo della Pandemia” nella cerimonia di premiazione del 31 luglio 2020, in diretta Instagram  hanno svelato i nomi dei premiati per la  categoria giovani e la categoria adulti. Inoltre durante la serata  sono state conferite le menzioni di merito.

Ben 13 menzioni speciali, che sono state assegnate a Selena Barone, Teresa Lazzano, Nunzia Karol Fezza, Alessandra Spreafico, Anna Formuso, Valeria Marigliano, Giancarlo Guani, Monia Gabaldo, Michele Carginale, Valentina Vitale, Mario Fortunato, Raffaella Caliendo, Roberta Savolini.

Le presidenti hanno poi rivelato i Vincitori della Categoria Adulti

1° Classificato Amodio Laura

2° Classificato Brera Antonella

3° Classificato Senatore Patrizia

Sono stati resi noti i Vincitori della Categoria Giovani:

1° Classificato Marotta Andrea Pio

2° Classificato Manzi Damiano

3° Classificato Peluso Marianna

L’Associazione Naturae, con questo concorso ha voluto spronare a riprendere l’abitudine a scrivere lettere anche a mano e promuove la fusione delle arti. Infatti, le prime lettere classificate diventeranno testi musicali ad opera del musicista e produttore Lorenzo Maffia; le seconde stimoleranno la creazione di dipinti al Maestro Gino Rodella; le terze ispireranno versi alla scrittrice Michela Buonagura.  

Lettere belle, interessanti, di denuncia, di espressioni forti, di aiuto, di sconforto.

“È stato singolare ascoltare le emozioni, le paure, i pensieri più profondi sperimentati in uno dei periodi più oscuri del nostro tempo, attraverso l’intensità delle loro lettere”,- ci ha confermato Rosa Ferrante. 

Coloro che hanno steso lettere non rispondenti alle battute del regolamento del concorso, sicuramente erano consapevoli di scrivere solo per il bisogno di esternare i sentimenti che  nutrivano dentro e sentivano come  macigni, e hanno scritto all’amico, al papà, al nonno, all’Italia, al vento, all’amato, alla speranza, ai genitori, allo Stato, al figlio, al sogno, alla sanità. Sono lettere che appartengono ad ogni fascia d’età: adulti, giovani, giovanissimi. Esse hanno permesso agli scriventi di poter dare sfogo all’anima in un periodo così difficile in cui si vivevano solo dolori, affanni e perdite.

Straziante la lettera di Monia Gabaldo che lei stessa, medico, in diretta ha affermato di aver scritto senza tener conto delle battute. Era sconfortata da tutto ciò che la circondava, eppure sentiva di non dover mollare, ha dato sfogo al suo dolore, alla sua voce, quasi a voler fare appello allo Stato, alla società, al mondo che la circonda, e così ha indirizzato la sua lettera al concorso senza nulla aspettarsi. Gabaldo si è sentita onorata di aver ricevuto la menzione di merito. Come una bambina, in diretta ha detto: “Non ho mai vinto un premio e sono felice soprattutto perché è stata letta ed è stato compreso il mio pensiero, che è quello di non arrendersi anche di fronte all’isolamento che comporta l’autismo, che io vivo in prima persona, in quanto mamma di tre figli autistici.” Lei, con il marito Gabriele conducono una dura battaglia e rappresentano  tutte le famiglie con  i loro stessi problemi.  Gabaldo afferma con forza che non si fermerà fin quando non vedrà un cambiamento, un supporto per genitori e figli che affrontano ogni giorno l’autismo.

 

Ecco la sua lettera che insieme a tutte le altre farà parte di una raccolta a cura dell’Associazione Naturae.

“Carissima, ti scrivo questa lettera perché ho visto in questi mesi in te tanta sofferenza, sacrifici, cambiamenti e molte perdite. Hai versato lacrime, hai urlato il tuo dolore, hai manifestato il tuo dissenso, la tua confusione e lo smarrimento in questi mesi in cui tutto è cambiato per via di un virus. Questo virus ha mostrato criticità latenti da molto, la carenza di personale sanitario, una scuola con troppi pochi insegnanti e classi sovraffollate, mezzi pubblici insufficienti e soprattutto, la mancata programmazione di linee guida durante stati di crisi. Ti ho visto perdere persone amate, ti ho visto additata come untrice e per la prima volta allontanata da tutti, tu che vivevi proprio dell’amore di tutti con la tua gioiosità e la tua affabilità, tu così solare, esempio per molti. Ti sei svuotata di quella musica che riempiva il tuo cuore, hai allontanato te stessa e chi amavi per proteggere, per non fare ammalare. Ma oggi è tempo di ricominciare, di rialzarsi e programmare un futuro nuovo. Si può? Certo che si può! Tutto si può, perché quelle finestre chiuse le puoi riaprire, quelle porte le potrai spalancare e far entrare chi ami e tu stessa potrai uscire e rivelarti per ciò che sei, vivendo di nuova forza e di speranza.

Potrai fare quello che a me ed ai miei bambini è precluso, essere amata per ciò che sei. E già, perché quando tu vivi una condizione congenita come quella dei miei figli, l’essere diverso è un’etichetta di inferiorità che in molti associano al diverso. Se è vero che è difficile fare le cose in modo differente, è però possibile. Ciò che fa male non è la difficoltà, o la diversità, è il giudizio che gli altri hanno di te in quanto spesso è associato a “non abbastanza”. Perché quando tu fai parte di quella “H” così temuta, tu dal primo giorno sai cosa vuol dire avere le porte chiuse, le finestre sbarrate, e quando la tua condizione si chiama autismo ti ritrovi ad essere sereno nel guardare una ruota girare all’infinto o sentire lo scorrere dell’acqua, diventa un mondo isolato lontano dalla sofferenza, dagli sguardi, dalle risa…e le lacrime scorrono ma scorrono sul cuore e non sul viso. Ma carissima, ti insegnerò io come combattere, nessuno lo sa più di una madre o un padre, nessuno lo sa più di genitori che combattono per i proprio figli con una condizione incurabile, nessuno conosce meglio l’isolamento nel cuore, nell’anima e nella società più di noi e allo stesso tempo nessuno conosce meglio il modo di superarlo, scavalcando le barriere che non si possono abbattere, trovando soluzioni impensabili o strategie fantasiose, grazie ai così detti “sogni ambiziosi”.

Ma dimmi cara, se non sono io a credere che tutto è possibile, io madre, io madre di tre bambini autistici che non mi hanno chiamato mamma per anni, che avevano paura di un abbraccio o di una luce o di un “tanti auguri a te” chi può? Ma lo faccio, ogni istante, pur sapendo che la loro condizione mai cambierà, eppure oggi mi chiamano mamma, oggi vengono ad abbracciarmi, oggi cantiamo tanti auguri a te …oggi quelle porte le abbiamo aperte e stiamo insegnando a chi è là fuori chi siamo e a credere che noi possiamo e possiamo tutto come chiunque altro, ma ho bisogno di te ora più che mai per aiutare anche noi.

Aiutiamoci a vicenda, io ti posso insegnare a combattere e a credere e rendere l’impossibile possibile, tu accettaci, sorridi con noi, tu impara ad ascoltare e non sentire, impara a osservare e non vedere, impara a comunicare e non parlare. Sostienici, gioca con noi, abbracciaci come faresti con tutti e noi ti insegneremo a credere che tutto sia possibile…anche vincere un Virus che ha messo in ginocchio il mondo intero. Non chiuderci in gabbie di plexiglass, non nascondere i sorrisi dei nostri bambini in mascherine. Troviamo altri modi, rendiamo possibile l’impossibile. Insieme possiamo!

Carissima, tu sei parte di me e dei miei figli, ma anche noi siamo parte di te, non dimenticarlo mai. Carissima Italia , combattere sempre e non arrendersi mai!

 

Monia Gabaldo Derek Colin e Liam 06/06/2020”

Per gli aggiornamenti sul Concorso Lettera al tempo della Pandemia si rimanda alla pagina Facebook dell’Associazione Naturae.

 

 

 

 

 

 

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