La stima di Susini Group S.t.P., studio leader nella consulenza del lavoro
Firenze, 21 Settembre – Le alluvioni in Italia costano alla collettività quasi 7 miliardi di euro, questa è la stima di Susini Group S.t.P., studio fiorentino leader nella consulenza del lavoro. Le alluvioni rappresentano un fenomeno devastante che colpisce frequentemente l’Italia, causando danni significativi e comportando costi ingenti per la collettività. Anche gli ultimi eventi accaduti in Emilia Romagna e Marche, dove sono esondati fiumi che hanno provocato lo sfollamento di migliaia di persone e alcuni dispersi, riportano drammaticamente alla luce problemi che si ripetono nel tempo. Questi eventi naturali non solo minacciano la sicurezza delle persone, ma incidono profondamente sull’economia nazionale e locale.
Secondo Susini Group, la distruzione di infrastrutture, abitazioni e attività commerciali provocano annualmente danni che, in anni particolarmente critici come gli ultimi, possono superare i 5 miliardi di euro di costo. Oltre ai danni materiali, comportano anche costi indiretti considerevoli. La perdita di produttività nelle aree colpite, l’aumento delle spese per assistenza alle popolazioni evacuate e il calo del turismo nelle località danneggiate amplificano l’impatto economico di oltre 1 miliardo l’anno. Infine, c’è da considerare le spese per la gestione del rischio idrogeologico che si aggirano intorno ai 300-500 milioni di euro all’anno.
Le alluvioni in Italia rappresentano una sfida complessa che richiede un impegno costante e significativo da parte delle istituzioni e della collettività. La prevenzione è fondamentale per ridurre i danni e i costi economici associati a questi eventi estremi. Investire nella sicurezza idrogeologica non è solo un imperativo etico, ma anche un’esigenza economica per garantire un futuro più sicuro e sostenibile per tutti. Indispensabile, sempre secondo lo studio Susini Group, il contributo di forza lavoro che attualmente scarseggia.
Il lavoro degli immigrati potrebbe essere determinante per supportare la ricostruzione dei danni e svolgere le attività di manutenzione e prevenzione necessarie per ridurre le probabilità di alluvioni. Necessitano ingegneri civili, operai edili, specialisti in idraulica e, soprattutto, tanta manovalanza agricola che, allo stato attuale, non può altro che essere reperita attraverso l’attività di immigrati. Ne servirebbero almeno 100mila per manutenere i campi intorno alle rive dei fiumi, curare le sponde dei fiumi, tagliare erbe, tronchi che nascono nell’alveo del fiume e curare la bonifica dei terreni allagati oltre la gestione delle culture danneggiate.
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