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Portici e la campagna elettorale che non c’è

Portici, 24 Maggio – Cinquantatremila cittadini attendono ansiosi di conoscere i temi di una campagna elettorale il cui svolgimento è per lo più affidato ai mezzi di propaganda ovvero ai manifesti in bella mostra spesso apposti fuori dagli spazi consentiti e ai camion vela che contribuiscono a congestionare il traffico del comune più densamente popolato d’Europa aumentando il numero di invocazioni religiose a San Cristoforo, patrono degli automobilisti.

A meno di venti giorni dal voto, l’unico punto trattato e stratattato dai candidati che si contrappongono a Cuomo è quello del commercio e francamente, non si comprende in che maniera possa essere risolta la problematica dalle stanze di Via Campitelli se le dinamiche della distribuzione vengono stabilite a livello di macro aree Nielsen. La promessa di ascoltare le associazioni di categoria è sempre virtuosa, eppure ci chiediamo quale richiesta, effettuata ovviamente a nome della collettività, potrebbe mai risollevare il comparto e soprattutto, quale richiesta dovrebbe essere formulata al nuovo sindaco che non sia stata già proposta al vecchio?

Comunque, visto che ci siamo, sarebbe giusto promettere anche controlli stringenti volti a verificare le condizioni di lavoro degli addetti. La sosta a pagamento alla quale si attribuisce ogni colpa e che in nessuna parte del mondo viene accolta con favore, non sembra scoraggiare nessuno, infatti trovare parcheggio alle falde del Vesuvio resta un’impresa titanica. Gli storici gelatai locali potrebbero raccontarvi una cosetta facile facile: se hai il prodotto che la gente cerca avrai sempre file di clienti. Fidavamo nelle proposte del candidato agronomo il quale avrebbe potuto, e chi più di lui, suggerire l’individuazione di un prodotto locale capace di trasformare il comune in tappa di pellegrinaggio alimentare.

Ci permettiamo di suggerire l’Albicocca, che vede nella tipologia Portici, una delle varietà più rinomate, non era difficile, bastava guardare all’esempio di Sorrento e Amalfi che hanno creato le loro fortune sulla promozione dei limoni. Gli spazi verdi che in tempo di campagna elettorale si stanno trasformando in vespasiani canini, potevano essere riconvertiti in piccoli frutteti, future tappe di visite guidate o micro fattorie didattiche, un pò come è successo con le tartarughe al Granatello.

In tema di politiche per i cittadini, c’è qualcuno che parli del piano di zona? Sperando che qualcuno sappia di cosa si tratti, può mai essere che nessuno ha da proporre modifiche? Ancora, c’è qualcuno che indichi la strada a questi ragazzi che vengono candidati in liste pollaio? Quale futuro e soprattutto quali spazi aggregativi o sportivi saranno concessi ai meno abbienti ? Forse è davvero tutto troppo difficile, meglio scattare fotografie con sorrisi improbabili e racconti strappalacrime.

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