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LA RIFLESSIONE – Che cloaca!

Napoli, 4 Dicembre – L’Italia è un paese in fase di graduale degrado, specie per quel che inerisce alla rete di trasporto ferroviario: difatti, malgrado il costante impegno a promuovere restyling di tipo infrastrutturale, l’organizzazione dei servizi lascia parecchio a desiderare. A pagare le spese di una siffatta Babele sono, com’è ovvio, i tanti passeggeri e pendolari che si servono quotidianamente del treno per raggiungere il luogo di lavoro, ovvero per ricongiungersi alle rispettive famiglie (il venerdì, com’è noto, c’è sempre la cosiddetta «transumanza», come da sempre soglio definirla).

Tra i fruitori del trasporto ferroviario, cari Lettori, ci sono anch’io: ritengo che il treno sia una comodità, nonché una medicina per l’ambiente, dato che la trazione elettrica comporta una significativa riduzione del buco nell’ozono; peccato, però, che non tutte le mète – in particolare al Sud – son raggiungibili tramite ferrovia (probabilmente…per espressa volontà di qualcuno cui si piegano, da lustri, i politici di turno, ancor oggi «tutto fumo e niente arrosto»): le località turistiche della nostra Terra sono molteplici, ma una cospicua pluralità delle suddette è servita da alcuna stazione, pertanto il visitatore potrà avvalersi esclusivamente del trasporto su gomma, talvolta in soluzione combinata con quello su ferro (si pensi ai tickets cumulativi).

I disagi cui oggigiorno vanno incontro pendolari e vacanzieri sono altrettanto plurimi, ma da sempre si tende a sottovalutarli: nonostante gli spot pubblicitari che incentivano ad acquistare biglietti promozionali per viaggiar comodi sui convogli ad alta velocità, va segnalato che proprio questi ultimi stanno iniziando a dar luogo a problematiche di tipo organizzativo, in particolare in prossimità dell’orario di partenza: proprio in data odierna, nell’appropinquarmi al convoglio a bordo del quale sarei dovuto salire nell’immediato, mi sono avveduto che la squadra di pulizia, composta da più di sei elementi, non aveva ancora ultimato il proprio lavoro, la qual cosa, com’è ovvio, ha fatto sì che il treno lasciasse la stazione di Napoli Centrale con sei minuti di ritardo.

Sebbene non si tratti di un ampio margine temporale, i passeggeri han patito comunque una valanga di disagi, tra cui il dover trascorrere più di dieci minuti all’impiedi, fermi, su un marciapiede ove le panchine di certo non abbondano.

Al pari di tanti, sono ancora in grado di reggermi, finanche con più di un bagaglio al séguito; ma, per Giunone, il gestore dell’infrastruttura vuole prendere in considerazione le difficoltà che, così facendo, riscontrano gli utenti a mobilità ridotta o con patologie? Costoro, in ossequio al nuovo Regolamento UE in materia di trasporto ferroviario, ben potrebbero vantare – anche in sede contenziosa – il diritto ad una compensazione pecuniaria per gli eventuali pregiudizi patiti (l’esempio più lampante potrebbe essere un acclarato colpo della strega conseguito, per l’appunto, allo star ritti per parecchio tempo): invito, dunque, tutti i Lettori a far sentire la propria voce, perché il sistema ferroviario Italiano non può né deve tramutarsi in cloaca!

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