Economia - Finanza

Ue contro Italia, Consulenti Lavoro: “Nel 2023 rischio 2,6 mld di spesa in più per casse statali italiane”

Firenze, 21 Febbraio – Nel 2023 potrebbero ammontare a circa 600 milioni di euro per Reddito di Cittadinanza e quasi 2 miliardi per l’Assegno Unico per i figli a carico le spese aggiuntive che dovrà sostenere lo Stato italiano a seguito della “vertenza” apertasi con la Ue. Questa è la stima di Susini Group S.t.P., studio di Firenze leader nella consulenza del lavoro.

La Commissione europea, infatti, ha aperto due procedure di infrazione contro l’Italia. I criteri di accesso al Reddito di Cittadinanza e all’Assegno Universale per i figli a carico contrastano con le norme Ue sulla libera circolazione dei lavoratori e sui diritti dei cittadini. A essere messo sotto accusa è il requisito della residenza di 10 anni (di cui due consecutivi) che in Italia è stato previsto per aver diritto al RDC e quello di almeno due anni per vedersi riconosciuto l’assegno universale. L’Italia ha due mesi di tempo per rispondere ai rilievi mossi dalla Ue.

«Nel caso in cui il Governo Italiano si dovesse adeguare alla normativa europea, si stimano costi aggiuntivi per le casse del nostro Stato pari a circa 600 milioni di euro per Reddito di Cittadinanza e quasi 2 miliardi per l’Assegno Unico per i figli a carico soltanto per l’anno 2023 – commenta Sandro Susini, fondatore dello studio Susini Group S.t.P. – un costo enorme che rischia di mettere in difficoltà il Governo Meloni, che sarà costretto a trovare fondi per coprire il dissesto finanziario che si potrà venire a creare».

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