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Napoli, Rifondazione Comunista sugli arresti di ieri a Piazza Bellini. Malinconico:”Non siamo uno Stato di polizia”

Napoli, 15 Giugno – No, così non va. Che polizia, carabinieri, guardie di finanza e vigili urbani abbiano svolto con impegno e professionalità i dovuti controlli nei mesi più difficili della pandemia, non legittima atteggiamenti persecutori. Non li legittimava nel periodo critico; a maggior ragione non li legittima ora che viviamo una fase di relativa tranquillità, in particolare nella nostra regione. Oltre che essere grave in sé, l’arresto a Napoli di tre giovani – Pietro, Fabiano e Diego, piuttosto noti in città per il loro impegno sociale e ora accusati di resistenza e oltraggio – si pone come ulteriore, inaccettabile conferma dell’atteggiamento aggressivo di non pochi tutori dell’ordine. Le autorità preposte, dal prefetto al questore ai vari comandi, farebbero bene a preoccuparsene.
L’Italia democratica ha bisogno di una polizia che sia inequivocabilmente democratica: non solo per statuto, ma soprattutto nel concreto espletamento delle funzioni. La divisa impone di essere di aiuto e sostegno ai cittadini, non è un viatico per l’arroganza. E il protagonismo delle forze dell’ordine ha un limite invalicabile nel rispetto dei normali diritti dei cittadini, tra cui (come recitano la Costituzione, le nostre leggi e le stesse ultime disposizioni governative a proposito della pandemia) il diritto alla circolazione e a frequentare, con le dovute cautele, luoghi e ritrovi pubblici.

Io non so se, nel comportamento tenuto dagli agenti ieri sera, abbia influito il fatto che i tre fossero riconosciuti attivisti del Centro sociale “Mezzocannone occupato” e dei movimenti di lotta sull’ambiente e sui diritti. Voglio credere di no. Ma ho visto i video, ho ascoltato le testimonianze di chi c’era, e mi paiono evidenti quattro cose:
1. Si chiedono normalmente i documenti a persone in atteggiamento sospetto. Ma quei giovani, come tanti altri, stavano semplicemente godendosi una serata pre-estiva a Piazza Bellini;
2. Se uno su tre non ha addosso la carta d’identità (può accadere di lasciarla a casa in uno Stato democratico e non di polizia), non c’è alcun motivo per spintonarlo e portarlo in caserma, specie se sta in compagnia di altri due che i documenti li hanno e possono mostrarli;
3. Non ha alcun senso logico mettere in stato d’assedio la cosiddetta “movida” con ben nove volanti e un blindato dell’esercito; tanto più che in Campania, come chiunque può facilmente constatare di persona, gli assembramenti cittadini si sono avuti e continuano ad aversi con un diffuso rispetto delle precauzioni di contenimento del virus;
4. Non c’è davvero proporzione tra quanto accaduto e la decisione del Pubblico Ministero di tramutare il fermo in arresto e disporre il trasferimento dei tre a Poggioreale.

È un piccolo episodio, si dirà. Ma forse non è tanto piccola la questione cui rinvia: quando si cominciano ad arrestare le persone anche in contesti dove non ci sono reati e né la salute pubblica e né l’ordine pubblico sono messi in pericolo, allora siamo davanti a qualcosa di scivoloso che va assolutamente bloccato.
Ho visto che diverse associazioni politiche e sindacali, dai COBAS a Rifondazione Comunista, stanno chiedendo la scarcerazione immediata degli arrestati. Fanno bene. E se si convocherà un’iniziativa pubblica di protesta, sarebbe opportuno che tutti i sinceri democratici partecipassero.

Rino Malinconico
segretario regionale del Prc

  

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