Napoli, 17 Settembre – L’esercizio dell’attività politica dovrebbe costituire uno strumento di democrazia, nel solco di quanto sancito all’articolo 2, primo comma, Cost. in modo tale che i vincitori della maratona elettorale possano porsi a servizio della ʺRes publicaʺ.
Oggigiorno, ogni cittadino (uomo o donna, adolescente, anziano) ha, più o meno, coscienza dei propri diritti e doveri anche se non si trova nella posizione di giurisperito, ma va, tuttavia, evidenziato che, al di là dei programmi elettorali dei vari partiti, di cui veniamo a conoscenza tramite il bombardamento ossessivo operato dai mass-media (agenti con un’insistenza degna del ʺGrande Fratellloʺ (ʺBig Brotherʺ) del romanzo distopico ʺ1984ʺ di George Orwell – ai buoni intenditori poche parole!), in tutta sincerità, la politica odierna non viene attuata come la ʺpiù alta forma di caritàʺ (come la concepiva, mirabilmente, San Paolo VI) .
Detto in altre parole: non si può, obiettivamente, non notare come la dialettica politica, da qualunque schieramento politico provenga, sia, quasi di prassi, intrisa di demagogia, tesa solamente a garantirsi, stabilmente, una posizione di potere.
Ciò implica, nella realtà dei fatti, che, al di là della promesse fatte in sede di campagna elettorale, i problemi socio-lavorativi ed economici dei cittadini (lavoratori e lavoratrici) e delle varie categorie professionali ordinistiche, non vengono, giammai, risolti, se non tamponati con momentanei provvedimenti economici di effimera efficacia (si pensi al reddito di cittadinanza od ai vari ʺmiraggiʺ di bonus o super-bonus, quale naturale conseguenza della politica, troppo a lungo , erroneamente, accettata del ʺPane e Giuochi circensiʺ (ʺPanem et circensesʺ, tanto cara ed ancora largamente utilizzata, nelle amministrazioni degli Enti Locali partenopei e del Sud Italia).
Si gioca sulla idea allettante del poco e subito che fa molta presa al fine di forgiare un popolo irriflessivo ed opportunista. Dov’è, dunque, l’effettività dell’accesso al mondo del lavoro (con buona pace degli articoli, 1, primo, comma, 2; 3; secondo comma;4; 35, commi da 1 a 3 e 36, primo comma, Cost.)?
Ogni volta sembra ripetersi in Italia il film ʺI due Onorevoliʺ con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Dobbiamo riprenderci, con la forza degli strumenti del Diritto, la sovranità popolare (art. 1, primo 1, Cost.) formando partiti nuovi con persone nuove, scelte tra le varie categorie di cittadini e dei liberi professionisti dei vari Ordini.
Abbiamo, cioè, bisogno di gente vivente h24 le difficoltà e le speranze della categoria lavorativa di appartenenza e che non vuole, semplicemente, assicurarsi il posto fisso in politica.
Non è forse, a dir poco, monotono che circolino, nella nostra politica nazionale e locale, sempre gli stessi stemmi politici, ma principalmente, le stesse persone per decenni, (pure essendo magari in stato di vecchiaia avanzata con tutto il rispetto per la terza età)? Quando si farà largo alle giovani e promettenti leve ʺnon indottrinateʺ andando di questo passo?
Concludendo: Cesare deve provenire dal popolo e deve governare nell’interesse del popolo e con il popolo che deve supportarlo e rispettarlo ricevendo il dovuto rispetto. Riflettiamo quando andremo, prossimamente e nel corso degli anni, nelle cabine elettorali e votiamo con scienza e coscienza e non bambinescamente, pure rispettando la libertà di voto di ciascun uomo e donna.
Avv. Giulio La Barbiera (Avvocato iscritto nell’Albo Ordinario del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli ed Abogado presso Ilustre Colegio de Abogados de Santa Cruz De La Palma – Spagna).
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