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Castelnuovo Cilento, la storia della giovane Amina: il coraggio di lottare per la libertà

Castelnuovo Cilento, 22 Luglio –  Amina, la storia di una 18enne nata a Vallo della Lucania ma di origini marocchine, propone ancora una volta la difficile situazione di vita di tanti giovani, figli di immigrati, che lottano con coraggio contro i pregiudizi della famiglia d’origine per affermare il loro diritto alla libertà.

La vita della giovane Amina, improvvisamente si trasforma in un incubo, perché colpevole solo di voler vivere liberamente. Schiaffi, calci, pesanti minacce e il profondo amore per un ragazzo si scontrato con la rabbia dei familiari che percepiscono come un’onta di vergogna insopportabile la scelta di vita occidentale della coraggiosa 18enne.

 Amina è nata in provincia di Salerno ma da famiglia marocchina, è cittadina italiana da qualche settimana. Il sindaco di Castelnuovo Cilento, dove risiede da quando è nata, nella cerimonia di conferimento della cittadinanza le ha fatto dono della Costituzione che lei ha stretto tra le mani con orgoglio e gioia.

Appena raggiunta la maggiore età si è ritrovata sola a combattere la rabbia violenta della sorella che non si è fatta attendere: “Ha iniziato a picchiarmi – afferma – a tirarmi per i capelli, trascinandomi a terra. Riuscivo solo a piangere, intanto i colpi diventavano sempre più forti ma non riuscivo a percepire il dolore. Le parole che mi diceva facevano più male”.

Ciò che Amina racconta di quel giorno da incubo fa percepire quanto sia doloroso e lacerante far comprendere agli affetti più cari, i fondamentali valori di una libera scelta di vita che magari contrasta con le tradizioni sociali e religiose della famiglia d’origine, ma soprattutto con l’intolleranza e l’arretratezza: “Invece di pensare alla scuola pensi a fare la poco di buono in giro – le urlava in faccia la sorella – non sei più la brava ragazza che conoscevamo, perché non sei morta con nostro padre otto anni fa. Ora ti odiamo tutti e per noi sei morta”.

La giovane donna continua con il suo amaro racconto, di ciò che ha dovuto subire quel giorno e nei mesi successivi: “Hanno preso tutti i miei vestiti corti e aderenti e li hanno bruciati. Mia madre non riusciva a guardarmi in faccia, nonostante le ripetessi che io ero sua figlia”. Ha resistito fino all’esame di maturità, poi la decisione definitiva di allontanarsi da casa, perché aveva scoperto del progetto dei suoi familiari di portarla da un medico per controllare se fosse ancora vergine: “Se non lo fossi stato – racconta – avrebbero subito riparato l’errore che avevo commesso facendomi sposare qualcuno all’istante”. Dopo essersi allontanata da casa i familiari si sono rivolti alle forze dell’ordine. Intanto Amina è stata ascoltata dagli assistenti sociali che l’hanno portata in una struttura protetta. Dopo poco però ha deciso di vivere da solo anche se con grandi difficoltà economiche, ma il suo grande sogno è quello di iscriversi alla Facoltà di Medicina. Una promessa solenne fatta al papà che non c’è più. Il Comune di Castelnuovo Cilento è pronto a supportare e sostenere la 18enne e a lanciare una petizione online per finanziare i suoi studi universitari. 

Significativa la testimonianza del sindaco di Castelnuovo Cilento, Eros Lamaida, che ricorda il volto sorridente di Amina nel giorno del conferimento della cittadinanza: “E’ una ragazza piena di vita che vive nella nostra Comunità. Difficile dimenticare la sua emozione e la sua gioia quel giorno. Le donammo una copia della nostra Costituzione, ricordo con quanta cura la stringeva fra le mani. Tutto il Cilento la sostiene, la esorto a non perdere mai la speranza di realizzare i suoi sogni, nonostante gli innumerevoli ostacoli”.

Tutto il Cilento, e non solo, si sta mobilitando per Amina, la 18enne italo-marocchina che, attraverso il web, ha denunciato una storia fatta di privazioni, rigidi controlli e violenze. Il primo cittadino di Castelnuovo conclude affermando la necessità di “una vittoria sui lacci, sulla violenza, sull’arretratezza. Una fuga da un oscurantismo che ricorda epoche lontane e che non ci appartengono. Senza voler fare alcun tipo di discriminazione, dico che, nel rispetto di tutte le culture, dobbiamo difendere i nostri valori e tutelare Amina”.

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