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Gran caldo sull’Italia, climatologo Fazzini: “Attenzione ad esporsi con certezza sul come sarà la prossima la stagione estiva!”

Napoli, 7 Luglio – “In piena crisi climatica, con reiterate ed evidenti estremizzazioni dei vari parametri atmosferici, si nota anche una certa tendenza nell’amplificare ulteriormente, e senza i dovuti supporti scientifici, gli esiti del gravoso problema appena evidenziato. Se la meteofilia può evidentemente comunicare in maniera non scientifica, i vari organismi di ricerca e di informazione piu o meno istituzionalizzati debbono decidere se ricorrere alle evidenze derivanti da studi di assoluto livello scientifico oppure no”. Lo ha affermato il climatologo Massimiliano Fazzini, docente universitario e Responsabile del Team sul Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale.

L’appello alla comunità scientifica. “Dunque, se ci si deve rifare giustamente agli esiti delle comunicazioni dell’IPCC o della WMO, per tentare di quantificare in maniera piu’ o meno corretta i “numeri” della crisi climatica – ha continuato Fazzini – non si può poi rinunciare alla stessa “informazione” di assoluta qualità quando si parla di evidenze meteoclimatiche generiche alla scala temporale piu breve. Mi riferisco, ad esempio agli effetti del natio NINO sull’estate mediterranea in corso; si leggono o si odono evidenze sconcertanti relativamente alla presunta magnitudo dell’imminente ondata di calore che, come da bibliografia scientifica costantemente aggiornata, non può avere eventuali ripercussioni sul segnale climatico a livello di Mare Nostrum se non dopo 10-14 mesi dall’inizio dell’anomalia termica.

Allo stesso tempo, si parla di una possibile estate dai valori termici “record” quando abbiamo gia vissuto quali meta della stagione calda in un evidenza termica ben al di sotto delle medie climatologiche dell’ultimo CLINO 1991-2020. Pertanto il quesito che ci si deve porre, a livelli di ricerca elevati è: scienza si, scienza no, scienza a discrezione. Del resto, infine, le avvezioni di aria continentale tropicale, o se si preferisce del promontorio anticiclonico africano – cosi deve essere citato sono sempre avvenute e sono statisticamente comuni nella climatologia dinamica del trimestre estivo nel bacino mediterraneo, anche se in maniera meno continuativa e frequente rispetto a quanto sta avvenendo nell’ultimo ventennio. Basterebbe comunicare in questo modo, perché la scienza e soprattutto il cittadino hanno bisogno di frasi e numeri chiari, in un contesto scientifico gia di per se caotico e dunque palesemente privo di certezze”.

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