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Le notizie che non fanno più notizia…

Saviano, 16 Dicembre – Ormai gli allagamenti  non fanno più notizia. Siamo arrivati al punto in cui tutto ciò che è fuori dall’ordinario diventa normale, in un’assuefazione dagli effetti devastanti. Le continue manifestazioni di dissesto idrogeologico sono ormai entrate nel nostro quotidiano, non ci meravigliano più. Siamo storditi e non abbiamo più la lucidità di analizzare al meglio le situazioni. E’ una sorta di post sbornia anche mediatica, perché il fatto che esce dalla normalità non viene più raccontato, mentre si fa passare per straordinarie le cose che rientrano nella normale e ordinaria amministrazione.

Non c’è più nessun farmaco in grado di curarci, in grado di invertire la rotta: è già stata segnata e anche tanto tempo fa. E’ un mondo capovolto, nel quale chi ha ragione passa automaticamente dalla parte del torto, mentre chi ha torto chiede anche un risarcimento danni. In questo processo di autocelebrazione del proprio operato molti dimenticano di essere al servizio dei cittadini, e che tutto ciò che viene fatto dev’essere fatto. Non è un obbligo, ma semplicemente rappresentazione degli interessi dei rappresentati. Concetti semplici, la base di una democrazia, ma che faticano ad essere compresi in un paese in cui per fare lo scrutatore ti devi rivolgere al politico di turno.

Sono gli stessi politici che si fanno fotografare nelle manifestazioni, o durante gli interventi in situazioni di urgenza. E’ un mettersi in mostra nel quale l’apparenza conta più di ogni altra cosa, è un manifestare la propria presenza in occasioni che a volte hanno poca rilevanza per la vita di un paese. E’ un mostrare il proprio potere, senza accorgersi che però bisogna fare i conti con la realtà: in questa gara a chi ce l’ha più lungo si dimentica che l’unica regola del gioco è saperlo usare. In questa nullità totale anche una materia prima di colore marrone può sembrare cioccolato fuso, così invitante da non poter resistere. Poi però lo assaggi, e ti accorgi che non emana un buon odore, nemmeno un gran sapore, e forse ti rendi conto che non era cioccolato.

 Ma questa è una tua congettura, perché nella fase post sbornia di cui sopra il dubbio resta, e non ci resta che piangere. E così ci ritroviamo nella stessa lacrima, sulla stessa barca, nello stesso mare. Senso figurato ma non troppo, perché il mare è arrivato, come l’inverno. Poi arriverà anche l’estate, poi un altro inverno e poi un’altra estate ancora. Ma tra due anni avremo un paese migliore, il miglio di tutto il territorio. Saremo invidiati da tutti, ognuno farà carte false per vivere in questo paese.

E’ una promessa, e si è certi che sarà mantenuta. Magari non proprio tra due anni, forse cinque, dieci. Venti. O meglio, altri venti…

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