Politica

Berlusconi fa un passo indietro o in avanti?

Napoli, 20 Ottobre – “In 28 anni di vita politica la scelta atlantica, l’europeismo, il riferimento costante all’Occidente come sistema di valori e di alleanze fra Paesi liberi e democratici sono stati alla base del mio impegno di leader politico e di uomo di governo. Come ho spiegato al Congresso degli Stati Uniti, l’amicizia e la gratitudine verso quel Paese fanno parte dei valori ai quali fin da ragazzo sono stato educato da mio padre. Nessuno, sottolineo nessuno, può permettersi di mettere in discussione questo. Non può certamente permettersi di farlo la sinistra, che tante volte è stata dalla parte sbagliata della storia. Tantomeno la sinistra del Partito Democratico, che anche alle ultime elezioni, meno di un mese fa, era alleata con i nemici della NATO e dell’Occidente. Tutto questo però non esisterebbe, se non vi fosse in Italia la pessima abitudine di trasformare la discussione politica in pettegolezzo, utilizzando frasi rubate registrate di nascosto, e appunti fotografati con il teleobiettivo, con un metodo non solo sleale ma intimidatorio.
Un metodo soprattutto che porta a stravolgere e addirittura a rovesciare il mio pensiero, usando a piacimento brandelli di conversazioni, attribuendomi opinioni che stavo semplicemente riferendo, dando a frasi discorsive un significato del tutto diverso da quello reale. La colpa non è degli organi di informazione, ovviamente costretti a diffondere queste notizie, è di chi usa questi metodi di dossieraggio indegni di un Paese civile. Senza questo, non sarebbe necessario ribadire l’ovvio. La mia posizione personale e quella di Forza Italia non si discostano da quella del Governo Italiano, dell’Unione Europea, dell’Alleanza Atlantica né sulla crisi Ucraina, né sugli altri grandi temi della politica internazionale. Lo abbiamo dimostrato in decine di dichiarazioni ufficiali, di atti parlamentari, di voti alle Camere. Interrogarsi sulle cause del comportamento russo, come stavo facendo, ed auspicare una soluzione diplomatica il più rapida possibile, con l’intervento forte e congiunto degli Stati Uniti e della Repubblica cinese, non sono atti in contraddizione con la solidarietà occidentale e il sostegno al popolo ucraino. Del resto alla pace non si potrà giungere se i diritti dell’Ucraina non saranno adeguatamente tutelati.” Silvio Berlusconi, Forza Italia.
“Negli Stati Uniti si discute in maniera franca e aperta della linea di politica estera in relazione alla guerra russo-ucraina. La linea del bellicismo a oltranza contro la Russia è decisamente contestata da Trump – cioè dalla gran parte del partito repubblicano, dei suoi elettori e dell’opinione pubblica conservatrice; da statisti del calibro di Henry Kissinger; da un colosso economico-politico come Elon Musk; da editorialisti progressisti sul “Washington Post”; da ultimo persino da Barack Obama. Tutti accomunati, nelle loro differenze, dal realismo che impone di uscire da un impasse rovinoso e pericoloso anche per gli interessi occidentali, cercando una plausibile soluzione diplomatica. Nei maggiori paesi europei alleati degli Stati Uniti – a partire da Francia e Germania – lo stesso realismo cerca di emergere ciclicamente, sebbene con maggiore difficoltà per la pressione condizionante della amministrazione Biden su Nato, G7, Ue. Ma solo in Italia il discostarsi anche in minima parte dalla linea “guerra, guerra e ancora guerra”, dalla “dottrina Zelensky” secondo cui l’unica soluzione diplomatica possibile è la sconfitta totale dei russi, viene considerato come la violazione di un dogma, un delitto di lesa maestà, una bestemmia indicibile.
E quando attori politici rilevanti – Salvini, Berlusconi, Fontana – si lasciano sfuggire opinioni “eterodosse” vengono coperti da un coro unanime di esecrazione parte dei media e dal resto della classe politica, e isolati come lebbrosi, pur essendo noto a tutti che la maggioranza degli italiani (e degli stessi politici, che in genere ipocritamente lo nascondono) la pensa come loro (anzi, a maggior ragione per questo). Questa particolarità la dice lunga non solo sul conformismo ostentato delle élites italiane rispetto ai “poteri vincolanti” esterni, ma soprattutto sull’irrilevanza totale dell’Italia, oggi, nel campo occidentale.” Eugenio Capozzi, storico.
“…questo è un paese in cui dire la verità è un atto davvero rivoluzionario e intollerabile…” Alessandro Sansoni, giornalista. “E Giorgia? Non parla? Come, dopo le cose che ha detto Silvio, Giorgia tace? No, no. Eccola qui la dichiarazione di Giorgia: «Su una cosa sono stata, sono e sarò sempre chiara. Intendo guidare un governo con una linea di politica estera inequivocabile. L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo». Finalmente, Giorgia ha tirato fuori la cambiale che da molto prima delle elezioni ha dovuto firmare per governare. Meno male che Silvio c’è.” Carlo Vulpio, giornalista e scrittore.
In Italia vige il conformismo, non si riflette, ci si adegua al pensiero imposto. Ma gli italiani sono tutti contro la guerra. E per quanto riguarda la sora Giorgia, purtroppo per lei, molti dei suoi elettori non sapevano neanche che fosse a favore delle armi all’Ucraina perché, secondo loro, stare all’opposizione significava anche questo. E qui viene logico chiedere “Non è forse meglio ascoltare i cittadini?” “Una crisi di governo prima che il governo si formi. Il centrodestra è morto nelle urne, Meloni deve fare una cosa nuova.” Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera.
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