Napoli, 28 Novembre – Può una singola partita bastare a risollevare le sorti di una stagione? Certamente ciò che di male è stato fatto fino ad ora rimane cucito nelle pieghe di un’annata anomala, disgraziata, ma che con l’entusiasmo ottenuto e la compattezza dimostrata ieri sera, ha tutte le carte in regola per essere parzialmente aggiustata. Il Napoli strappa un punto al Liverpool di Jurgen Klopp e, con una prestazione intelligente, non solo rimane indenne sotto i colpi colpi di una corazzata, ma abbatte anche la mistica atmosfera di Anfield.
Il match sin dai primi minuti mostra la bozza di un copione che le due squadre reciteranno fino alla fine, il Napoli passivo ed attendista, pronto a sfruttare eventuali ripartenze con l’esplosività di Mertens e la velocità di Lozano, ed il Liverpool con il pallino del gioco in mano. Al 21esimo si palesa subito lo spazio che nella stesura tattica, Ancelotti sperava di trovare nella fase attiva; Di Lorenzo lo copre con un lancio preciso per Mertens; il belga arrivato in area lascia rimbalzare tre volte il pallone e come una sentenza lo piazza alle spalle di Alisson, vantaggio azzurro. Tra la fine del primo tempo e l’avvio di secondo, i reds diventano furie e i loro attacchi un martello pneumatico sempre più prorompente.
Il muro partenopeo (così è da definirsi la difesa vista ieri sera) rimane in piedi fino al 65esimo, quando, sugli sviluppi di calcio d’angolo, Lovren stacca più in alto di Mertens (non ci voleva molto) e piazza in rete il pareggio. Da quel momento in poi l’assalto del Liverpool va via via affievolendosi. Gli uomini di Klopp continuano a rimbalzare contro la difesa schierata magistralmente da Ancelotti, e perdono lucidità. Ormai gli azzurri rinunciano anche alle ripartenze, con l’uscita dal campo di Lozano a favore di Llorente, e sono rare le volte in cui si affacciano nella metà campo avversaria. Scivolano via dunque, anche gli ultimi scampoli di partita.
Da spettatori esterni, alla vigilia del match, avevamo tutte le indicazioni necessarie per pensare che questa sarebbe stata l’ennesima disfatta, forse quella definitiva, il punto di non ritorno. Le multe inviate lunedì e arrivate ai calciatori solo la mattina stessa della sfida e l’aria di tensione fittissima aleggiante tra calciatori e società, che può essere in parte appianata con l’incontro in programma domani. Evidentemente i meriti, oltre quelli riguardanti la stesura tattica, vanno ricondotti a Carlo Ancelotti “Ci sono due ambienti quello esterno e quello interno, dobbiamo essere bravi a non farci influenzare dal primo”. Così parlava nella conferenza stampa di vigilia. Ha raccolto la rabbia e le energie del gruppo e le ha canalizzate sul campo di Afield, solo indicandolo con un dito.
La sintesi di ciò è un retroscena avvenuto durante l’allenamento di rifinitura allo stadio di Liverpool, il mister di Reggiolo, a colloquio con la squadra, ha domandato:“Preferite il calcio o le donne? Se avete pensato alle ultime non siete mai stati ad Anfield”, la battuta è seguita da una grassa risata. Distensione degli animi, compattamento del gruppo ed ecco che ognuno gioca e si sacrifica per il bene collettivo, il risultato è un’impresa solo sfiorata.
“Contro un Liverpool stracampione, vittoria e pareggio, questa è la risposta definitiva ai gufi che sanno solo criticare. Complimenti a tutti, ora testa bassa e lavorare, per fare in modo che le prossime partite vengano giocate allo stesso modo” così ha twittato il presidente De Laurentiis nel post-partita, una rivincita personale, un indizio di nervi leggermente distesi, per la tregua definitiva, bisogna attendere probabilmente la giornata di domani, in cui il patron azzurro incontrerà i ragazzi. Ora serve la svolta in campionato, Napoli-Bologna è all’orizzonte.
Matteo Ariola
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