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Caserta, due imperdibili spettacoli in scena al Teatro Civico 14: Not Here Not Now e Le Elefantesse

Not Here Not Now: Cosentino porta in scena un dramoletto polifonico con protagonista Marina Abramovic. Le Elefantesse: tre donne per un uomo solo 

Caserta, 26 Novembre – La stagione teatrale 2021/2022 di Teatro Civico 14, a Caserta, prosegue con due spettacoli programmati per l’ultimo fine settimana di novembre. Il primo dei due appuntamenti è Not Here Not Now, in scena il 27 novembre, di e con Andrea Cosentino per la regia di Andre Virgilio Franceschi e il video di Tommaso Abatescianni. Il 28 novembre Teatro Civico 14 ospita Le Elefantesse, con Elisa Carucci, Alessandra Della Guardia, Pamela Sabatini, ideato e diretto da Dario Aggioli. Entrambi gli spettacoli sono promossi da Consorzio Altre Produzioni Indipendenti Associazione Culturale Teatro Forsennato.

Not Here Not Now è un incontro/scontro da teatranti con la body art, la testimonianza estrema è il lazzo del clown che gioca con il martirio del proprio corpo. Marina Abramovic dice che il teatro, il cinema, l’arte sono limitate, essere spettatori non è un’esperienza. “Theatre is very simple: in theatre a knife is fake and the blood is ketchup. In performance art a knife is a knife and ketchup is blood.” Il resoconto di un’esperienza attiva con Marina Abramovic, sotto forma di dramoletto polifonico. Un assolo da stand up comedian per spettatori fatalmente passivi e programmaticamente maltrattati, con pupazzi parrucche martelli di gomma e nasi finti. E ketchup, naturalmente.

Andrea Cosentino è attore, autore, comico e studioso di teatro. Tra i suoi spettacoli La tartaruga in bicicletta in discesa va veloce, il Dittico del presente costituito da L’asino albino Angelica. È autore e interprete di Antò le Momò-avanspettacolo della crudeltàPrimi passi sulla luna, Not Here Not Now e Trattato di economia in collaborazione con Roberto Castello. È promotore del PROGETTO MARA’SAMORT, che opera per un’ipotesi di teatro del-con-sul margine, attraverso una ricerca tematica, linguistica e performativa sulle forme espressive subalterne.

Andrea Porcheddu scrive: “Adesso Andrea Cosentino, una delle figure più interessanti della nostra scena, approfondisce ancora meglio quel rapporto tra l’arte e la vita che è il suo reale campo d’indagine e in Not here, not now ragiona – e ci fa ragionare – in modo straordinariamente intelligente sulla falsa ritualità in cui si consumano certe pratiche di performance assurte a capolavori di arte contemporanea e, ancor meglio, sulle relazione intercettabili tra performance, teatro ed esistenza umana”.

 

Sabato 28 va in scena Le Elefantesse: tre donne che hanno in comune lo stesso marito, un trigamo che per tutta la vita si è diviso tra loro. Tre tipologie di femminilità che hanno vissuto vite differenti con lo stesso uomo, che per ognuna è un uomo diverso. Per Judith, donna in carriera, il marito è solo un feticcio; per Alessandra, casalinga timorata di Dio, è un importantissimo ingegnere; per Caterina, segretaria, è un medico di grande fama. In scena lui non appare mai. A rappresentarlo un attaccapanni con i suoi vestiti sempre pronti per andare via o pronti per essere appesi al suo ritorno.

La messa in scena è basata sul principio spaziale della divisione del palco in tre parti, ogni angolo abitato dalle donne è la loro casa. Oggetto comune alle tre case è lʼattaccapanni. I racconti della vita delle tre insieme al marito, si mescolano e amalgamano. Si associano nella mente dello spettatore per assonanza e differenza. Realizzato con il magnifico contributo di Carla Damen e con il sostegno dello spazio Oxygene e de La Riunione di Condominio. Le musiche del Trio Lescano sono state rivoluzionate dal Trio Naga che le rivoltano in chiave diversa.

Sergio Lo Gatto scrive su Hystrio: “Il senso ultimo del rapporto uomo-donna qui è sorprendentemente capovolto: non è l’uomo diviso per tre diverse donne, ma sono loro tre sembianze di donna che l’uomo vorrebbe riunite in una donna sola e per questo una sola non gli basta; secondo questo disegno l’uomo non è colpevole di trigamia o tradimento, ma di una colpa ben più grave e fondante: dar credito al vecchio detto mai smentito del desiderare, d’una moglie, che sia il giorno e la notte, guardiana del vino nella botte e insieme ebbra dello stesso elisir, che sia cioè tutto e il suo contrario”.

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