Politica

Assemblea annuale dell’Anci, Mattarella:”C’è la comune volontà di andare avanti, e di porre le basi per la ripartenza dell’Italia”

Napoli, 17 Novembre – “C’è la comune volontà di andare avanti, di contrastare l’epidemia, di consolidare le reti di reciproca solidarietà, di porre le basi per la ripartenza del nostro Paese. Ora”. E’ stato il presidente Sergio Mattarella a pronunciare queste parole rivolgendosi all’assemblea annuale dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani.

 “Nessuno si lasci ingannare dal pensiero “a me non succederà”: questo modo di pensare si è infranto contro innumerevoli casi di disillusione, di persone che la pensavano così e sono state investite dal coronavirus. Abbiamo dovuto e dobbiamo tuttora, purtroppo, piangere la morte di tante persone; di ogni età, anche tra i giovani. E non dobbiamo dimenticarcene, per rispetto nei loro confronti”.

Sergio Mattarella lancia un vero e proprio appello al senso di responsabilità, innanzitutto alle istituzioni perché cooperino per combattere il virus, ma anche ai cittadini perché rispettino le regole di comportamento indicate dalle autorità. “Serve senso di responsabilità verso gli altri e anche verso se stessi. In questa occasione desidero dunque rivolgere, questa volta attraverso i sindaci, un nuovo appello ai nostri concittadini affinché ci si renda conto, tutti, della gravità del pericolo del contagio che sta investendo l’intera umanità, ovunque, mettendo in difficoltà e bloccando la normalità della vita in gran parte dei paesi di tutti i Continenti”.

 “Le difficoltà hanno provocato incomprensioni che talvolta hanno reso ruvide le relazioni tra i diversi livelli di governo”. Sergio Mattarella non tace i momenti di tensione che si sono registrati tra i diversi livelli di governo nel contrasto dell’epidemia, ma, parlando all’Assemblea annuale dell’Anci ammonisce: “Il principio di leale collaborazione istituzionale, che i Comuni conoscono bene e praticano, a partire dalla stessa Anci, resta la direttrice su cui ricostruire costantemente le linee efficaci per superare la crisi in atto, rifuggendo dalla tentazione di lasciare ad altri le responsabilità delle decisioni più difficili. La cooperazione e l’assunzione di responsabilità sono apprezzate dai cittadini e generano fiducia, perché tutti sanno che una partita come questa si vince solo insieme e nessuno può pretendere di avere ragione da solo”.

“La libertà rischia di indebolirsi quando si abbassa il grado di coesione, di unità tra le parti. E’ questa la prima responsabilità delle istituzioni democratiche, a tutti i livelli, e questa è la lezione che la pandemia ribadisce con durezza”.

“Dobbiamo far ricorso alle nostre capacità e al nostro senso di responsabilità, per creare convergenze e collaborazione tra le forze di cui disponiamo perché operino nella stessa direzione. Anche con osservazioni critiche, sempre utili, ma senza disperderle in polemiche scomposte o nella rincorsa a illusori vantaggi di parte, a fronte di un nemico insidioso che può travolgere tutti”.

“Il pluralismo e l’articolazione delle istituzioni repubblicane sono e devono essere moltiplicatori di energie positive, ma questo viene meno se, nell’emergenza, ci si divide”. Per il presidente della Repubblica “questo virus è ancora in parte sconosciuto, ma, tra gli altri aspetti, ci rendiamo conto che tende a dividerci. Tra fasce di età più o meno esposte ai rischi più gravi, tra categorie sociali più o meno colpite dalle conseguenze economiche, tra le stesse istituzioni chiamate a compiere le scelte necessarie, talvolta impopolari, per ridurre il contagio e garantire la doverosa assistenza a chi ne ha bisogno”. 

“Avete camminato molto in questi mesi tra i vostri concittadini colpiti, condizionati, allarmati dal diffondersi del virus. Il “passo” degli amministratori locali, a partire da quelli dei Comuni più piccoli, si è rivelato una risorsa quanto mai preziosa per l’intero Paese. Siete stati il presidio più prossimo ai bisogni immediati delle persone, delle famiglie, delle attività imprenditoriali e commerciali in affanno”.

“I Comuni e i loro servizi sono divenuti il primo punto di riferimento e il primo supporto; hanno consentito al sistema delle istituzioni di stare accanto a quanti chiedevano aiuto; hanno contribuito ad arginare le conseguenze sociali della crisi sanitaria. Si è posto in azione un capitale di risorse, esperienze, capacità, che dobbiamo alla dedizione con cui tante donne e tanti uomini, come amministratori, pongono al servizio delle loro comunità intelligenza ed energie e lo dobbiamo alla tradizione autonomistica del nostro Paese, che nasce dal sentirsi comunità nell’ambito municipale. I Comuni hanno affrontato e stanno affrontando un sovrappiù di sfide, di aggravi e di responsabilità. Nei confronti di chi li guida, e di chi svolge ruoli di opposizione, desidero manifestare sentimenti di riconoscenza, che so essere condivisi dai nostri concittadini”.

 “La pandemia ha modificato i ritmi della nostra vita, ha inciso su tempi e luoghi di lavoro e con essi sull’uso di spazi e infrastrutture, pensati e costruiti per altre esigenze. Appartiene alla Repubblica saper leggere i segni dei mutamenti, e saper creare i percorsi affinché gli obiettivi di libertà, giustizia, coesione sociale, che la Costituzione ci affida, trovino applicazione nel tempo nuovo. Dobbiamo essere protagonisti del cambiamento, e non succubi”.

Nella lotta al covid l’Unione europea  “si sta assumendo responsabilità importanti in questo passaggio storico e finalmente si mostra, come in altri momenti di crisi del Continente, all’altezza dei suoi compiti. Il Recovery Plan segnerà i prossimi anni. I Comuni dovranno essere parte importante di questa ripartenza che può restituire alle giovani generazioni opportunità che rischiavano di venir meno. E’ un bel contributo quello fornito dall’Anci con “Città Italia. Investire bene vuol dire compiere scelte, guardando lontano e attuandole velocemente”. 

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