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Palma Campania, la storicità del Carnevale Palmese: verso un osservatorio permanente

Palma Campania, 3 Dicembre – La Fondazione Carnevale Palmese ha organizzato un interessante convegno dal titolo La storicità del Carnevale, che si è svolto venerdì scorso nella Biblioteca Comunale “Luigi Michele Coppola”.  Al tavolo dei relatori i giornalisti Emma Di Lorenzo (moderatrice), Floriana Nappi e Pasquale Iorio, il preside Biagio Peluso e i docenti universitari Teresa Colletta (Centro Int. Di Ricerca Alberto Calza Bini – Università degli Studi Federico II) e Vincenzo Esposito (Università degli Studi di Salerno – Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale).

I locali della biblioteca L. M. Coppola, ristrutturata circa due anni fa e ad oggi sottoutilizzata dalla comunità palmese, hanno accolto gli ospiti in un’atmosfera che ha finalmente espresso la vocazione della struttura, intesa non soltanto come luogo di conservazione e fruizione del patrimonio librario, ma soprattutto come luogo dove proporre e confrontare idee e opinioni.

Dopo i saluti di Claudio Ferrara, presidente della Fondazione Carnevale Palmese, del sindaco Nello Donnarumma e del delegato al Carnevale Nello Nunziata, il convegno è iniziato ripercorrendo con gli autori le tappe della bibliografia sul tema dagli anni Ottanta a oggi, pur escludendo, per motivi organizzativi, i numerosi contributi specialistici come saggi articoli, tesi di laurea, pubblicati da numerosi studiosi locali, che contribuiscono a rendere nutrito il corpus bibliografico sull’argomento che  è stato preso più volte in considerazione da enti preposti alla ricerca. Il libro di Floriana Nappi (Le Quadriglie, 1995) illustra le origini della festa palmese e ipotizza una sua derivazione dalle feste napoletane in cui a Largo di Palazzo dal XVII secolo si riunivano i carri del Pane, della Carne, della Caccia e del Pesce, che erano seguiti da un gran numero di persone alle quali, dopo il segnale del re, tra canti, balli e baldoria, erano distribuiti i beni alimentari. La pubblicazione di Pasquale Iorio (Tutta colpa della Quadriglia, 2012) individua elementi del Carnevale palmese che si riscontrano in altre feste analoghe e in altri luoghi; la monografia di Biagio Peluso, infine, (Il Carnevale palmese 1986, che dunque è il primo del filone), è un’analisi delle origini della festa palmese, ma soprattutto dei suoi personaggi, come i “maestri”, con il loro ruolo di organizzatori e trascinatori di popolo.

Di particolare interesse gli interventi dei docenti universitari, osservatori esterni della festa, esperti di tradizioni popolari e dunque critici d’eccezione, capaci di far notare ai palmesi ciò che chi vive la festa dall’interno non sempre prende in considerazione.  La prof.ssa Teresa Colletta ha illustrato quali sono i progetti che l’Università di Napoli Federico II sta portando avanti per valorizzare il Carnevale dei luoghi della Campania dove esso è festeggiato con maschere, suoni, sfilate, ritualità. È stata rilevata l’importanza dell’identità, dell’appartenenza al territorio, che determina il ripetersi di codici interni e percorsi che si perpetuano anche quando, anno dopo anno, la festa si trasforma. Di particolare interesse è stato il tema dei percorsi nei centri storici, che tanto le processioni religiose che le sfilate delle feste di Carnevale in Campania ricalcano da tempo immemorabile, con rare varianti.

Il prof. Vincenzo Esposito, infine, ha invitato la platea a fare due osservazioni. La prima, la bellezza del Carnevale palmese di oggi, certamente diverso da quello delle origini, che fu semplice, povero, non programmato a tavolino. È infatti la festa del Terzo Millennio quella che un antropologo contemporaneo studierebbe, mentre, per quanto riguarda la memoria delle edizioni del secolo scorso, esse fanno parte della storia e rappresentano l’origine, la genesi di una festa oggi caratterizzata da altri rituali e altra complessità. La seconda: nel volume Carnevale si chiamava Vincenzo (1977) curato da Roberto De Simone e Annabella Rossi, pur avendo gli autori condotto una ricerca sul campo, nel descrivere il Carnevale palmese non scrivono la parola “quadriglia”, ma usano il termine “mascherata”, benché i palmesi ricordino di aver organizzato quadriglie da sempre.

Il convegno ha dunque suscitato tanta curiosità e numerosi spunti di ricerca, offrendo all’attuale Fondazione Carnevale Palmese elementi da cui partire per raccogliere memorie, testimonianze, documenti audiovisivi e quant’altro possa essere utile a costruire un Museo del Carnevale, un museo stabile (un precedente tentativo risalente a diversi anni fa non ha avuto continuità) e un osservatorio sulla festa.

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