Politica

Hong Kong-Cina: Pechino propone la contestata “legge sulla sicurezza nazionale”

Napoli, 22 Maggio – Ultimamente sta facendo molto parlare di sé, il suo rapporto con la Cina continentale. Stiamo parlando della metropoli più ricca e caratteristica del mondo: Hong Kong. La Legge sulla sicurezza nazionale è da tempo un punto di frizione tra i cittadini di Hong Kong e il governo centrale.

Ora, gli abitanti di Hong Kong – che ha lo status di regione amministrativa speciale – sono tornati a protestare, provvisti di mascherine anti-contagio, contro una nuova stretta da parte di Pechino “a tutela della sicurezza nazionale” mirata ad arginare le rivendicazioni di maggiore autonomia della città. La bozza della nuova legge – in discussione nell’Assemblea nazionale del popolo, il Parlamento cinese, che si è aperta oggi – prevede sanzioni contro azioni di secessione, eversione contro lo Stato, terrorismo, interferenze straniere, offese contro la madrepatria.

I tempi necessari ad approvarla non sono chiari, ma la decisione conferma la volontà di Pechino di rafforzare il suo controllo sulla città, limitandone ulteriormente l’autonomia e la libertà. La mossa è destinata a riaccendere le proteste dei cittadini e della comunità internazionale, Stati Uniti in primis.

Il punto è che il listino di Hong Kong sta cedendo molto rispetto ad altri, esattamente, il -5%. Venuta fuori qualche giorno fa, questo, chiamiamolo “preventivo legislativo” da parte del congresso nazionale del popolo.

I grafici dei listini europei di pre-apertura risultano in rosso, questa situazione desta molte preoccupazioni, certamente non facili da affrontare. Le leggi che Pechino sta attuando contro Hong Kong, dovrebbero vietare, dunque, la possibilità di secessione, interferenza straniera, terrorismo, eversione contro lo Stato, tutte azioni che rafforzano il rigido controllo del governo centrale di Pechino.

Va da sé che questa mossa creerebbe insicurezza e tensione sui mercati, e il rischio di un nuovo conflitto Cina-Stati Uniti. Ma le proteste democratiche, portano alla democrazia? Evidentemente i cinesi ci credono ma secondo vari opinioni, Hong Kong non sarà mai libera, e da un punto di vista finanziario la metropoli è molto importante. Dalle leggi semplificate, dalla lingua inglese, facile da comprendere, alla moneta, considerando che al centro ci sia inciso Hong Kong. Una valuta che simboleggia, dunque, il potere democratico. Le aziende che non vogliono entrare subito in Cina, usano la strategia delle porte aperte di Hong Kong. Resta il fatto che tali proteste sono nate per la legge sull’estradizione.

L’anno scorso, infatti, la legge sull’estradizione aveva acceso la miccia della ribellione. C’è da verificare ora se l’opposizione di Hong Kong avrà la forza di uscire dal letargo virale: l’occasione potrebbe essere il 4 giugno, anniversario della repressione sanguinosa di Tienanmen. Hong Kong è l’unica città cinese dove la gente si riunisce in pubblico per ricordare le vittime: quest’anno la Legge sulla sicurezza nazionale minaccia una battaglia.

 

 

 

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