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Campania, criminalità organizzata: attività e risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia

Napoli, 19 Luglio – Ecco l’ analisi del fenomeno e profili evolutivi della direzione investigativa antimafia. Le dinamiche criminali della camorra continuano ad essere particolarmente complesse. Coesistono, spesso nella stessa zona, gruppi diversi per struttura e scelte operative: accanto a sodalizi minori, prevalentemente dediti al controllo di attività illecite sul territorio di rispettiva influenza, operano storiche e strutturate organizzazioni (come i MAZZARELLA, i LICCIARDI e i CONTINI, presenti nel capoluogo partenopeo; i MALLARDO, i MOCCIA, i NUVOLETTA, i POLVERINO e gli ORLANDO, nella provincia; i CASALESI nel casertano), sempre più proiettate ad estendere il loro raggio d’azione in altre regioni e all’estero. Se per i primi la violenza è uno strumento necessario di affermazione criminale, i secondi tendono a rifuggire azioni eclatanti e appaiono sempre più orientati a controllare i mercati legali, stringendo rapporti con il mondo imprenditoriale, le pubbliche amministrazioni ed esponenti politici.

L’assenza di una struttura verticistica sovraordinata rappresenta, al contrario di quanto si potrebbe immaginare, uno dei punti di forza delle organizzazioni camorristiche più strutturate, poiché è proprio la loro flessibilità a renderle maggiormente capaci di adattarsi ai mutamenti economici e sociali. Inoltre, lo stato di disagio sociale e di illegalità diffusa che caratterizza ampie zone del territorio campano, la stessa convivenza tra organizzazioni camorristiche vere e proprie, gruppi di gangsterismo urbano e bande di giovani delinquenti fa sì che le prime possano, in ogni momento, contare su eserciti di centinaia di persone, costituiti anche da minori impiegati come vedette, trasportatori di armi, corrieri a domicilio per la consegna di sostanze stupefacenti, fino addirittura alla commissione di omicidi. Questa connotazione della camorra era già stata tratteggiata nella Relazione della “Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari”. La provincia di Napoli è connotata dalla presenza di sodalizi molto radicati sul territorio.

Nell’area vesuviana non si registrano significativi mutamenti della geografia criminale. Permane la leadershipdella famiglia FABBROCINO di San Gennaro Vesuviano, comune situato al confine con la zona orientale di Napoli. Il sodalizio estende la sua influenza anche a Nola, Ottaviano, Palma Campania e San Giuseppe Vesuviano, aree storicamente caratterizzate da una pervasiva presenza mafiosa di clan che ha, tra l’altro, portato allo scioglimento di diversi Consigli Comunali per infiltrazioni mafiose. Nel decreto di scioglimento del comune di San Gennaro Vesuviano, di febbraio 2018, si legge, ad esempio, che il gruppo FABBROCINO “noto per la capacità di travalicare i confini del proprio territorio, viene ritenuto tra i cartelli più pericolosi per la propria abilità organizzativa e imprenditoriale, agendo abitualmente senza alcun clamore”.

Il sodalizio in parola è collegato alla cosca CAVA, originaria di Quindici (AV), operativa nei comuni di San Vitaliano, Scisciano, Cicciano, Roccarainola, tramite la famiglia SANGERMANO, i FABBROCINO sono altresì collegati al gruppo BATTI, detto dei Milanesi, presente sia a San Giuseppe Vesuviano, sia a Terzigno. In quest’ultimo comune agisce anche il clan SCARPA, emanazione del cartello VANGONE-LIMELLI-GALLO di Torre Annunziata (NA). La famiglia SCARPA è collegata al gruppo GIUGLIANO, operativo a Poggiomarino e Striano. A Somma Vesuviana, già feudo del gruppo D’AVINO, l’assenza di criminali di spessore sembra aver favorito l’espansione dei gruppi CUCCARO, RINALDI e MAZZARELLA, dell’area orientale di Napoli.

Questi gruppi, attraverso pregiudicati locali, avrebbero assunto il controllo degli affari illeciti sul territorio: i CUCCARO e i RINALDI appoggiando la famiglia D’ATRI; i MAZZARELLA la famiglia DE BERNARDO. Nel comune di Sant’Anastasia opera il clan ANASTASIO, con propaggini nel territorio di Cercola e Pomigliano d’Arco, antagonista del citato gruppo D’AVINO. A Marigliano opera il clan dei cd. “Mariglianesi”, con ramificazioni a San Vitaliano, Mariglianella, Castello di Cisterna, Brusciano, Somma Vesuviana. Il sodalizio è composto da pregiudicati provenienti dalle fila del clan MAZZARELLA e da pregiudicati locali (i cd. Paesani), la cui convivenza non è sempre pacifica, per le ambizioni di supremazia dell’uno o dell’altro gruppo.

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