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Brusciano, Clelia Cortini e “Modern Dance” trent’anni di successo

Brusciano, 22 Novembre – “Nemo propheta acceptus est in patria” come testimoniano i Vangeli (Luca 4, 24; Matteo 13,57; Marco 6, 4; Giovanni 4, 44; C. E. I.) nel riportare le parole di Gesù di ritorno a Nazareth che così descrive la condizione di chi trova incomprensione e gelida accoglienza nel proprio paese e che solo altrove si vede riconoscere i propri meriti, perché “nessun profeta è gradito in patria”. E’ questo il sentimento prevalente che si coglie nell’incontro, da remoto, con la coreografa bruscianese, Clelia Cortini, e lo scrittore Alessandro Cavaliere, nel rigoroso rispetto delle ristrettezze comportamentali dei tempi pandemici da Covid-19.

Ma è grazie alla via social che, quando non è abbrutita dalla schizofrenia, invasa dalle manie di onnipotenza e inquinata dal veleno e dall’odio di alcuni naviganti alla deriva, si possono ricomporre le relazioni sociali e vivificare scambi di opinioni, pensieri e riflessioni. In questo caso si tratta di una rammemorazione di un evento, ricordato attraverso Youtube da Clelia Cortini, il 15 dicembre 2019 https://www.youtube.com/watch?v=9WtxhB7Xvlg e rilanciato dall’artista Aleks Kishi, Alessandro Cavaliere, attraverso la sua pagina FB all’indirizzo https://www.facebook.com/alekskishi/videos/2557798207787568.

La performance di “Donne Afgane” nell’anno 2003, con la coreografia originale di Clelia Cortini; musica di Armand Amar, testo di Alessandro Cavaliere; supporto drammaturgico e voce narrante di Antonio Castaldo; le danzatrici, Marilù Cervone, Sara De Nubbio, Jenny Ferraro, Sissy Fornaro, Assunta Romano e Francesca Ruggiero, si aggiudicò il primo posto al “Premio Internazionale di Coreografia della Repubblica di San Marino”.

Nel 2004 gli stessi ebbero la soddisfazione di partecipare al “Roma Europa Festival”.  Si arricchiva così il palmarès della “Modern Dance” che nel 1997, incassava il primo premio del concorso “Città di Rieti” per la categoria juniores vinto da Antonio Montanile e il terzo posto conquistato a Fano dallo stesso Montanile con Mary Onesto.

La “Modern Dance”, da un trentennio in attività a Brusciano della Città Metropolitana di Napoli, fondata e diretta dalla danzatrice e coreografa Clelia Cortini, oltre a quelli sopra già menzionati, nell’albo d’oro dei meritevoli allievi registra anche Rosanna Cervone, Carmen D’Onofrio, Margò Parrella, Marisa Ingargiola, Raffaella Ruggiero, Cerciello Maria e Antonella Esposito. Vanno ricordati anche i prestigiosi docenti di ballo che si sono succeduti in questi anni fra i vari corsi d’arte tersicorea sin qui svolti: da Klejdi Selimi di Tirana, Albania a Guy De Bock dal Belgio, da Andrej Tajursky da Mosca, Russia a Carlo Maggiore da Palermo, fino all’attuale insegnante, Gabriella Musacchio da Napoli, con esperienza formativa a Mosca.

Dalla nidiata artistica di Clelia Cortini ha spiccato il volo per il mondo Antonio Montanile, danzatore, coreografo ed insegnate con il Diploma Francese di professore di danza contemporanea al CND in Lyon. Dalla “Modern Dance” di Brusciano passò a studiare all’Accademia IsolaDanza e da qui chiamato dalla Compagnia della Biennale di Venezia diretta da Carolyn Carlson. Poi lavorava con la Compagnia Caterina Sagna, Déjà Donné, Philippe Saire, Carmen Blanco Principal, Erika Zueneli e MariaClara Villa Lobos. Molti contesti Internazionali lo hanno visto all’opera e vari partners hanno prodotto le sue coreografie: Biennale di Venezia, Charleroi Danse, Ccn Roubaix, De Pianofabriek, Danse à Lille, Aerowaves, CND di Parigi, Workspacebrussels. Un momento della carriera artistica di Antonio Montanile Ottiene è qui mostrato https://www.youtube.com/watch?v=vYtJc7TqYAc , registrato in esclusiva per TVN, nella partecipazione alla decima edizione del Festival della nuova danza, Short Formats, Milano 2009, a cura del coreografo Roberto Castello.

Il sociologo e giornalista, Antonio Castaldo ricorda «l’intensa trasferta del 2003 nella Repubblica di San Marino, con la caparbia coreografa Clelia Cortini e le giovanissime e intraprendenti danzatrici, Marilù Cervone, Sara De Nubbio, Jenny Ferraro, Sissy Fornaro, Assunta Romano e Francesca Ruggiero. Una numerosa e preparatissima platea di partecipanti lasciava poco spazio alle illusioni che pure erano alimentate dalla coscienza di aver fatto preparato un buon lavoro coreografico, affrontando un tema allora emergente delle “Donne Afgane”, sul testo di Alessandro Cavaliere e le musiche di Armand Amar, ed io dare il supporto della voce fuori campo in interessante sperimentazione di teatro danza applaudita dal pubblico e apprezzata e collocata al primo posto dalla giuria internazionale nella Repubblica di San Marino l’8 marzo del 2003. Un presagio ci giunse. Quando, per assistere alle esibizioni degli altri, io e Clelia ci sedemmo, un po’ intimiditi da cotanta concorrenza, fra le poltrone delle ultime file, colsi con lo sguardo a terra una monetina. La raccolsi, era un centesimo. La consegnai a Clelia, dicendole, con azzardo, che quel numero “1” era il segno del primo premio che le sarebbe stato assegnato in quella kermesse. E così fu». 

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