Napoli, 9 Settembre – “Stiamo studiando dei fossili prelevati in Antartide, nella Baia di Edisto. Questi fossili sono organismi che vivevano sia nella colonna d’acqua che sul fondo e permettono di ricostruire paleoambienti, quindi l’ambiente del passato, la circolazione dell’acqua, del presente ma anche del passato e i dati che abbiamo ottenuto presso l’Università di Pisa, in collaborazione con dottorandi e ricercatori permetteranno di ottenere dati che verranno utilizzati nei modelli per capire l’evoluzione del clima del futuro. Abbiamo determinato un intervello di tempo compreso fra i 50 anni dopo Cristo e i 450, una fase climatica stabile dei ghiacci in cui la comunità del fondo, degli organismi che attualmente sono fossili, viveva in ottime condizione.
Un raffreddamento ha fatto si che questi organismi scomparissero dal fondo e arrivasse l’era attuale in cui la formazione dei ghiacci è più instabile. Questo ci ha fatto comprendere che le variabilità ci sono sempre state ma in questo momento, la variabilità che è stata influita dall’azione antropocenica è molto forte ed è molto più forte delle variabilità naturali. In questa attività di ricerca sono coinvolti gli Enti dell’Università di Pisa, il Dipartimento di Scienze della Terra di Pisa e l’Università di Lussemburgo”. Ha affermato Caterina Morigi, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa.
Attenzione sull’Antartide ma potrebbe preoccupare anche la Groelandia.
“Ci sono molte ricerche in atto per capire la situazione dei ghiacci in Antartide e in Artide. Ci sono programmi importanti di perforazione, anche di sedimenti anche sotto la calotta Antartica. In particolare c’è il progetto SWAIS2C, con il coinvolgimento di italiani. Vogliamo studiare l’evoluzione della calotta nel passato geologico – ha affermato Fabio Florindo dell’INGV – e questo è molto importante perchè ci permette di capire nel futuro cosa accadrà. L’Antartide si suddivide in Antartide Occidentale e in Antartide Orientale. L’Antartide Orientale è molto stabile ma la parte Ovest è praticamente una sorta di calotta galleggiante sull’Oceano.
L’Oceano si sta scaldando e quindi è molto vulnerabile. Questi studi sono importanti per i modellisti. Questi tipi di dati servono per proiezioni dell’EFCC, per capire l’evoluzione delle calotte fino al 2100. Ci sono molte aree dell’Antartide Ovest che stanno collassando e questo è un dato significativo perchè soltanto la parte occidentale ha un contributo a livello globale degli oceani superiore ai 7 metri. Non voglio parlare dei 65 metri di tutta la calotta però se soltanto la parte Ovest, come anche per la Groelandia, si sciogliessero, il contributo di entrambe sarebbe superiore ai 10 metri”.
Antartide sta collassando!
“Ho partecipato alla 38esima spedizione italiana in Antartide. Abbiamo fatto una serie di rilievi dei geomorfologici e geofisici dei fondali e della fascia costiera per capire la risposta dell’area costiera alla deglaciazione in atto. Purtroppo, anche in Antartide, è ormai evidentissimo che il clima generale del Pianeta sta contribuendo alla fusione dei ghiacci e in particolare, i rilievi che sono stati realizzati sul terreno che l’Antartide – ha affermato Giuseppe Mastronuzzi, Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari – a causa della diminuzione della coltre glaciale sta sollevandosi e quindi c’è un abbassamento relativo del livello del mare e percui si vedono lungo la fascia costiera delle spiagge che una volta corrispondevano al mare. Attenzione! Questo fenomeno non deve far pensare che il livello del mare si abbassi sul Pianeta.
In tutto il Pianeta, la fusione dei ghiacci antartici e artici, sta determinando un veloce sollevamento del livello del Mare. In Antartide il dettaglio è che a causa della diminuzione del peso, apparentemente il livello del Mare si abbassi, ma è relativo solo alla zona. Su tutto il Pianeta il livello del mare continua a sollevarsi. Sono anche sempre più evidenti forme di ruscellamento che indicano il fatto che alla presenza di un ghiaccio che copriva tutto e inibiva qualsiasi processo, si sta sostituendo la fusione delle acque che permette la formazione, il modellamento di forme tipicamente periglaciali come l’incisione, da parte delle acque, del basamento roccioso e delle locali coperture di sedimento”.
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