Comuni

La fragilità denudata, un urlo di aiuto per i diritti delle persone con disabilità

Striano, 9 Febbraio – Antonio ha 45 anni, vive solo su una sedia a rotelle a Striano provincia di Napoli. Non esce di casa per problemi personali tra cui un operazione al cuore da 9 anni. Antonio ha una pensione e un accompagnamento che gli spettano di diritto, ma da quest’anno il Comune gli chiede di pagare 4 euro all’ora per il servizio di assistenza domiciliare che riceve. Dunque, Antonio, non capisce perché debba pagare per un servizio che gli garantisce una vita dignitosa e che gli permette di rimanere nel suo ambiente familiare.

Si sente umiliato e costretto a rinunciare al servizio che gli è indispensabile. Antonio non è il solo a vivere questa situazione. Tante altre persone con disabilità e le loro famiglie si trovano a dover affrontare cambiamenti e difficoltà nel ricevere il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD), un insieme di servizi offerti a domicilio a persone in condizioni di fragilità e disagio, che consente di aiutare la persona nel disbrigo delle attività quotidiane sollevando in parte la famiglia dal carico assistenziale. Questo servizio è erogato dal Servizio sociale dei Comuni, che stabiliscono i criteri di accesso e la compartecipazione economica in base all’ISEE, l’indicatore della situazione economica equivalente.

Da quest’anno, però, i Comuni hanno introdotto nuove regole e nuove tariffe che rendono più difficile e più costoso usufruire del SAD. In alcuni casi, come quello di Antonio, si chiede alle famiglie di pagare fino a 4 euro all’ora, una cifra che per molti è insostenibile. Queste nuove regole sono state introdotte senza una adeguata informazione e consultazione delle persone con disabilità e delle loro associazioni, che si sentono discriminate e abbandonate dalle istituzioni. Queste persone si chiedono dove sono i diritti delle persone con disabilità, sanciti dalla Convenzione ONU e dalle leggi italiane, che prevedono il rispetto della dignità, dell’autonomia, della libertà di scelta e dell’inclusione sociale delle persone con disabilità.

Queste persone si chiedono perché il Servizio Sanitario Regionale non si faccia carico di garantire l’assistenza domiciliare integrata, che comprende servizi sanitari e riabilitativi, a tutte le persone che ne hanno bisogno, senza distinzioni economiche. Queste persone si chiedono perché il Governo non intervenga per armonizzare le norme e le risorse a livello nazionale, per evitare le disparità tra le diverse regioni e i diversi comuni.

Queste persone lanciano un urlo di aiuto, perché vogliono vivere e essere aiutate quanto meno come fino a oggi sono state. Queste persone chiedono di essere ascoltate e tutelate, perché sono cittadini a pieno titolo e hanno diritto a una vita dignitosa e a una piena partecipazione alla società. Queste persone meritano rispetto e solidarietà, perché sono persone con disabilità, ma soprattutto persone con capacità, potenzialità e desideri.

Rosa Ferrante

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