Politica

Campania, Parco Nazionale Cilento Vallo di Diano Alburni. Vassallo: ““Il Parco degli sprechi, dal 25 settembre si cambi rotta”

Il candidato al collegio uninominale alla Camera Eboli – Cilento: “Un disavanzo da oltre due milioni e mezzo di euro, una cattiva gestione. La nostra area non merita tutto questo”

Napoli, 22 Settembre – “Da diversi anni denuncio e segnalo una mala gestione dei fondi pubblici attraverso fatti e documenti che ho raccolto o quelli che mi sono stati negati sul Paco Nazionale Cilento Vallo di Diano Alburni. Il disavanzo di euro 2.572.556 euro, in leggero peggioramento rispetto al 2017 (euro 2.496.203 euro). La presidenza di Tommaso Pellegrino, ora eletto al consiglio regionale della Campania ma non ancora sostituito, non ha fatto miracoli. Un esempio è il settore relativo ai contenziosi.

L’arretrato è ancora consistente con 9 procedimenti attivi (7 in materia civile, 2 in materia amministrativa); 126 procedimenti passivi, di cui 2 in materia rapporto di lavoro, 61 in materia civile, 63 in materia amministrativa. Dei predetti procedimenti, 33 si sono definiti con esito favorevole e 11 con esito sfavorevole. Un Parco del tutto dipendente dal bilancio dello statale ed incapace di attivare fonti autonome di introiti”. A denunciarlo è Dario Vassallo candidato nel collegio uninominale Camera Eboli.

“Poi la vicenda legata alla presidenza Pellegrino. Tommaso Pellegrino – prosegue Vassallo – ha dell’incredibile. Egli non è più presidente del nostro Parco nazionale, Cilento Diano Alburni, a partire dal 2020. Infatti la legge 154/81, con la sua elezione a consigliere regionale, vietava il cumulo di cariche negli Enti pubblici (presidente del Parco e Consigliere regionale). Con D.L. 76/2020 è stata confermata l’incompatibilità con la modifica dell’art. 9 della legge 394/91 che riguarda proprio i Presidenti dei Parchi.

In sostanza il sig. Pellegrino è incappato nel divieto di cumulo di cui alla legge 154/81 ed in quella dell’art. 9 del D.L 76. A nostro avviso e lo abbiamo denunciato tutti gli atti adottati con la sua presenza conseguono gli effetti della nullità. Senza pregiudizio per tutte le conseguenze di legge. la nomina come commissario è un atto di tentato accomodamento che non copre e non sana il periodo precedente.

Una volta accettata la carica di consigliere regionale, il sig Pellegrino non poteva e non doveva svolgere né funzioni rappresentative e né funzionali relative a quelle proprie del Parco. Questi dati e questa gestione mettono in evidenza il fallimento dell’amministrazione. Tutti i Parchi Nazionali e Regionali devono essere sottoposti a una profonda revisione giuridica e amministrativa altrimenti oltre ad essere ostaggio della politica aggravano il lavoro di controllo dello Stato e della magistratura” -conclude Vassallo.

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