Circa 11.000 i tavolini in più in Città, rispetto al pre-Covid
Napoli, 18 Settembre – Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, dopo che è stato più volte e ripetutamente evidenziato da tanti napoletani il grave problema, presente lungo i marciapiedi e le strade del capoluogo partenopeo, causato dall’invasione del fenomeno, oramai noto in tutto il Paese, come “tavolino selvaggio”, che di fatto ha privato le persone, segnatamente i diversamente abili con problemi di deambulazione ma anche le mamme con passeggini, di poter transitare facilmente e in tranquillità sui marciapiedi, senza dover effettuare dei veri e propri slalom o addirittura essere costretti a utilizzare la carreggiata laddove il marciapiede sia totalmente occupato, come capita di sovente, in considerazione del fatto che, a fronte delle reiterate proteste e denunce, salite più volte alla ribalta delle cronache, non si era riscontrata alcuna risposta operativa da parte degli organi competenti e che anzi, anche sulla scorta degli ultimi provvedimenti in materia, non s’intravede nulla di positivo per la soluzione del problema che anzi si aggrava, con una vera e propria giungla che, secondo gli ultimi dati, ha prodotto quasi 11.000 tavolini in più rispetto al pre-Covid, pure per la possibilità di occupare anche spazi nelle strisce blu, ha rilanciato, in questi giorni, la petizione online dal titolo: ”Napoli: basta con “tavolino selvaggio”! Rivogliamo i nostri marciapiedi! “, presente sulla piattaforma change org al link: https://www.change.org/bastatavolinoselvaggio , indirizzata al prefetto, al questore e al sindaco di Napoli, Manfredi, con la richiesta d’interventi immediati e non più dilazionabili per debellare un fenomeno che in Città ha raggiunto livelli inaccettabili, peraltro in aperto contrasto con le normative al riguardo vigenti, petizione che ha superato le mille sottoscrizioni.
Con l’occasione lo stesso Capodanno chiede anche che vengano avviate le indagini ritenute opportune e necessarie per appurare eventuali responsabilità nei ritardi sin qui accumulati, a ragione dei mancati interventi finalizzati a debellare un fenomeno che, amplificatosi a dismisura nel tempo, ha generato rabbia e irritazione crescente.
“Particolarmente evidente il fenomeno nel quartiere collinare del Vomero – puntualizza – dove oltre ai marciapiedi le occupazioni di suolo, peraltro senza un progetto organico che le uniformasse, hanno riguardato segnatamente i tratti pedonalizzati di vi Scarlatti e di via Luca Giordano. Una situazione che oltre ai problemi per i pedoni, costretti a far lo slalom tra gazebo tavolini e sedie, riguarda segnatamente i mezzi di soccorso”.
“Di recente – sottolinea – ho personalmente assistito a una scena che ha dell’incredibile. Un’ambulanza che ha imboccato l’ultimo tratto pedonale di via Luca Giordano, sfrecciando, a sirene spiegate e a forte velocità, a pochi centimetri dalle persone sedute ai tavolini di alcuni bar, tavolini che erano stati collocati fuori dai gazebo. Una scena che ha lasciato i presenti senza fiato e che purtroppo non è la prima volta che si verifica, dal momento che la presenza di tanti tavolini, posti su ambedue i lati della carreggiata, costringe gli autoveicoli autorizzati a circolare nei tratti pedonalizzati a delle vere e proprie gimcane per poter passare, con possibili conseguenti pericoli”.
“Diciamo basta a “tavolino selvaggio” – sottolinea Capodanno -. Oramai nel capoluogo partenopeo i marciapiedi hanno in gran parte perso la funzione per la quale furono realizzati, come ricorda anche la loro etimologia. Tra dehors, gazebo, ombrelloni, tavolini, sedie e orpelli vari, che si vanno ad aggiungere a buche, cumuli d’immondizia e motocicli in sosta, per i pedoni e segnatamente per le persone diversamente abili, con problemi di deambulazione, transitare sui marciapiedi o nelle isole pedonali si è trasformata in un’impresa titanica, a volte addirittura impossibile. Non se ne può più! Per queste ragioni chiediamo alle autorità preposte di mettere in campo, in tempi rapidi, tutti i provvedimenti necessari, attivando le azioni consequenziali per liberare marciapiedi e carreggiate, con l’eliminazione, in particolare, di tutte quelle strutture che impediscono il normale transito sia dei mezzi di pronto intervento che dei pedoni, segnatamente delle persone diversamente abili, peraltro sovente in aperto contrasto con le normative al riguardo vigenti e, in qualche caso, anche prive delle necessarie autorizzazioni“.
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