Cultura

ALLES IST LEIDER VERLOREN! Secondo anniversario della scomparsa di Rolf Knütel

 

Napoli, 27 Settembre – Gli appartenenti alle nuove generazioni (tali da intendersi non soltanto i giovani) hanno appreso dei bombardamenti ad Amburgo solo mediante la visione di un film – sgranocchiando patatine, pop-corn, e quant’altro – ovvero leggendo, con evidente disinteresse, le pagine di un manuale di storia, giusto per conseguire un fatidico otto ad un’imminente verifica orale: tutto finisce, oramai, nel dimenticatoio, dal momento che si tende a dar priorità ad una sfilza di futili interessi, tralasciando la conoscenza del passato.

È stato per me un onore poter interagire liberamente con Rolf Knütel, giusromanista Amburghese la cui infanzia è stata tutt’altro che felice: egli, infatti, ha veduto la luce pochi mesi dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, frutto delle mire espansionistiche di un Adolf Hitler che, negli anni addietro, era riuscito a burattinare il “popolino”, trovando terreno fertile in un batter d’occhio.

Crebbe senza padre, il caro Rolf: il conflitto, com’è noto, fu sanguinoso fin dal primo istante, sicché l’impiegato di banca Otto Knütel rimase ben presto vittima del fuoco nemico; non fu però questa l’unica sventura che colpì la di lui famiglia: circa tre anni dopo, i bombardieri Inglesi presero d’assalto la città anseatica di Amburgo, radendola quasi totalmente al suolo (dei pochi immobili sopravvissuti a quello scempio v’è il campanile della Chiesa di San Nicola, tuttora meta di numerosi visitatori).

La visione di quelle scene macabre suscitò, com’è ovvio, la tristezza e la disperazione della signora Lotte, madre del compianto, la quale esclamò a gran voce la frase di cui al titolo: “tutto è perduto” (anche la loro abitazione, purtroppo, non fu risparmiata).

I Knütel furon dunque costretti a trasferirsi nel sud-est della Germania, nella città di Friburgo in Bresgovia, dove rimasero per circa nove anni. Il rientro ad Amburgo fu segnato dalla mestizia, mercé la mancanza di una figura virile nella crescita di Rolf e di suo fratello, nonché il rammarico di non poter più tornare nell’abitazione del periodo pre-bellico.

Nonostante quanto sinora illustrato, Rolf non perdeva la lucidità e la pacatezza allorquando mi narrava le atrocità cui ebbe modo di assistere in prima persona: ascoltare la sua testimonianza era un piacere, nonché un valido spunto di riflessione per l’avvenire.

Consultando di sfuggita i risultati delle ultime elezioni federali in Germania, mi sono accorto che, purtroppo, una parte della popolazione si ostina ad apporre la fatidica crocetta sul simbolo di un partito d’estrema destra, i cui obiettivi primari, palesemente sovversivi, sono suscettibili di mettere in serio pericolo quel modello di democrazia che tuttora il loro paese rappresenta.

Nuotar controcorrente è senz’altro faticoso, probabilmente addirittura letale, se non si presta la massima attenzione: interessiamoci di quanto accaduto all’epoca dei nostri avi e meditiamo su tutti gli errori commessi da chi ci ha preceduto e, al contempo, traiamo frutto da quanto tuttora testimoniano i sopravvissuti alle tante tragedie che hanno afflitto l’umanità. 

Desidero ringraziare ancora una volta Rolf per aver validamente contribuito a darmi la forza necessaria per cercar di essere uno strenuo difensore dello stato di diritto, condannando qualsiasi forma di prevaricazione sull’altro. 

Danke sehr

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