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Lazio, Piano Servizio Sanitario Regionale. Comitato Civico Cori:”Permane scarsa chiarezza sui servizi di emergenza\urgenza”

Roma, 22 Novembre – La Regione Lazio in data 14 novembre 2019 ha adottato il decreto U00469 che reca l’ “Adozione in via definitiva del piano di rientro “Piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del Servizio Sanitario Regionale 2019-2021″ ai sensi e per gli effetti dell’art. 2, comma 88 della L. 191/2009, secondo periodo”,  prevede al punto 7.1.3 quanto segue:

La Regione Lazio ha programmato la trasformazione dei PPI in Punti di erogazione di assistenza primaria; in proposito le Aziende Sanitarie interessate (Asl Roma 4, Asl Roma 5, Viterbo, Rieti e Latina) hanno già adottato gli atti di propria competenza che prevedono il servizio, diversamente qualificato, ma in continuità con le funzioni precedentemente svolte, a far data dal 1 gennaio 2020″.

A tal  proposito il Presidente del Comitato Civico in difesa del PPI di Cori,  dichiara di aver ottenuto un  parziale risultato rispetto a questo atto di  revisione di quanto previsto nel precedente DCA U00303/2019.

Evidentemente il ricorso al TAR imbastito dai Comitati e da alcuni cittadini ha indotto il Commissario ad acta della Regione Lazio a riformulare il DCA U00303/2019, in funzione di una garanzia di continuità con le funzioni precedentemente svolte  dai PPI.

Ma lo stesso atto viene riscritto in maniera contraddittoria, nel momento in cui esordisce che la Regione ha programmato la trasformazione dei PPI in Punti di erogazione di assistenza Primaria. Ora se si vogliono garantire tutte le funzioni precedentemente svolte dai PPI, è necessario che siano coordinati e dipendenti dall’organizzazione dell’emergenza/urgenza, e quindi del Dipartimento di Emergenza, così come previsto dal DM 70 del 2015.

A meno che, questo atto non voglia essere un atto difensivo rispetto al ricorso intentato al TAR.  Vero è che la vicenda della rimodulazione dei Punti di Primo Intervento rischia di diventare materia contraddittoria tra atti delle ASL e della Regione, che nei fatti non risultano coordinati, vedi l’inciso, “che prevedono il servizio diversamente qualificato”.

Permane, quindi una scarsa chiarezza sui servizi di emergenza/urgenza che devono essere garantiti alla cittadinanza a far data dal 1 gennaio 2020.

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