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Andava chiuso! Considerazioni sul Comicon 2024

Napoli, 28 Aprile – È Domenica pomeriggio, e mi trovo a bordo di un affollatissimo treno della metropolitana: cosa strana, perché mi sto dirigendo verso la stazione centrale di Napoli, e la partita della squadra locale contro la Roma inizierà alle diciotto; mi sono, tuttavia, dimenticato che…nel quartiere di Fuorigrotta è in corso un’altra manifestazione, che anche quest’anno ha registrato un’affluenza pressoché elevata: mi riferisco alla mostra del fumetto, denominata Comicon, ospitata ancora una volta nei padiglioni della Mostra d’Oltremare.

Molte persone erano in fervente attesa di tale fiera: il fumetto, infatti, è un genere letterario tuttora molto apprezzato da un pubblico molto vasto, che comprende tanto i giovani quanto gli appartenenti alle generazioni passate. Anche il nostro Paese vanta un copioso elenco di fumettisti: si pensi alle sorelle Angela e Luciana Giussani, note per aver creato il personaggio di Diabolik, ad Andrea Pazienza, inventore di Zanardi e Pentothal, allo stesso Carlo Lucarelli, famoso soprattutto per i suoi romanzi polizieschi; il più apprezzato resta, però, lo Statunitense Walt Disney: infatti, al pari dei nostri antenati, anche noi…giovincelli siamo cresciuti con Topolino (Mickey Mouse, nella versione originale) ed i suoi amici!

Ben venga che il Comicon continui ad essere così frequentato; tuttavia, pochi sono a conoscenza che anche tale mostra ha un lato oscuro: l’allusione è a quanto emerso da un’efficace retata, magistralmente condotta dagli Ispettori del Lavoro, i quali hanno riscontrato evidenti irregolarità in merito alla posizione di alcuni lavoratori. Le fonti mediatiche hanno testimoniato a tal riguardo che diversi soggetti attivi presso gli stands della fiera sunnominata non sarebbero state correttamente inquadrate e che, di conseguenza, sarebbero fioccate – giustamente – una miriade di sanzioni contro i falsi benefattori che avevano offerto loro un impiego (o, per meglio dire, una posizione servile camuffata da occupazione).

Qui in Italia, cari Lettori, vi sono tuttora parecchie maschere e pochi volti, e il Comicon – ahi noi – è l’evidente riprova di tale assunto: nulla c’entrano, beninteso, i visitatori (i quali, come noto, vi si recano sovente nei panni dei loro personaggi preferiti), ma il paragone regge perfettamente con riguardo all’organizzazione, come sempre ai limiti della legalità.

E certi…«buonisti» (a buon intenditor poche parole) come han reagito? Semplice: hanno confermato la loro decisione di aprire la mostra, senz’altro diseducativa per i nostri giovani. Ma, tanto, essi stanno fuggendo…proprio perché non hanno più tutele – e non solo nel mondo del lavoro -, e in parecchi fanno finta di non accorgersene: imbarazzante, non credete?

A mio sommesso parere, si sarebbe dovuto assumere un provvedimento esemplare e, soprattutto, esaminare minuziosamente la condotta di qualche datore di schiavitù che ancora adesso viene considerato onesto (tanto…gli è bastata una multarella!).

Si parla tanto di legalità, ma, alla fine, si continua a fare i burattini: questo teatrino non può, né deve andare avanti, considerato che, nel nostro amato Sud, i casi di lavoro sommerso aumentano in modo esponenziale. Che vergogna (e che schifezza)!

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