Attualita'

IL PUNTO – Test psico-attitudinali per l’accesso in magistratura ordinaria, riflessioni critiche e proposte di riforma legislativa in ambito giudiziario-forense

Napoli, 9 Aprile – Ormai da qualche giorno si sente, a ripetizione, discutere la notizia, nei tg più blasonati, dell’introduzione, dal 2026 in poi, dei test psico-attitudinali per l’accesso (con concorso pubblico statale-nazionale come sempre), alla Magistratura Ordinaria.

La notizia potrebbe apparire agli occhi di chi non è un ”addetto ai lavori” ( ad esempio: Avvocato o Praticante Avvocato; Assistente Sociale o Curatore del Minore e/o Amministratore di sostegno), tenuto a relazionarsi, sempre, con la Magistratura Ordinaria, come un ”toccasana”, in quanto propositiva di un andamento ordinato del ”servizio pubblico Giustizia”, sulla scia ed a ”simil-imitazione” del parametro normativo sancito all’articolo 97, secondo comma, Cost.

Va, dunque, frenato questo smodato entusiasmo pseudo-garantistico, in quanto non vi è alcuna ragione di tutta questa enfasi, visto e considerato che non si sta affrontando la questione delicatissima in oggetto, secondo la metodologia giusta, perché la ”norma varata” di controllo psico-attitudinale dei potenziali appartenenti all’Ordine Giudiziario italiano, sta rischiando di diventare solo uno dei tanti rimedi legislativi ”tampone”, tesi a garantire, a livello puramente teorico, il corretto andamento e funzionamento dell’amministrazione della ”macchina giudiziaria italiana”.

Detto in parole semplici: il ”tallone di Achille” che demolisce, alla radice, ogni valido intento riformativo dell’accesso alla Magistratura Ordinaria italiana, sta proprio nell’articolo 104, primo comma, Cost., in quanto l’autonomia della Magistratura (Ordinaria e non solo) viene intesa, spesso e volentieri nella realtà dei fatti, come possibilità di agire alla pari del potere legislativo, costituzionalmente spettante al Parlamento Italiano (artt. 55; 56 e 70 Cost.).

Per tali motivi, la Magistratura (Ordinaria e non) va sottoposta al controllo direttivo e disciplinare del Ministero della Giustizia con verifica, costante ed almeno trimestrale, degli obiettivi raggiunti da parte di ogni Magistrato (Ordinario e non).

A parere umile di chi scrive, va ritenuto, altresì, irragionevole il limite castrante di tre volte per superare il Concorso in Magistratura Ordinaria, quale ”strumento legislativo” congegnato in barba alla formazione forense e giuridica in senso ampio, che si è in grado, in qualità di Praticanti Avvocati e di Avvocati Ordinari, seriamente impegnati a studiare costantemente, di acquisire progressivamente nel corso degli anni (quale maturità formativa costante, comprovabile, non senza sforzi, con relative pubblicazioni concorsuali- giuridiche e/o forensi di spessore teorico-processuale innovativo ed anche tramite il conseguimento, nelle modalità giuste normativamente previste od anche varabili legislativamente, dei titoli di Avvocato Specialista (In Diritto Civile o Penale; in Diritto di Famiglia, etc.) o del Diploma di Scuola di Specializzazione in Professioni Legali (indirizzo: Giudiziario-Forense e Notarile), quali percorsi formativi da fare organizzare dalle Scuole Forensi e, solo in via sussidiaria, dai Dipartimenti di Giurisprudenza degli Atenei presenti sul suolo italiano.

Esemplificando: dalla ordinata gestione dell’accesso in Magistratura Ordinaria dipende anche il buon andamento della gestione dell’Avvocatura Italiana, quale ”strumento di dialogo alla pari”, con l’Ordine Giudiziario, a tutela degli assistiti.

Ne deriva che urge statalizzare anche la Professione Forense a livello di ingresso (da garantire sempre e con certezza del lavoro da dovere essere distribuito, per tutti gli iscritti, dai Coa di appartenenza, secondo le competenza di ciascun Praticante od Avvocato Ordinario): Il Parlamento Italiano deve riservare, legislativamente, tale potestà al Ministero della Giustizia che deve ”ordinare” ai Coa di eseguire le direttive didattico-formative (previste sempre con bando ministeriale e non per iniziativa del locale Coa) ed organizzative in favore degli iscritti, con frequenti verifiche ministeriali ”a sorpresa”.

Dovrà poi essere, legislativamente, attribuito al Ministero della Giustizia, l’onere, almeno biennale, di verificare l’incensuratezza penale degli Avvocati e dei Magistrati (Ordinari e non) con accesso ai casellari giudiziali, previo incarico conferito ai vari Uffici del P.M, con obbligo di rendiconto dell’operato svolto, con stesura di dettagliata relazione firmata digitalmente.

Solo in questa logica, l’introduzione dei test-psico-attitudinali per i potenziali Magistrati Ordinari potrà, al limite, avere senso, altrimenti, qualora permanga l’impianto normativo-istituzionale attuale, rischierà di diventare un canale di ”selezione ideologica”, in favore di chi appoggia e sostiene le correnti sindacali della Magistratura Ordinaria.

Proseguendo ed approfondendo: reputo, infatti, che per la Magistratura (Ordinaria e non) e per l’Avvocatura. debba essere istituito un ”Organo Unico di Difesa dei Diritti delle Toghe Forensi e Giudiziarie” (composto da un Magistrato, anche non Ordinario, e da un Avvocato (anche non Cassazionista), seriamente formati sul piano teorico-processuale (civile e penale) ed organizzativo-pratico, che diano la propria disponibilità con comunicazione a mezzo Pec al Ministero della Giustizia, per formare un Albo apposito perenne sempre aggiornabile con rotazione biennale) venendo collocati in aspettativa durante l’esercizio delle loro funzioni in questione e con maturamento della anzianità di servizio).

Stante tutto quanto sin qui premesso, ne consegue che la Commissione che dovrà eseguire i test-psico- attitudinali per l’accesso alla Magistratura Ordinaria, dovrà essere eletta dal Ministero della Giustizia (e non dal Csm che va assorbito, di conseguenza, nel Dicastero suindicato come, del resto, deve accadere, auspicabilmente, per il Cnf).

Concludendo: all’apice di tutto questo auspicabile processo di Riforma Legislativo-organizzativa deve stare il dato di fatto che sia l’attività forense che quella giudiziaria devono essere statalizzate equamente, in quanto costituenti servizi pubblici essenziali.

Scisciano Notizie è orgoglioso di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico. Per questo chiediamo a chi legge queste righe di sostenerci. Di darci un contributo minimo, fondamentale per il nostro lavoro. Sostienici con una donazione. Grazie.
 
SciscianoNotizie.it crede nella trasparenza e nell'onestà. Pertanto, correggerà prontamente gli errori. La pienezza e la freschezza delle informazioni rappresentano due valori inevitabili nel mondo del giornalismo online; garantiamo l'opportunità di apportare correzioni ed eliminare foto quando necessario. Scrivete a [email protected] . Questo articolo è stato verificato dall'autore attraverso fatti circostanziati, testate giornalistiche e lanci di Agenzie di Stampa.