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Covid-19, riapertura scuole: dirigenti scolastici chiedono di ritardare il ritorno sui banchi di almeno 2 settimane. Il Governo dice “no”

Napoli, 7 Gennaio – Con la riapertura delle scuole prevista da lunedì 10 – anche se oggi le lezioni hanno ripreso in alcuni istituti di cinque regioni -la questione della didattica rischia di diventare il tema caldo di questo fine settimana. Da un lato, la decisione del Governo di evitare il più possibile la Dad formulando una serie di nuove regole – in alcuni punti, per migliaia di genitori, ancora da chiarire – finalizzate a salvaguardare il più possibile la docenza in presenza, dall’altro centinaia di dirigenti scolastici che hanno firmato un appello per chiedere più tempo.

Lettera alla quale ha risposto oggi con un chiaro “no” Andrea Costa dalle pagine del Corriere della Sera, sottosegretario alla Salute: “Il Governo ha preso una decisione chiara: riprenderemo il 10 gennaio con le nuove regole che garantiranno maggiore sicurezza”. L’obiettivo, rimarca, è quello di “garantire la scuola in presenza” e “a quello continuiamo ad attenerci”.

Anche Pierpaolo Sileri ribadisce la linea senza ripensamenti del Governo: “Credo che con le regole che sono state messe la scuola sarà un posto sicuro. Sicuramente ci saranno quarantene e dad, ma si può ripartire in sicurezza”.

Ma la richiesta di posticipare non arriva solo da chi lavora per e nelle scuole. Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi, chiede di rimandare di qualche settimana il ritorno sui banchi e di recuperare poi la presenza a giugno. I medici chiedono inoltre di rivedere il sistema delle Regioni “a colori”, introducendo al suo posto, la valutazione dei parametri relativi alla pressione sulla sanità territoriale.

L’appello dei presidi

”Si tratta di una situazione epocale, mai sperimentata prima, rischiosa e ad oggi già prevedibile. Non è possibile non tenerne conto. Una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l’attivazione di lezioni a distanza) per due settimane è sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa”, si legge nella lettera appello, così centinaia di dirigenti scolastici nell’appello urgente inviato al Governo.

‘A pochi giorni dall’inizio delle lezioni dopo la pausa natalizia, durante la quale non ci siamo mai fermati, stiamo assistendo con preoccupazione crescente all’escalation di assenze – scrivono i dirigenti scolastici – Abbiamo personale sospeso perché non in regola con la vaccinazione obbligatoria e, ogni giorno di più, personale positivo al Covid, che non potrà prestare servizio e nemmeno potrà avere, nell’immediato, un sostituto. Si parla di numeri altissimi, mai visti prima. Ci rendiamo conto che sottovalutare la prevedibile ed enorme mancanza di personale determinerà insolubili problemi. In un momento nel quale è necessaria almeno la minima sorveglianza delle classi (per non parlare della didattica, che risulterà in molti casi interrotta), non sapremo, privi di personale, come accogliere e vigilare su bambini e ragazzi. Altrettanta preoccupazione grava sulle probabili assenze del personale Ata. Ci troveremo nell’impossibilità di aprire i piccoli plessi e garantire la sicurezza e la vigilanza”. ”Aggiungiamo, ma è cosa nota, che l’andamento del contagio con la nuova variante del virus colpisce come mai prima le fasce più giovani della popolazione, anche con conseguenze gravi, e che il distanziamento è una misura sulla carta, stanti le reali condizioni delle aule e la concentrazione degli studenti nelle sedi”.

Il Governo non cambia idea

Ma già poche ore dopo la notizia del decreto legge con le nuove regole, il ministro dell’Istruzione Bianchi aveva subito messo le mani avanti a possibili contestazioni: “Abbiamo dato regole chiare per un rientro in presenza e in sicurezza. La decisione presa dal Governo tiene conto, da un lato, dei dati sanitari e dell’evoluzione della pandemia, dall’altro rappresenta una scelta chiara che tutela la possibilità per studentesse e studenti, tenendo conto del diverso grado di vaccinazione raggiunto e del diverso grado di scuola, di continuare a frequentare in presenza, a garanzia di un’uguaglianza sostanziale di accesso al servizio scolastico”.

Scuola, le nuove regole

Materna

Nella scuola dell’infanzia con 1 positivo si fermano le attività per 10 giorni per tutta la classe.

Elementare

  • Nella scuola primaria con 1 positivo si attiva la sorveglianza con il testing e l’attività in classe prosegue effettuando un test antigenico rapido o molecolare appena si viene a conoscenza del caso di positività (T0), test che sarà ripetuto dopo cinque giorni (T5)
  • In presenza di due o più positivi va in Dad tutta la classe per dieci giorni

Medie e superiori – il nodo vaccino

Nella scuola secondaria di primo e secondo grado entra in gioco la differenza tra chi ha fatto o meno il vaccino

  • Con 1 positivo si attiva l’autosorveglianza e utilizzo delle mascherine ffp2
  • Con 2 positivi va in Dad chi non è vaccinato o chi non ha ricevuto la dose booster dopo 4 mesi dalla scadenza del primo ciclo vaccinale. Gli altri “in regola” con i vaccini rimangono in presenza utilizzando le mascherine ffp2 e attivano l’autosorveglianza

Con 3 positivi tutta la classe va in Dad per 10 giorni 

Le perplessità dei sindacati

“Non riusciamo proprio a capire perché si è voluto discriminare tra vaccinati e non, dividendo e non unendo la comunità scolastica, ben sapendo che sarà difficile se non impossibile con azioni legittime e trasparenti, sapere lo stato di vaccinazione dei ragazzi”. Così il segretario della Uil scuola Pino Turi sottolineando che gli istituti “saranno costrette ad arrangiarsi, come sempre in questa pandemia” e che con il nuovo decreto “si chiede ancora responsabilità” al mondo della scuola, “al limite del miracolo, con poche risorse disponibili e norme farraginose di difficile applicazione di dubbia efficacia” poiché “restano irrisolti i nodi di fondo. Dunque le misure prese – aggiunge Turi – sono state il risultato di mediazioni, di pressioni e di interessi diversi che non si piegano neanche alla realtà”.

Dubbi anche dalla Cgil. Roberta Fanfarillo, responsabile nazionale dirigenti scolastici FLC CGIL ha espresso la sua preoccupazione “per la presenza di procedure che si preannunciano di difficile gestione, oltre che di dubbia efficacia. Non può essere scaricata sui dirigenti scolastici la responsabilità di mantenere in presenza alunni senza l’esito del tampone da effettuare nell’immediatezza che dovrebbe attestarne la negatività al Covid”.

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