Cultura

Tesori paleontologici nell’ambiente di Pestisu Mic ed Hateg (Hunedoara) in Transilvania occidentale

Napoli, 23 ottobre – Sono stato, fin da piccolo, molto curioso nei confronti di tutto ciò che riguarda la conoscenza, la cultura e la scienza, infatti, da adulto, quando riuscivo ad allontanarmi dalle lezioni cattedratiche di scienze naturali con gli studenti mi concedevo anche dei viaggi per partecipare a seminari e workshop in giro per l’Italia, per la Romania, Argentina, USA, Germania, Turchia ed Egitto. La comunicazione della scienza mi affascina moltissimo: penso che sia un notevole traguardo riuscire a comunicare concetti complicati in parole semplici ed accessibili per coinvolgere le persone nell’affascinante mondo della scienza.

Albert Einstein diceva che la conoscenza scientifica non è difficile più delle altre conoscenze, ma lo è il modo difficile di comunicarla. Credo che avesse profondamente ragione ed il luogo comune vuole che gli scienziati siano arroccati in torri d’avorio dei loro saperi specialistici e quando comunicano lo fanno solo tra esperti o iniziati a quel determinato sapere mediante media superspecialisti che hanno una veste grafica e contenutistica già di per sé difficile per la gente comune o volgare. Ecco allora che i comunicatori, specialisti scientifici, un tempo, non intendevano volgarizzare la scienza con un linguaggio popolare o volgare che poi i mass media come i quotidiani o la televisione, hanno assecondato. Oggi, invece, con il sistema digitale è più facile comunicare, ma anche diffondere false informazioni per non usare la terminologia inglese, che è onnipresente nel modo classico di comunicazione scientifica e commerciale. Dunque anche per la scienza, la rivoluzione digitale, ha apportato miglioramenti nell’informazione generale anche perché la scuola è divenuta, giustamente, di massa. In Romania ad esempio, a differenza dell’Italia, la scuola è divenuta di massa prima ed anche la comunicazione, più tecnica che scientifica, ha fatto notevoli progressi, forse a scapito di quella delle scienze umane oltre al fatto che il sistema scolastico è più piramidale come lo era decenni fa anche in Italia.

L’Ambiente, inteso come insieme di natura e cultura, viene esaminato da molti saperi sia umanistici che naturalistici. L’ecologia Umana si presta come chiave di lettura ambientale (naturale, sociale, religioso, economico, ecc.) dunque anche per il sapere paleontologico che appartiene all’ambiente naturale. La mia visione ambientale è quella ecocentrica (ambiente al centro compreso l’Uomo) che già era, in parte, fatta propria dal grafico allegato che era esposto lungo le pareti del liceo tecnologico Transilvania di Deva, esattamente tra il piano terra delle aule delle scienze umane e il primo piano con le aule delle scienze reali, mentre al secondo piano vi erano le aule dei saperi tecnologici. Sull’uso appropriato dei termini di territorio, di paesaggio e d’ambiente non sempre si concorda, a volte anche tra specialisti. La visione antropocentrica era dominante fino ad alcuni decenni fa poi dalla cultura anglosassone in gran parte è giunta nei media e su non pochi saggi la visione biocentrica gravida pure dell’ecocatastrofismo di moda, che vede nell’uomo l’inquinatore della natura per eccellenza e alimenta la paura verso il futuro prospettando catastrofi apocalittiche di cui la giovane svedese ne costituisce un emblema, fatto proprio da quasi tutti radical-chic europei e non solo compreso l’attuale papa. Tale visione pone la vita al centro e non più l’uomo per cui se c’è un incendio di un palazzo, i pompieri accorsi potrebbero salvare prima i cani, i gatti e poi, se c’è ancora tempo pure l’uomo già bruciacchiato? Perché no! Invece la visione ecocentrica vede l’Uomo responsabile che può a volte anche danneggiare l’ambiente naturale, ma ha la capacità tecnologica di porvi rimedio. Come più volte ribadito da me, riscrivo che l’eruzione di un vulcano di medio-grandi dimensioni, come lo Yellowstone, emetterebbe tanta di quell’anidride carbonica nell’atmosfera da superare quanta ne ha emesso il sistema tecnologico umano dalla rivoluzione industriale, XVII sec. ad oggi. Inoltre c’è da ribadire che da quando si è scisso l’unico continente Pangea e unico mare Panthalassa in più continenti e mari, il pianeta Terra ha il massimo di biodiversità rispetto a prima per la varietà climatica, solo in Italia abbiamo 6 regioni climatiche: alpina, padana, appenninica, adriatica, ligure-tirrenica, insulare e calabrese. Certo non manca il problema irrisolto della diffusione della plastica nei fiumi, laghi e mari, le polveri sottili nelle grandi città, ma vedere il ritiro dei ghiacciai, non come fenomeno naturale anche se di tempi storici più lunghi di pochi millenni, una catastrofe causata dall’uomo, sembra allarmistico così come non considerare che nelle ere geologiche le catastrofi biologiche con moria di oltre la metà delle specie esistenti, si sono ripetute almeno due volte. L’esplosione del vulcano Krakatoa del 1883 causò una variazione climatica di raffreddamento quasi ecocatastrofica della Terra.

Il territorio si associa sempre ad uno o più enti pubblici che lo amministrano: territorio comunale, provinciale, regionale e statale. Il termine paesaggio indica le fattezze sensibili di un territorio cioè gli elementi che costituiscono la memoria collettiva, dunque al paesaggio quasi sempre si associa l’aggettivo (bello, brutto, paradisiaco, infernale, agricolo, montano, marino, lacuale, forestale, ecc..). L’ambiente, invece, è più ricco di spunti di studio perché è l’insieme di natura e cultura. L’Ambiente naturale e storico-archeologico della Judet Hunedoara, abitata da circa 420 mila residenti, è museato in piccola parte nel Museo della Civiltà dei Daci e e dei Romani di Deva ha una sezione di storia, una d’arte, una di scienze naturali (vi è anche la specie autoctona Quercus transilvaniae) e un’altra di numismatica (spiccano i Kosson d’oro dei Daci), ospitando collezioni di archeologia dell’epoca preistorica, dacica, romana, medievale, collezioni numismatiche, d’arte decorativa e di etnografia (tra costumi popolari, attrezzi, ceramica ed icone su vetro), collezioni di zoologia ed esemplari di lupi, cinghiali, volpi e vipere con corno nonché di botanica, paleontologia e una biblioteca di circa 4 mila volumi.

Sui monti Retezat, nel 2006, ho visitato la “Casa o Accademia degli Uomini di Scienza” con foto, cataloghi ed erbari di botanica. Tra i fossili della Judet Hunedoara in area spaziale di Hateg, rinvenuti recentemente vi sono quelli conservati al  Dinosaur Geopark e Hațeg è stato trasformato in un set cinematografico per un documentario che andrà in onda in Corea del Sud. Il team cinematografico coreano sta realizzando una serie di documentari in 5 dei 74 geoparchi UNESCO in Europa e presso la sede Unesco dei geoparchi internazionali a Parigi, compreso il geoparco di Ţara Hațegului. Nuovi studi paleontologici mostrano che in passato c’erano piccoli dinosauri, che gli scienziati hanno recentemente iniziato a raggruppare come “dinosauri nani”. L’ultima ricerca indica i vari resti fossili trovati in Transilvania, dove vivevano rettili caratterizzati da anatomie e fisiologie alquanto strane. Secondo i ricercatori, questi dinosauri erano il risultato di un raro processo biologico, che avrebbe dato origine a esemplari che hanno raggiunto la maturità sessuale prima di altri, sono cresciuti meno e sono morti prima.

Per la paleontologia e la storia di Hațeg vale la pena citare Franz Nopcsa, Barone Felsö-Szilvás, Săcel (Déva), 3 maggio 1877-Vienna, 25 aprile 1933. Paleontologo, geologo, naturalista e agente segreto ungherese di cittadinanza austro-ungarica, un personaggio colorato con una vita avventurosa, che ha utilizzato tecniche di analisi dei fossili e formulato ipotesi sull’evoluzione dei dinosauri che si sono rivelate essenziali per il progresso della paleontologia. Il contributo principale di Franz Nopcsa alla paleontologia fu di stabilire le premesse per la “paleobiologia”; In un momento in cui i paleontologi erano principalmente interessati all’installazione di scheletri ossei, Nopcsa tentò di dedurre la fisiologia e il comportamento dei dinosauri dai fossili esaminati. Nopcsa è stata la prima a suggerire, ad esempio, che gli annaffiatoi si prendono cura dei loro piccoli e mostrano comportamenti sociali nel loro insieme. Altre teorie di Nopcsa prima del suo tempo, e successivamente accettate dalla maggior parte dei paleontologi moderni, erano che gli uccelli erano un tipo di dinosauro e che erano rettili mesozoici a sangue caldo. Ha anche ipotizzato che i dinosauri in Transilvania alla fine del periodo Cretaceo fossero dinosauri più piccoli di altrove, perché vivevano su un’isola chiamata “Hátszeg”, meglio conosciuta oggi come il romeno di “Hațeg”, che si è formata quando Teti affondò l’Europa; la piccola dimensione era quindi espressione della nascita dell’isola. Nopcsa è stato infine il primo a utilizzare tecniche di microscopia ottica e istologica per valutare l’età di un animale al momento della morte. Gli occhi paleontologici sono principalmente puntati su “Hațeg” (Hunedoara), la città romena di circa 11mila abitanti, dove un tempo c’era un’isola, nel cuore del mare di Teti, dove vivevano solo dinosauri di questo tipo. Gli esperti hanno identificato tre specie, tutte viventi durante il Cretaceo (circa 70 mln di anni fa). Il “Telmatosaurus transsylvanicus”, tassonomicamente riconducibile agli adrosauridi, aveva una lunghezza di 3,5 metri (contro i 6 metri per gli abitanti del continente); Il “Magicosaurus dacus”, un sauropode lungo 4,5 metri (contro i 12 metri del suo genere); Infine, “Zalmoxes robustus”, un dinosauro erbivoro, non raggiungeva i 3 metri, mentre gli altri rettili della sua famiglia (i conigli) erano molto più grandi (circa 5 metri). Gli scienziati, guidati da Michael J. Benton dell’Università di Bristol, su questo grande rettile del Cretaceo ritengono che si sia evoluto da solo, separandosi fenotipicamente dagli altri animali e creando il cosiddetto “nanismo insulare”. “C’erano circa la metà dei parenti che vivevano sulla terra”, ci dice Benton, “e da questo possiamo stimare che la loro massa corporea era l’ottava della loro specie. Quindi non è difficile ipotizzare che i dinosauri avessero in Hateg di metabolismo molto più veloce degli altri, tanto da farli sviluppare sessualmente prima, seconda e morire prematuramente, senza poter raggiungere le dimensioni titaniche degli abitanti del continente. In questi casi si parla anche di specie allopatiche per definire, appunto, la nascita di nuove specie a seguito dello sviluppo di barriere geografiche. Secondo Scott Sampson, un paleontologo dello Utah Museum of Natural History, la ricerca di Benton è “affascinante e stimolante”. RIASSUNTO. Dopo quasi un secolo dal nobile e naturalista, Franz Nopcsa, eccoci ad un altro naturalista, e cittadino italiano, quasi casuale in territorio transilvano. Lo studio paleontologico dei fossili dei Carpazi Meridionali l’ho iniziato esaminando il calcare compatto della valle del piccolo fiume Nandru situata sui monti Poiana Rusca nel territorio di Hunedoara. Tale calcare ha una stratigrafia con fauna fossile superficiale di Nerinee di ambiente marino de Giurassico superiore. 

I fossili di Molluschi, Gasteropodi, Nerinee della valle del Nandru hanno un’età di circa 150 milioni di anni. Tali Molluschi Gasteropodi vivevano in un ambiente marino bentonico di piattaforma continentale argillosa. I fossili di Nerinee, citati in bibliografia, esistono in tutto l’arco montuoso dal Portogallo al Caucaso, Alpi e Alpi Transilvaniche. La nuova specie Eunerinea transilvanica romàniae, l’ho dedicata alla Transilvania-Romania, per una sorta di omaggio culturale. Per 5 anni, ho insegnato (Scienze Naturali, Chimica, Geografia, Microbiologia e Cultura e Civiltà Italiana) al Colegiul Tehnic, cambiato poi, in Liceo Tecnologico “Transilvania” di Deva/Hunedoara, con sezione italiana di oltre 100 studenti. Chissà se l’albero che volevano mettere a dimora in mio nome lo avranno poi fatto, è bastata l’intenzione comunque anche se avrei preferito un’aula con dedica perché fui il primo ad inaugurare una cattedra italiana, seguito da un altro prof. e dopo non so perché la cattedra è ancora scoperta. Ho pubblicato, di scienze naturali ed ecologia umana anche nel mio libro: “Italia e Romania. Geografia, analogie regionali e di ecologia umana”, con aspetti naturalistici del territorio romeno nonché con cenni al Museo di Storia Naturale Grigore Antipa di Bucarest, dove fu primo Direttore (1860-1892) l’italiano Carlo Ferraretti. L’interesse per la paleontologia ed ecologia umana mi deriva anche dalla laurea in Scienze Naturali, conseguita all’Università, Federico II, di Napoli, e, dopo, due perfezionamenti post laurea: in Ingegneria del Territorio ed Ecologia Umana all’Università di Padova. Faccio  parte di varie  Società scientifiche e dell’Associazione degli Scrittori della Judet Hunedoara. Dell’ambiente della Romania ho pubblicato quasi 100 articoli, alcuni su riviste romene, come Insieme, Ardeal Literar, Banchetul, Libraria, Vox Libri, ecc. e quattro libri di cui tre, online, con leolibri.it.

FOSSILI NELLA VALLE DEL FIUME NANDRU. La valle del fiume Nandru, dove sono stati rinvenimenti i fossili in esame è situata a 45 gradi, 47 primi N. e 22 gradi, 54 primi E.,. in Romania (Transilvania occidentale, a sud-ovest dei monti Poiana Rusca). La valle intramontana è  a 285 metri di quota e là, sia nel torrente  di  un  affluente  del Nandru a 370 metri di quota, sia nel vicino ed esteso bosco di faggi e, in gran parte, lungo una pista coperta di foglie secche, a 400-500 metri di quota, sono stati rinvenuti molti fossili di Molluschi. Per ora si sono classificate  3 specie, che sono: Criptoplocus macrogonius (Thurmann, 1877); Eunerinea transilvanica romàniae (Pace 2011) e Ptygmatis nerinea carpatica (Pace 2011). Una specie nuova a cui si dà il nome di Eunerinea transilvanica romaniae per la località della Transilvania e della Romania, dove è stata trovata con il cognome dell’Autore tra parentesi come pure si riporta il cognome per la Ptygmatis nerinea carpatica (PACE 2011). Molti dei fossili erano ben conservati per l’ombra dei faggi e per il materasso di foglie e rami secchi che li coprivano. Alcuni si vedevano a cielo aperto, altri ben nascosti, ma quasi tutti in superfice. Il territorio fossilifero appartiene al piccolo Comune di Pestisu Mic, frazione Nandru, e a poche decine di km da Deva e da Hunedoara o città dell’acciaio (la Torre Eiffel fu edificata, in parte, con l’acciaio di Hunedoara-Govasdie). Pestișu Mic è un  comune di 1.205 abitanti, a circa 10 km da Deva e a 5 da Hunedoara, in Transilvania occidentale. Il comune è formato dall’unione di 9 villaggi: Almașu Mic, Ciulpăz, Cutin, Dumbrava, Josani, Mănerău, Nandru, Pestișu Mic, Valea Nandrului. A breve distanze dei fossili vi era una mangiatoia per cervi, daini ed altri mammiferi selvatici.

La mia scoperta dei fossili è avvenuto nel 2007 e 2008 insieme alla guida locale, Ingegnere, che aveva sentito parlare da suoi amici inglesi di fossili di protozoi in quella valle. Incuriosito ed amante dell’esplorazione naturalistica, anche del territorio romeno, ho rinvenuto, nella valle del fiume Nandru, pochi fossili di Protozoi Nummuliti e alcune decine di esemplari fossili del grosso philum Molluschi. Questo philum dimostra un’enorme varietà di struttura (oltre 800.000 specie viventi note) che si esplica nelle tre grandi classi dei Gasteropodi, Lamellibranchi e Cefalopodi, insieme alle quattro classi minori dei Monoplacofori, Poliplacofori, Solenogasteri e Scafopodi. L’età dei Molluschi, soprattutto Gasteropodi Nerinee, si aggira tra il Giurassico superiore ed il Cretacico inferiore o meglio tra l’Oxfordiano superiore al Titonico superiore. Le specie di Nerinee, sopra citate, hanno tutte una distribuzione stratigrafica ben nota come segnala anche Sirna (1968)  e passano dall’Oxfordiano-Kimmeridgiano della Francia via via al Titonico superiore (come nel caso delle nostre Nerinee, in Romania, nella valle del fiume Nandru) del Caucaso, sembrerebbe che ci sia stata una migrazione delle specie  dal dominio occidentale a quello orientale. Si ritiene che i primi Gasteropodi si siano formati circa 500 milioni di anni fa e che la loro forma abbia subito una torsione per difendere i visceri e il capo dall’ambiente ostile esterno. Sono 35000 le specie note. Il calcare compatto della valle del Nandru, ha una stratigrafia con presenza di fauna superficiale più ricca (altri fossili della valle del Nandru sono ancora da esaminare meglio) di Molluschi Nerinee, che testimoniano un ambiente di vita marino dell’Era Mesozoica, periodo Giurassico superiore (161-145 miln di anni) distinto in tre epoche (Oxfordiano, Kimmeridgiano e Titoniano). I fossili Nerinee della valle del fiume Nandru hanno un’età di circa 150 mln di anni, vivevano in un ambiente marino bentonico di piattaforma continentale, ricca di argilla che ha permesso una buona fossilizzazione. Il fossili Nerinea è un genere estinto di chiocciola di mare. I Molluschi Gasteropodi costituiscono la maggior parte dei fossili rinvenuti nella valle del piccolo fiume Nandru, in strati superficiali boscati. La storia evolutiva dei Molluschi è molto lunga e risale all’inizio dell’era Paleozoica con molti resti fossili  grazie alla presenza della conchiglia.  Questo philum è più evoluto degli Anellidi, con la scomparsa della metameria, ad eccezione di tracce di metameria che sono visibili nella conchiglia dei Poliplacofori. Essa è formata da otto piastre e soprattutto nei più primitivi Monoplacofori, in cui nonostante che la conchiglia sia formata da un unico pezzo, i muscoli conchigliari sono metamerici come anche le branchie. Essi hanno, rispetto agli Anellidi, più marcata cefalizzazione e corpo voluminoso anteriore. Nei Lamellibranchi il capo praticamente scompare, mentre nei Cefalopodi raggiunge la massima complessità come nelle Ammoniti. I particolari del processo biologico che porta alla calcificazione della conchiglia non sono ancora ben conosciuti. Si tratta di un fenomeno chimico complesso a cui prendono parte sostanze proteiche e diversi ioni: sembra che il carbonato di calcio derivi inizialmente da fosfato di calcio.

I Molluschi vivono sulle terre emerse dal livello del mare fino a 5500 metri di quota sul Tibet, mentre nelle acque dolci non discendono sotto i 350 metri come nel lago Baikal. I Molluschi marini abbondano nelle acque di marea e sulle piattaforme continentali. Sono ben rappresentati fino a 2000 metri di profondità. I Polmonati terrestri hanno distribuzione ed areale ristretto con specie confinate anche ad una sola vallata o cima montuosa anche per le loro scarse possibilità di movimento. Data la geologia, la stratigrafia e l’orogenesi del luogo, esteso a tutto il comprensorio dei monti Poiana Rusca, si può ritenere che l’età media dei fossili rinvenuti si aggiri intorno ai 100 milioni di anni. Essi si sono formati prima dell’orogenesi alpino-carpatica. I Monti Poiana Rusca appartengono ai Carpazi Meridionali, che si sono formati con l’orogenesi alpino-himalayana, a seguito della collisione delle placche: africana e euroasiatica, 120-65 milioni di anni fa. I Nummuliti fossili, invece, rinvenuti della valle del fiume Nandru sono dell’era terziaria ed in particolare il periodo Oligocene detto anche nummulitico. La lunga storia naturale del pianeta Terra può essere suddivisa in un’unità cronologiche o intervalli di tempo convenzionali i cui limiti corrispondono ad avvenimenti geobiologici particolarmente importanti nel divenire evolutivo della vita e nella dinamica della litosfera. L’Oligocene dell’era Cenozoica o Terziaria (65-2 milioni di anni fa distinta in 5 periodi: Paleocene, Eocene, Oligocene, Miocene e Pliocene) dura da 40 a 27 milioni di anni fa. I Nummuliti sono organismi unicellulari del regno dei Protisti, che si raggruppa in 5 classi: Flagellati, Rizopodi, Sporozoi, Ciliati e Acineti. La singola cellula del Protozoo ha un valore analogo all’organismo pluricellulare. I Protozoi Nummuliti appartengono alla classe dei Rizopodi e all’ordine dei Foraminiferi. Si tratta di un ordine molto importante per lo più marini e le forme fossili consentono di datare gli strati di rivestimento e di determinare le condizioni ecologiche di formazione. I Nummuliti rinvenuti su di una singola roccia calcarea hanno diametro che varia da 0,5 a 1 cm. e un’età di circa 50 milioni di anni fa, agli inizi dell’Era Cenozoica o dei Mammiferi. Tali Protozoi, hanno forme plurinucleate e raggiungono spesso più di un cm di lunghezza o di diametro e perciò visibili. La conchiglia, a spirale piatta, ha avuto una grande importanza nella litogenesi e può raggiungere la dimensione di 180 mm, straordinaria per un Protozoo. Essa è formata di detriti vari ed è perforata con numerosi piccolissimi fori, che si sono formati sui fondali marini fra i 700 e i 6000 metri (a profondità maggiori il calcare è disciolto) formando i fanghi a Globigerine.  I Nummuliti nella valle del fiume Nandru, ancora da classificare ed esaminare meglio, sono presenti sulla superfice di rocce calcaree coerenti insieme a varie specie di Molluschi Gasteropodi come le Nerinee, ma anche di bivalvi o Lamellibranchi come le Rudiste.

TERRITORIO ROMENO E DELLA JUDET HUNEDOARA. Il territorio della Romania è in parte montuoso- Carpazi orientali, occidentale e meridionali, di cui questi ultimi costituiscono le Alpi Transilvaniche- e in parte pianeggiante. I Carpazi racchiudono il vasto territorio della Transilvania. I monti occupano la parte centrale e occidentale del Paese; mentre le pianure si estendono a Sud e a Est. Le coste marine romene, dove si apre il grande delta del fiume Danubio, sul Mar Nero, sono basse e uniformi. Dal 106 d.C. la Dacia fu annessa da Traiano all’impero Romano anche per le miniere d’oro dei monti Apuseni a nord di Deva con la piccola città di Brad, che ha un singolare Museo dell’oro. Il territorio della Judet Hunedoara, di cui Deva è capoluogo, è situato nella media valle del fiume Mures e ha i monti Apuseni a nord e i monti Poiana Rusca a sud sui quali rinvenni i fossili in esame. I principali fiumi della Romania sono il Danubio, il Prut, il Siret, l’Olt, l’Arges e il Mures, che lambisce il bel Parco Dentrologico di Simeria, solca la valle a sud dei Monti del Tramonto, o dell’Oro, passa a nord della città di Deva e nord dei monti Poiana Rusca per poi scorrere verso Arad fino a sfociare nel Tisa: tributario di sinistra del Danubio (Mures e Danubio sono stati da me ricordati nella Rivista “Vox Libri” della Biblioteca della Jud Hunedoara ”Ovid Densusianu” di Deva che ha anche pubblicato “L’Anfora dei miei ricordi della judet Hunedoara”), n.1(54), 2020.

 

 

La media valle del fiume Mures, caratterizza il territorio pianeggiante della Judet Hunedoara e il fiume lambisce il Parco Dentrologico di Simeria, vero tesoro botanico di biodiversità e con alberi colossali ed antichi. Il quel tempio della Botanica europea bisogna andarci almeno una volta per ripercorrere la storia di noi tutti tra natura e cultura generale e dei saperi specialistici. Io ci andavo spesso nel 2004 appena giunto a Deva, ma anche oggi di tanto in tanto. Il Danubio segna a S il confine tra Romania e Bulgaria, finchè, risalendo da Sud verso Nord, attraversa il territorio romeno e va a sfociare nel Mar Nero. Il clima romeno è temperato-continentale, con temperatura media -3 gradi centigradi in inverno e 22-24 gradi in estate. La flora arborea è presente per il 20%  del territorio romeno e prevalgono faggi, querce ed abeti e il 16% dei fiori europei si trova in Romania. Il delta del Danubio ha 1600 specie di piante. Nei boschi presso la Cabana Caprioara a circa 700 metri di quota, vicino Deva, è scritto che in futuro non sarà ricco chi avrà oro ma chi avrà alberi. La costruzione del combinato siderurgico di Hunedoara è stato possibile anche con ingegneri ed architetti stranieri. Interessanti sono le foto storiche che illustrano la costruzione delle strade, ponti e lago di Cincis.

La Romania dispone più di 810 zone protette, tra queste, le Riserve della Biosfera come il Parcul Naturale Nazionale Retezat, esteso 800 kmq ha 20 vette che superano i 2.300 m di quota con una altitudine media di 2.350 m e con paesaggi di pascoli e pastori ben descritti nel libro di Eugen Cernelea, editura Călăuza, Deva-Hunedoara. Il Museo di Scienze Naturali di Deva è notevole e conserva prestigiosi reperti del territorio hunedoareno. Situato vicino al museo storico della civiltà dei Daci e dei Romani non è dedicato ad alcuno, mentre a “G. Antipa” è dedicato quello di Bucarest, che lo diresse dal 1893 per 51 anni, prima, e dal 1860,  l’italiano Carlo Ferraretti. Antipa, aveva studiato in Germania con Ernest Haekel e fu un darwinista convinto e uno studioso dei pesci del Delta del Danubio. Lo studio dei fossili dovrebbe servire sia alla storia naturale, sia alla storia sociale per arricchire la cultura dell’Homo sapiens. L’evoluzione biologica ha prodotto un animale speciale che è l’Uomo, ma l’evoluzione culturale lo ha dotato di una notevole conoscenza e di una tecnologia sempre più potente ed avanzata, che permette all’Homo sapiens di vivere non più alla stregua degli altri animali e di cominciare a colonizzare altri corpi celesti oltre la Luna. Egli è capace oggi di trapiantare organi come cuore, fegato, polmoni, reni, mani, piedi, e tra poco anche il coronavirus che causa la covid19, ecc.. In futuro sarà capace anche di portare a vedere, più di oggi, i musei naturalistici a studenti e turisti, rendendoli meno tristi di oggi? NOTE CONCLUSIVE. L’Ambiente della Transilvania è ricco di aspetti naturali, sociali, economici e culturali, ma all’estero poco giunge oltre i soliti stereotipi, che se inerenti l’ultimo periodo temporale si evidenziano spesso nel mito draculiano e nel periodo storico di Nicolae Ceausesco,1965-‘89. Poco si conosce dell’ambiente minerario in judet Hunedoara ad esempio, che è ricco di testimonianze anche di minatori italiani come i Colussi, ritrovati nel cimitero di Săcărâmb a nord di Deva sui monti Apuseni o monti del tramonto. Di Săcărâmb, ha scritto bene uno dei pochi studiosi viventi, il Farmacista, Dumitru Talvesco. Egli ha scritto non poco dei monti Apuseni del territorio di Săcărâmb, con belle foto paesaggistiche, 3 si riportano qua. Poco, invece, è stato scritto, a parte il castello del XV sec. dei nobili ungheresi Corvino (il più grande castello gotico della Romania), sia delle colline ricche di minerali di ferro dei monti intorno a Hunedoara. In questa città c’è il combinato siderurgico, oggi in mano al colosso indiano, Mittal, lo stesso di Taranto. Nei dintorni della città di Hunedoara non mancano i tesori paleontologici come a Pestisu Mic, che andrebbero valorizzati in loco oppure tramite il Museo di Scienze naturali di Deva.

Deva ha molte scuole e servizi pubblici nonchè teatro, biblioteche, associazioni sportive e culturali. All’Università locale, privata o libera, ecologica ”Traian” partecipai nel 2006 al Simposio sull’ingresso della Romania nell’Unione Europea. Questa Università era (pare che sia stata chiusa da qualche anno per la crisi mondiale ed europea post 2008) diretta dall’hunedoareno Geologo, Sigismund Duma, ed era pioniera della cultura libera, sia pure tra mille difficoltà ed ostracismi, rispetto a quella impartita nelle Università statali romene, spesso ricche di burocrazia ottusa, ma ciò vale anche per le università italiane, mentre nell’ambiente anglosassone c’è competizione sana tra i due tipi di università come ho potuto notare negli USA dove la burocrazia è meno diffusa e spessa a vantaggio della meritocrazia e dell’ascensore sociale funzionale per tutti. Il mio prossimo libro ha per studio l’evoluzione del cittadina dal suddito con indicato un unico stato globale e, per comparazione di migliore democrazia, più elevato pil procapite e basso indice di disoccupazione, prospetto gli USA.

“L’utilità dell’inutile” è il titolo di un bestseller di successo, pubblicato in francese nel 2013 e tradotto in molte lingue – tra cui, nella prossima edizione, il rumeno – da Nuccio Order, illustre specialista in studi rinascimentali e regista, insieme a Smaranda Bratu Elian, di “Biblioteca italiana” edito da Humanitas. Le discipline umanistiche, considerate “inutili” nella logica mercantilista della nostra società, sono invece indispensabili per l’automiglioramento e la crescita dell’umanità. Tra esponenti del dominio umanistico e quello scientifico troppo spesso nel passato c’è stato un fossato di non comunicazione, è tempo di colmarlo in tutto o almeno in parte. Questo scritto ne rappresenta un tentativo come anche gli scritti precedenti, circa un centinaio, dedicati alla Romania, dove si parla una lingua molto simile all’italiano perché entrambe neolatine, romanza quella romena: isola latina in un mare di lingue slave”.  BIBLIOGRAFIA. Autori vari: Biblioteca Museo di Scienze Naturali e Civiltà Dacia e Romena, Deva; Biblioteca del Museo e della Società Veneziana di Scienze Naturali; Biblioteca Liceo Tecnologico “Transilvania” di Deva; CATULLO T. A., Saggio di Zoologia fossile delle Province Austro-Venete, Padova 1827; COX L. R., On the gen. of Nerinea: with a new s, name Eunerinea. Pr. M. Soc. London 1949; FEDERICI P. R., Geografia fisica, La Nuova Italia Scientifica, 1993; KRIVICK K., Nerineidae of Trnavski and Banjska Planata, Geologija, 17, Ljubljana, 1974; HASA G., Leggende ancestrali e Tesoro di Decebalo, Edizione I. Creanga, 1981; Incursioni nella fantastica realtà, rapporti, Edizione Eminescu, 1982; La vendetta dei gemelli, Edizione Emia, Deva 2000; Miracolo d’oro dei Daci sotto la maledizione, Edizioni G. Hasa, Deva 2009; PACE G., Italia e Romania, Geografia, Analogie regionali e di Ecologia umana, Sapere Edizioni 2001; Esobiologia- Viaţa in Univers (Vita nell’universo). Vox Libri An. I, Nr. 2 Iarna  2005 Biblioteca  Jud. “Ovidiu Densusianu”, Deva/Hunedoara; Emergenze naturalistiche del comprensorio di monte  Miletto, Annuario 1997 ASMV di Piedimonte Matese; Ammoniti fossili nel pavimento della basilica di sant’Antonio di Padova, “Il Mezzogiorno” 23/05/2012; Lamellibranchi Megalodonti fossili alle Tre Cime di Lavaredo, “Il Mezzogiorno”, 26/05/2012; M. Eminesco e Dante A. hanno scritto opere immortali e universali perché sensibili al sociale del loro tempo, sec. XIII E IXX. Rivista “International Writers’ Journal”,Year 1, No. 3, July-September, 2020 Grand Rapids, Ohio 43522; “La misteriosa religiosità dei Daci con cenni di esobiologia e stelle cadenti”, Scisciano Notizie. La stampa è l’artiglieria della libertà”, 15 agosto 2020; La misteriosa Romania tra ecologia umana, mitologia e storiografia, “Scisciano Notizie”, 5 settembre 2020; Ecologia Umana dei costumi europei, specialmente italiani e romeni tra innovazione e conservazione,“Scisciano Notizie”, 17/09/2020; Ecologia Umana e Ambiente naturale minacciato dalla cultura ascientifica dell’ecocatastrofismo basata sul dominio della paura, “Scisciano Notizie. La stampa è l’artiglieria della libertà” del 4 ottobre 2020; PADOA E., Storia della vita sulla Terra. L’evoluzione delle piante e animali, Feltrinelli; PASQUARÈ G., L’origine delle catene montuose, Società Editrice Torino, 1973; Piccin Hickman et al., 2016, Diversità animale, McGraw-Hill Ed. ROBBI E., Sopra due sottogeneri di Nerineidae, Giorn. Geol. 2.28, Bologna 1960; Ruppert et al., 2007, Zoologia degli Invertebrati; SARÀ M., L’Evoluzione dei viventi, La Scienza, Edizione Fenice, 2000; SIRNA G., Gasteropodi nel Titonico sup. della Marsica orient., Ge. 7 Roma 1968; VESCHINOVIC D., Les Gasteropodes tithoiniques de l’arc carpato-balkanique et partie  des Dinarides interaes, Acta Geologica, Belgrad 1965.

 

 

 

 

 

Giuseppe Pace (prof., del Ministero A. Esteri 2004-08, di Scienze naturali del Liceo tecnologico ”Transilvania” di Deva/Hunedoara).

 

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