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SEE YOU IN HEAVEN!

Ricordando Elisabetta II del Regno Unito (1926-2022)

Napoli, 9 Settembre – Versava in condizioni di salute a dir poco precarie, la Regina d’Europa: l’appellativo non è stato scelto casualmente, dacché, oltre ad aver regnato sui Britannici per settanta lunghissimi – oltreché intensi – anni, ha goduto di un’amplissima popolarità in quasi tutti gli stati del Vecchio Continente.

Sino al momento in cui ha esalato l’ultimo respiro nella sua residenza estiva di Balmoral Castle, in Scozia, la sovrana d’oltremanica, sebbene ancora leggermente segnata dal dolore per la perdita del consorte Filippo di Edimburgo avvenuta poco più di un anno fa, ha dimostrato un incommensurabile dedizione ai propri compiti, assolvendovi con la stessa determinazione che da sempre la contraddistingueva (per la cronaca, l’ultimo dovere istituzionale cui ha adempiuto è la nomina a primo ministro dalla nuova leader dei Tories, Liz Truss).

La dipartita di Her Majesty segna, inoltre, il termine di un’era che ha visto avvicendarsi diverse generazioni: non v’è, infatti, chi non abbia fatto riferimento almeno una volta alla di lei personalità, apprezzandola oppure criticandola; tale seconda ipotesi, però, s’è verificata molto di rado (avendo vissuto a Londra, confermo di non aver mai udito critiche a The Queen da parte dei locali, eccezion fatta per uno stupido “repubblicano” che idolatrava la figura di Oliver Cromwell): questo costituisce l’evidente riprova che la compianta sovrana del Regno Unito ha veramente amato i propri Concittadini, definiti a torto “sudditi” dalle fonti mediatiche.

Anche l’atteggiamento con cui Elizabeth ha affrontato le molteplici avversità capitatele (in particolare, quelle susseguitesi nel 1992, da lei stessa definito “annus horribilis”) con raziocinio, calma e, in particolare, buona volontà: difatti, Sua Maestà anteponeva (a differenza di molti politici attivi in Italia!) il prestigio della nazione ed il benessere sociale agli interessi della Corona e/o suoi personali, la qual cosa ha spinto l’Amministrazione Londinese ed il Governo Nazionale ad intitolarle diversi monumenti (in primis la torre dell’orologio di Westminster), luoghi d’interesse e finanche servizi di trasporto.

Ora, assiso nella monumentale piazza Municipio di Napoli, ho lo sguardo fisso su uno stabile maestoso, al cui interno ha sede il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania: sulla sua punta campeggia ancora la scritta “Grand Hotel Londres”, dato che era ivi precedentemente ubicato un rinomato albergo. Quella scritta ora più che mai non deve scomparire, perché ricorda, tra le tante cose, la permanenza di Elisabetta II nel capoluogo Partenopeo a maggio del lontano 1961: per tal ragione – ancorché consapevole che la toponomastica poco aiuta a sensibilizzare i Cittadini -, chiederò espressamente ai Sindaci di Napoli e Pozzuoli d’intitolare, rispettivamente, piazza Municipio ed una via o largo alla sovrana Inglese, affinché tutti possano comprendere l’amore che lei nutriva verso la nostra terra.

Per mantenere imperituro il ricordo di Her Majesty, cari Lettori, dobbiamo anzitutto metter da parte le nostre brame e cominciare ad interessarci dei problemi della collettività cui apparteniamo: evitiamo, dunque, di compiere tutte quelle azioni che possano calpestare i diritti del Prossimo. .

Arrivederci in Paradiso, Maestà!

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