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Marigliano, ritorna la processione: San Sebastiano si barda a festa. Stamani operazione di restyling con Salvatore Esposito, Pasquale Porciello e Cristina Sepe con gli artisti

Marigliano, 13 Gennaio – Statua di San Sebastiano pronta per la festa. Esistono artisti che lavorano nell’ombra. Lontano dalle luci della ribalta. Sono i tre angeli dell’arte e della fede che si erano dati appuntamento per lunedi’ per l’operazione di restyling, ma poi le previsioni meteo hanno cambiato i piani. Si sono anticipati e stamani animati da tanto amore hanno tirato a lucido il Santo Patrono. Le statue non parlano, ma stamattina quella di San Sebastiano emanava luce e candore. Sembrava raggiante.
Sarà perché finalmente la festa ritorna, secondo il parterre tradizionale. Si farà la predica tra via Nicotera e via Isonzo: San Sebastiano sarà portato in processione. La chiesa ha fatto dietro front. Il dispiacere adesso è felicità. Intanto Salvatore Esposito, Pasquale Porciello e Cristina Sepe, i tre artisti, si arrampicano sul monumento e tinteggiano la statua del Santo martire di colore bronzeo.
L’avevano fatto anche l’anno scorso benché la tradizione fosse stata congelata. Ma che importa! Adesso la festa si farà e ci sarà anche la tradizionale gara di fuochi pirotecnici che in serata riunirà tutta la cittadinanza sul ponte di San Sebastiano. Era il 20 gennaio del 1913 quando fu eretto il monumento.
L’iscrizione marmorea recita: ”Qui dove il popolo trae ogni anno festeggiare il patrono San Sebastiano, i canonici Basile e Autiello con pio e grato animo fecero innalzare questo monumento”. Questo a riprova che la tradizione lascia tracce indelebili e fonti scritte.
Salvatore Esposito, le radici le ha scolpite nel cuore. Ha 78 e ha iniziato da ragazzo a tinteggiare la statua. Lo fa da artista, cresciuto nella bottega del maestro Buonincontri, ma soprattutto da fedele.
C’è grande attesa per la processione che di solito arriva sul ponte dopo mezzogiorno. La statua d’argento viene portata a spalla, tra odori di castagne al fuoco, cannella e i dolciumi delle bancarelle. La città non vede l’ora e coglie come segnale di luce la continuità.
Anita Capasso
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