Casamarciano, 3 Settembre – La presentazione di un libro in uno scenario storico quale il Complesso Badiale di Santa Maria del Plesso. Nello spazio aperto della salita, del principio di essa, che conduce alla Chiesa, si è svolta la manifestazione; si tratta del volume: “Annibale Sersale e la raccolta di Scenari” di Clemente Napolitano, Disvelare edizioni.
Un momento di riflessione storica, sul luogo, sulle origini e sul tempo che ha attraversato; erano presenti il Sindaco di Casamarciano, Carmela De Stefano, il Prof. Tobia Toscano, l’autore Clemente Napolitano. Ha moderato l’incontro Autilia Napolitano, Giornalista. Consenso di pubblico per l’iniziativa. Il Sindaco nel suo discorso introduttivo, oltre ai ringraziamenti di rito, ha tenuto a sottolineare l’importanza dell’opera come prodotto autoctono; un segnale non da poco.
Tobia Toscano: il suo un discorso più articolato di precisazione storica; un cultore di Storia Patria in generale; sono sue parole, in sintesi: “ Casamarciano fa parte dei mie ricordi, della mia biografia. Del libro non ho dato alcuna collaborazione; dico solamente che la mia presentazione è abbastanza singolare; è al tempo della pandemia, della reclusione tosta. Il manoscritto l’ho abbiamo scambiato a distanza con tutte le prudenze del caso. Secondo me il Conte di Casamarciano era un emblema, una sorta di marchio. Ai primi tempi di Università dicevo che provenivo da Nola che non era ricordata come Patria di Giordano Bruno o Tanzillo, Ambrogio Leone, San Paolino ma ben altro! Certi nomi conferiscono ad una certa misura di un territorio. Quando cominciai a far i miei studi sui teatri di Napoli mi accorsi che Benedetto Croce, nella sua monumentale opera sui teatri di Napoli, nella prima edizione che usci nel 1891, non conosceva gli Scenari. Croce era un infaticabile ricercatore; era amico di tutti i librai, antiquari di Napoli che recuperavano vecchi stampati ed altro; ebbe notizie del recupero di vecchi manoscritti. Si accorse dell’importanza di questi due volumi di Annibale Sersale e nel 1894 scrisse un breve articolo sul giornale storico della letteratura italiana. Si parlò del nome di Casamarciano; il Conte si era reso benemerito per aver recuperato e salvato 183 scenari della commedia dell’arte. È un momento cruciale non solo del teatro popolare ma di quello moderno; da lì alcuni temi che hanno una gran produttività. Questo luogo intorno al 500 fu centro di una certa vivacità culturale; i padri benedettini della Congregazione Virginiana che reggevano il convento ospitavano spesso uomini di cultura; tra questi un letterato di Capua, molto importante, Giovan Battista Attendolo. A questi sottoposero un’opera, incompleta, di Luigi Tanzillo”, Le opere di San Pietro”.
Quando quest’opera fu pubblicata nel 1585 il Vescovo di Nola scrive una lettera di elogio con parole quali: “ Avete trasformato Casamarciano in una specie di antica Atene, dove tutti i dotti convengono”; un fatto rilevante. Dentro questi scenari ci sono dei pezzi che hanno avuto una grande produttività, trasformati in commedie regolari come “ Le disgrazie di Pulcinella “ che fu rappresentata nella Corte di Napoli dove c’erano i Francesi; la rappresentazione fu tradotta. La famiglia Sersale aveva nobiltà a Napoli in quanto ascritta al seggio di Nido una dei seggi nobili di Napoli; di questa famiglia Giulio era nato nel 1623, morto a Nola; avevano messo radici in questo territorio; grazie al suo valore militare ottiene il titolo nobiliare su Casamarciano anche perché, con un matrimonio opportuno, aveva sposato Eleonora Mastrilli.
Una famiglia, quella dei Mastrilli, che aveva dei 18 casali di Nola almeno 13! Questo titolo dei Sarsale, Conti di Casamarciano, dura poco perché Annibale, che fu il secondo Conte di Casamarciano morì senza prole come il fratello Eligio; subentra di nuovo la famiglia Mastrilli. Questi manoscritti, oggi si conservano alla Biblioteca di Napoli; o si tratta di manoscritti o vengono chiamai canovacci, codici oppure zibaldoni sono sempre seguiti dal toponimo “Casamarciano”.
Tra fine 600 e metà del 700 c’è in questo territorio una buona parte di attività teatrali attraverso le famiglie nobili; c’è l’ipotesi intorno a questi Scenari raccolti da Annibale Sersale prima del 1700. Tracce di attività teatrali per l’epoca di famiglie nolane ci sono. Per analogia, si potrebbe immaginare, anche se non abbiamo documenti certi, ci siano anche rappresentazioni di questi Scenari. Scenari di Casamarciano si lega a un fatto, di una serie di episodi. Sersale è stato quasi un salvatore di un patrimonio e avremo saputo molto meno di quello che sappiamo sulla commedia dell’arte. Ha concluso la serata l’autore con un lungo intervento di carattere storico; caratteristica essenziale dell’opera.
Antonio Romano
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