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Conflitto Russia-Ucraina, le parole di Orban e la lungimiranza di Biden contro l’isterismo collettivo europeo

Napoli, 4 Dicembre – Fanno riflettere le parole di Viktor Orban alla Nazione sulla situazione attuale della guerra tra Russia e Ucraina. “È così semplice e primitivo dare soldi… Se l’Occidente volesse davvero la pace, non ci sarebbero questi costi. L’idea era che le sanzioni ci avrebbero avvicinato alla fine della guerra, ma non ci hanno avvicinato di un millimetro. Invece, l’economia europea, che era alimentata dall’energia russa a basso costo, è sprofondata in una grave crisi. Non è amicizia da parte degli americani se ci vendono il gas a un prezzo quattro volte superiore a quello che pagano loro stessi. Se Bruxelles estenderà la politica delle sanzioni all’energia nucleare e al gas russo, le conseguenze saranno tragiche. Non sosterremo incondizionatamente le sanzioni”.
L’Ungheria, a differenza dell’Ucraina, è nell’UE e fa parte della NATO, e questo è un discorso che forse farebbero anche altri leader europei. Tuttavia si continua con un isterismo incontrollato… “Non so se si è più idioti o più in malafede, o entrambe le cose, nell’invocare l’istituzione di un Tribunale speciale internazionale che giudichi la Russia per crimini di guerra e la porti sul banco degli imputati come avvenne per i nazisti a Norimberga.
La proposta è della ineffabile baronessa Ursula von der Leyen – la stessa dei contratti segreti gestiti personalmente per le forniture miliardarie dei vaccini Pfizer – ed è stata subito accolta con tripudio dai soliti tre o quattro che comandano nella Ue e nella Nato, due sigle ormai sempre più spesso sinonime tra loro. Tra i più entusiasti, riferiscono le agenzie di stampa, i soliti inglesi (abituati a spadroneggiare ovunque e su tutto, anche se spesso non hanno ben chiaro a sé stessi il motivo per cui lo fanno), e il solito marito di Brigitte Trogneux, Emmanuel Macron, che come un bimbominkia qualsiasi nei giorni pari vuol negoziare con Putin e in quelli dispari vorrebbe farlo impiccare.
Biden però, adesso vuol parlare con Putin. Non lo chiama più macellaio. E non vuol farlo più impiccare, come avvenne per Saddam Hussein. E Putin risponde che lui, sì, ci sta a negoziare, ma solo se prima si accetta che Crimea e Donbass appartengano alla Russia. Vedremo. Intanto, anche Joe Biden, che ha i suoi grattacapi per lo scandalo degli affari in Ucraina del figlio Hunter, sembra considerare l’idea di una Norimberga contro Vladimir Putin un’idea da manicomio. Psicopolitica. Anzi, psicopatica.” Carlo Vulpio, giornalista e scrittore.
Biden sa benissimo che questa psicopatia da isterismo collettivo non porterà a nulla di buono. E i cittadini americani sono stanchi della situazione inutile in cui si sono trovati impelagati. “Ho l’impressione che se non si riuscirà a trovare una qualche forma di equilibrio tra i principi della intangibilità delle frontiere, da un parte, e dell’autodeterminazione dei popoli e della protezione delle minoranze etniche e linguistiche, dall’altra, la guerra Russia/Ucraina potrebbe durare anni. Con ulteriori, devastanti distruzioni dell’Ucraina e nuovi, immensi sacrifici per la popolazione ucraina. Con conseguenze catastrofiche per l’economia europea e per le prospettive della stessa integrazione europea.
Con possibilità di crescente, imprevedibile escalation militare. L’ho detto altre volte. L’Ucraina non può pensare di vincere la guerra, umilando la Russia. La Russia, d’altra parte, non può pensare di annettersi sic et sempliciter i territori conquistati con l’aggressione. Dobbiamo allora rassegnarci alla guerra lunga o dobbiamo invece cercare senza soste, come fa il papa, spiragli di mediazione dove i contendenti possano quanto meno parlarsi. Con le parole, non con i missili. Possibile che i dirigenti del mondo non siano in grado di fermare questa guerra devastatrice? Non possono o non vogliono?” Domenico Vecchioni, ambasciatore.
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