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Napoli, “Vomeragine”: un quartiere che sta sprofondando nella paura

Capodanno (Valori Collinari): “Potrebbe trattarsi di una massa d’acqua che sta scendendo a valle”

Napoli, 3 Marzo – “Via Bonito, via Morghen, via Kerbaker, via Torrione San Martino, via Solimena, via Cesi, si allunga sempre di più la lista delle strade del Vomero, quartiere collinare partenopeo, dove, da un mese a questa parte, si stanno manifestando dei fenomeni preoccupanti, con dissesti che, sul manto stradale, vanno dall’avvallamento fino alla voragine apertasi in via Morghen che ha comportato tra l’altro lo sgombero di un intero fabbricato e dove, per mera fortuna, non si è verificata una tragedia con perdita di vite umane, dal momento che sono state inghiottite due auto, una delle quali con due persone a bordo. Ma non credo che sia finita qui!”. Esordisce Gennaro Capodanno, ingegnere, presidente del Comitato Valori collinari, fondatore sul social network Facebook di un gruppo, con quasi duemila iscritti, che, parafrasando un noto detto napoletano, s’intitola: “ Buche partenopee, vedi Napoli e poi…cadi “, al link https://www.facebook.com/groups/buchepartenopee/ .

“Vorrei essere un pessimo profeta – aggiunge – ma, attraverso una planimetria del quartiere collinare, inserendo le aree dove sino ad ora si sono manifestati i dissesti, ho notato che si trovano tutte all’interno di una fascia ben circoscritta. Da qui è nata l’ipotesi che i fenomeni che si sono sin qui manifestati potrebbero derivare da una grossa massa di acqua, generate da cause non note ma che andrebbero accertate in tempi rapidi, in quanto peraltro presumibilmente ancora attive, la quale, partendo dalla zona alta del quartiere, vale a dire da San Martino, sta scendendo a valle, dilavando i terreni e trascinandoli con se, con una forza sempre più dirompente, considerando anche l’impatto esercitato da questa massa d’acqua mista a terreno, creando, nel contempo, cavità lungo il percorso. Basti considerare che la spinta di un solo metro cubo di acqua, senza considerare il terreno che ne aumenta il peso, equivale a quella di una tonnellata, Se tutto ciò fosse attendibile questa massa in movimento, d’entità allo stato non quantificabile, ma che cresce lungo il percorso, si potrebbe ipotizzare, anche osservando la fascia suindicata, che sia arrivata anche nella zona tra via Fracanzano e via Cilea. Naturalmente si tratta di una mera ipotesi che andrebbe accertata attraverso indagini tecniche puntuali e mirate”.

“A questo punto la strada da seguire per evitare che il problema si diffonda e per porre un argine ai fenomeni che si stanno manifestando è, a mio avviso, una sola – sottolinea -. Bisogna, in immediato, effettuare il monitoraggio di tutte le strade del quartiere collinare attraverso metodologie rapide e non invasive, come il georadar, che, nel sottoporre a una sorta di radiografia il sottosuolo, a partire proprie dalle zone dove, per la presenza di manifestazioni in superficie, come gli avvallamenti, si può ipotizzare un dissesto in atto, possano individuare, tra l’altro, eventuali rotture dello scheletro, costituito dalle condotte idriche e fognarie presenti. Un tecnica già adottata altrove, per indagini sul sottosuolo, con ottimi risultati, peraltro con costi contenuti”.

“Un’altra importante attività da mettere in campo, seppure a medio e a lungo termine – puntualizza Capodanno – , al fine di evitare che possano ripetersi situazioni come quelle verificatesi al Vomero in questo periodo, sempre in relazione al suddetto scheletro, è quella di dotare il sistema delle condotte che attraversano il sottosuolo della strumentazione necessaria per effettuare un monitoraggio continuo, con l’utilizzo di moderne tecnologie che consentano il controllo da remoto della rete, in modo da poter intervenire tempestivamente, nel caso che si manifestino delle perdite”.

Sulle questioni sollevate Capodanno sollecita l’intervento di tutti gli uffici competenti, anche in considerazione del diffondersi di una sorta di psicosi che sta investendo gli abitanti del popoloso quartiere collinare, con l’ansia che possano manifestarsi nuovi cedimenti e voragini, con relative conseguenze.

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