Marigliano: la più bella del mondo? Così preservate queste risorse straordinarie legate alla storia, alla cultura? La “Taverna del Bosco” era in piedi da 500 anni. Conosciuta nella cartografia del Settecento come “Taverna del fusaro” è stata ridotta in polvere in poche ore. Dove eravate? Cosa rimpiazzerà la cinquecentesca taverna buttata giù? Cosa avete autorizzato nella zona dei Depuratori e del nuovo Impianto di Compostaggio da 24 milioni euro, dove puzze e rifiuti sono e saranno sempre più all’ordine del giorno? Oggetto di interventi di ristrutturazione, la Taverna del Bosco appariva come un cantiere in attesa di un completamento dei lavori e di una sua nuova funzione. Lo spicconamento degli antichi intonaci aveva messo in luce i portali del 1700 e il porticato del 1500 a tre fornici tompagnato. Ai pilastri erano stato addossate due lesene con due tabernacoli.
Un luogo intriso di storia sociale. Ma adesso non c’è più nulla. Tutto scomparso. Una grande spianata pavimentata a brecciame, tronchi di alberi secolari tagliati, recinzioni. Dal 2020, la situazione urbanistica a Marigliano peggiora sempre più e i cittadini subiscono brutalmente l’incapacità dei politici di gestire un territorio fragile e complesso. Si massacra il territorio, si cementifica, si rovinano siti di particolare bellezza, si depaupera il nostro bene più prezioso che rappresenta la nostra storia e la nostra identità. Con la bolla speculativa, continua la distruzione del patrimonio architettonico e culturale di Marigliano anche per colpa di una Soprintendenza che resta inerte e che sembra essersi adeguata ai disegni di chi non fa tutela e cancella la memoria.
Confesso che eravamo abituati a Soprintendenze di ben altro spessore. Ora noi amanti della conservazione possiamo dire di essere stati sconfitti…vince il mattone, vincono i soldi e l’arroganza del potere. La mancanza di corrispondenza della Soprintendenza è assordante e ci vede inermi di fronte a coloro cui basta un semplice Bobcat per massacrare storia, radici e identità. Così perdiamo tutti.
Anita Capasso