Cultura

“I Viaggi di Adelina”, Tagliacozzo: paese d’arte e di cultura

Napoli, 12 Ottobre – La passeggiata a Tagliacozzo, paese d’arte e di cultura lascia il turista meravigliato di tanta bellezza in un luogo di montagna. Il paese di 6939 abitanti, della provincia dell’Aquila in Abruzzo si adagia ai piedi del monte Civita della Marsica occidentale. Il suo nome deriva dal nesso di due termini latini Talus e Cotium, “taglio nella roccia”. Infatti il borgo è esteso urbanisticamente lungo la spaccatura che divide in due il monte.  Fa parte dell’Associazione nazionale ‘I borghi più belli d’Italia’. Tagliacozzo diede il nome alla battaglia combattuta nel 1268 tra Corradino di Svevia e Carlo d’Angiò. Dante Alighieri ricorda  la storica battaglia  nel   XXVIII canto dell’Inferno, della Divina Commedia . “E là da Tagliacozzo/, dove senz’armi vinse il vecchio Alardo”.

Si parte per la passeggiata dai giardini pubblici, dove si può visitare la chiesa della SS. Annunziata dal pregevole antico portale d’ingresso, che sorge a lato del Municipio. La chiesa è a navata unica coperta da volte a botte con cappelle laterali. Si prosegue con uno sguardo alla Fontana e si attraversa Porta da’Piedi per rievocare la storia, con Sandra Passalacqua e Fabio Letta, guide turistiche, che oltremodo deliziano con le vicende accompagnando i visitatori per la zona antica.

La sosta primordiale è Piazza Obelisco, con la sua attraente fontana. Ci si sofferma incantati per ammirare i circolari palazzi signorili, il loggiato con archi a tutto sesto e le finestre rinascimentali che ristrutturati nel corso dei secoli, portano alla luce i vari stili architettonici. Anticamente chiamata ‘piazza da’Piedi’ era attorniata da portici,  che furono chiusi nel 1810 per ordine di Gioacchino Muratre di Napoli. Al centro della piazza al posto della fontana edificata nel 1824, c’era il Pilozzo, un sedile di pietra dove, esposti alla gogna venivano fatti sedere i debitori. Fu sostituito dalla fontana con obelisco in onore di S. Antonio da Padova, protettore di Tagliacozzo e ogni anno si ricorda l’evento con una festa religiosa che si svolge l’ultima domenica di agosto. La città che andava ad ingrandirsi all’interno delle mura aveva 5 porte: Porta Romana verso Roma; Porta Valeria all’opposto; Porta S. Rocco confinante a Palazzo Ducale; Porta da’Piedi (o Porta dei Marsi) nel paese basso e Porta Corazza verso il fiume Imele. Le ultime due forse sorsero in rapporto all’estensione del paese, alla fine del XIV secolo.

Affascina il fiume Imele che scende libero dalla montagna, con acqua freschissima e si immette accanto a case con le finestre ricche di vasi con i fiori variopinti, per poi incanalarsi sotto la strada e ancora risorgere su Tagliacozzo.  Lo scenario è da fiaba! Tra svariate diramazioni di stradine tutte in salita si osserva l’architettura del borgo. Si contemplano frontoni, rosoni, stemmi, spaziosi atri, scalone baronale, affreschi, iscrizioni, statue.

Si passa per il Palazzo Ducale, del  XIV secolo, perla del patrimonio artistico di Tagliacozzo appartenuto dai nobili Orsini poi alla famiglia Colonna, e ai Barberini-Corsini. Il Palazzo ha le finestre del primo piano bifore rettangolari e del secondo piano di gusto prettamente rinascimentale, con archi a pieno sesto e decorazioni di grande finezza e maestria, alcune di esse affacciano su via del Teatro. Meraviglia destano le sale ornamentali, i dipinti e la Cappellina centrale.

È d’obbligo la fermata al Teatro Talia ,che era un monastero benedettino adattato poi a luogo di spettacolo.  Dopo alcuni secoli la struttura, dedicata al re, Ferdinando II, fu completamente restaurata e la nuova inaugurazione diede l’intitolazione della costruzione  alla musa Talia. Un’altra ristrutturazione del Teatro si è avuta nel  2002 e accoglie stagioni di prosa e musica in inverno e spettacoli del Festival internazionale nei mesi di luglio ed agosto.

L’attrazione delle belle case allestite di fiori, abbarbicate sulla roccia tra viuzze e gradini, conduce i turisti nel silenzio della parte sempre più alta del borgo.  Ci si immerge nell’incanto di pace passando per la Chiesa e convento di S. Francesco dichiarato monumento nazionale nel 1902.La chiesa ha ricevuto  molteplici trasformazioni per ordine degli Orsini e dei Colonna, signori della contea e del ducato ,subendo in seguito  anche lo stile barocco che nel 1960 restaurata ritornò al suo aspetto medievale. Dal ‘500 ospita la Tomba del beato Tommaso da Celano, primo biografo di San Francesco d’Assisi.

La chiesa a navata unica con archi trasversali a sesto acuto si lascia abbracciare con un largo sguardo di serenità, mentre i visitatori hanno negli occhi ancora le decorazioni di scene della vita del santo rinvenute sulle lunette del portico del convento. Ammirevole è l’albero genealogico con i venti rami delle famiglie francescane appartenenti alla Regione d’Abruzzo, che si trova sulla volta del portone d’accesso al convento, che immette nel chiostro di stile rinascimentale. Dopo questa sosta, proseguendo ci si imbatte nel complesso monastico dei Santi Cosma e Damiano: convento benedettino più antico di Tagliacozzo, dove ancora vivono le poche monache di clausura, votate alla preghiera ed alla preparazione di dolcetti e confetture, loro fonte di mantenimento; la vendita ai turisti avviene attraverso una grata nel muro e la ruota di legno girevole tipica dei monasteri di clausura.

Tagliacozzo che vanta numerose chiesette, palazzi storici, è fornita di locali caratteristici dove degustare i prodotti tipici del luogo. La cucina tagliacozzana si rifà ai sapori semplici e invitanti della gastronomia d’Abruzzo, risente l’influenza della arte culinaria partenopea e romana: pasta all’uovo fatta in casa, polenta di farina di mais, carni d’agnello,  di vitello, di maiale, prosciutti, lonze, coppa, fegatelli salami, guanciali e pancetta; i dolci tipici sono legati alle ricorrenze: pizza con le noci e le nivole ripiene  a Natale, le frittelle e le zeppole con castagnole al miele e nocchietelle a Carnevale.  A Pasqua la pizza e i “fauni”; Per la Festa del Volto Santo nella Domenica in Albis si mangiano i dolci tradizionali: “cavallucci” e “palombelle” delle monache benedettine.

Tagliacozzo è una continua scoperta di storia e tradizioni e la XLI edizione della Rassegna Internazionale del Folklore tenutasi a fine agosto di quest’anno ne è la prova tangibile. L’evento, omaggio alla cultura popolare che è differente da ogni paese del mondo, crea emozione e costruisce ammirazione con la diversità delle altre tradizioni, tra musica, balli e colori.

La bellezza e le meraviglie del borgo che hanno affascinato i visitatori resteranno impresse nella loro memoria.  Alle guide turistiche che sono state eccezionali, viene lasciato un arrivederci alla prossima tappa e a Sandra Passalacqua le si chiede come è approdata al lavoro di guida turistica. “Svolgo l’attività di guida turistica  perché iscritta nell’Albo professionale delle guide turistiche della Regione Abruzzo. Vivo a Tagliacozzo una città d’arte molto interessante, in questa parte della regione che è denominata Marsica. 

Ho sempre desiderato conoscere la storia, i luoghi caratteristici, i monumenti, le bellezze naturali che mi circondano. Partendo da questo interesse e da una innata curiosità, ho intrapreso un percorso di studi per svolgere la professione di guida turistica che amo definire non un lavoro ma una grande passione. Mi consente di accompagnare delle persone – continua Passalacqua – alla scoperta del nostro meraviglioso territorio e della cultura nei vari aspetti: storico-artistici, antropologici, enogastronomici, ambientali e letterari. Il mio obiettivo è comunicare una pura emozione che ognuno conserverà nella memoria perché, come ha scritto Luis Sepùlveda, viaggiare è camminare verso l’orizzonte, incontrare l’altro, conoscere, scoprire e tornare più ricchi di quando si era iniziato il cammino”.

Per prenotazioni al 348.2821636 Sandra Passalacqua e Fabio Letta – [email protected]

 

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