Politica

Via libera al Ddl sui “viaggi della memoria”, applausi in Senato a Liliana Segre: “Ad Auschwitz non si fa la gita, si va silenziosi”

Napoli, 19 Gennaio – Un lungo e accorato applauso ha accolto l’ingresso in Senato della senatrice a vita Liliana Segre.  Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha annunciato la sua presenza in aula in occasione del via libera al Ddl sui “viaggi della memoria”. La seduta è stata sospesa per cinque minuti per dare modo a Segre di intervenire e avviare le dichiarazioni di voto nell’Aula del Senato sul disegno di legge che istituisce un fondo per i viaggi delle scuole secondarie di secondo grado sui luoghi della Shoah, pari a due milioni di euro l’anno. Il Ddl è stato approvato all’unanimità e ora passa all’esame della Camera.

Toccante l’intervento della senatrice a vita: “Non sono mai ritornata là dove sono stata prigioniera. Non me la sono sentita. Una volta fui invitata, nel 1995, c’erano molti personaggi, ma non me la sono sentita. Quando poi ho letto e sentito alla radio la descrizione delle pellicce della regina di Olanda e di Berlusconi, in quel momento ho pensato: come sono contenta di non aver accettato questo invito. È vero, erano passati 50 anni, ma che a nessuno fosse venuto in mente di non mettere pelliccia”, ha detto in aula Liliana Segre. 

La senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio, ha avvertito però che, “anche oggi la preside di una scuola, che decida di portare i ragazzi a fare questo viaggio, non ha il coraggio di dire che i ragazzi che vanno d’inverno a visitare quei lager, in cui negli anni più freddi del 1900, il ’43 e il ’44, oltre che scheletriti, erano vestiti con le divise a righe di cotone rigenerati”, dovrebbero andarci “avendo saltato, non so, la colazione del mattino, avendo un pochino voglia di mangiare. E a volte questi ragazzi con i selfie” dicono che “hanno fatto una gita. Io prego e imploro: andate a Lucca, a Gallipoli, in montagna, ad Auschwitz non si fa la gita. Si va silenziosi, come quando il 2 novembre una famiglia affezionata ai suoi morti va al cimitero”, ha avvertito Segre.

“Una volta ho visto un gruppo di ragazzi olandesi che andavano in gita a Auschwitz e avevano un grande gelato, la musica nelle orecchie e da quel cancello, ‘Arbeit macht frei’, entravano a ritmo di musica, leccando il gelato. Ho dovuto pensare che 6 milioni di morti erano morti invano. Non si va così a fare la gita ad Auschwitz, si va in silenzio, con vestiti adeguati. Non si va in gita, si va come a un santuario anche laicamente, a testa bassa e cercando di ricordare per non dimenticare la Shoah”.

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