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Quella volta che Palma Campania apparve sulla Settimana Enigmistica

Palma Campania, 31 Dicembre – La fine di un anno e l’inizio del nuovo suggeriscono nell’immaginario comune l’idea e la speranza di un cambiamento, di un voltare pagina, del darsi (o dare) la possibilità di migliorare. Eppure a breve termine non sarà facile accorgersi di ciò che (forse) cambierà: è solo il tempo che, con lo scorrere degli anni, mostra i cambiamenti.

Ripensare com’eravamo è un’emozione sollecitata dalle vecchie fotografie e dalle cartoline d’epoca. Quante volte, nelle serate natalizie trascorse in famiglia, ne abbiamo ritrovato qualcuna che ha fatto riaffiorare vecchi ricordi? Anche una rivista può raccontarci qualcosa di noi e della comunità alla quale apparteniamo, se il paese ha avuto la ventura di comparirvi. A tal proposito citiamo un aneddoto divertente, relativo a quando Palma Campania apparve su La Settimana Enigmistica.

La Settimana Enigmistica fu fondata dall’ingegner Giorgio Sisini a Milano nel 1932; il costo iniziale era di 50 lire. Quando vi apparve il cruciverba dedicato a Palma Campania, correva l’anno 1971; il prezzo era ormai di 100 lire. La foto di copertina del volumetto di cui parliamo ritraeva l’attrice Paula Prentiss; la rubrica in cui apparve Palma Campani è Una gita a…, pubblicata a pag. 21 del numero 2065. Il cruciverba palmese era stato elaborato e inviato da un maresciallo in pensione, Emilio Pecoraro, appassionato di libri e uomo di cultura. Di lui e del cruciverba palmese si sono ricordati proprio alcuni compaesani, grazie ai quali abbiamo potuto rintracciare e sfogliare il numero. Per le definizioni di Una gita a…Palma Campania, il maresciallo aveva scelto sette scorci caratteristici, riprodotti in cartoline in bianco e nero facilmente reperibili allora e oggi roba da collezionisti. Ne doveva avere anche nella piccola cartoleria di famiglia. Che cosa rappresentava il corredo d’immagini del cruciverba? Certamente luoghi identitari per la comunità: il monumento ai caduti della prima guerra mondiale, Salita Belvedere, ossia la caratteristica strada in salita che collega il quartiere antico detto Botteghe alla più moderna via Municipio, il panorama della pianura fino al Vesuvio, che era un paesaggio verde e poco urbanizzato, la Chiesa madre (San Michele Arcangelo), un gremitissimo stadio comunale un giorno in cui c’era un’appassionante partita. Completano la serie via Municipio e via Roma, con studenti all’uscita dal liceo e vecchietti che attraversano la strada. Il nome di questo tranquillo paese di provincia, Palma Campania, doveva risultare in corrispondenza del 32 orizzontale.

Per risolvere il cruciverba disegnato dal maresciallo, occorreva avere nozioni di cultura generale e interesse per storia e spettacolo degli anni ’70. Quali sono i fiumi che bagnano Treviso, Graz, Terni, la Sicilia e la Francia? Come si chiamavano Nelson, Svevo, Pirandello, Mulè, il Campeador e un famoso maresciallo francese (Niel)? I nomi del patriarca (Noè) e di una musa (Talia). Per lo spettacolo e lo sport a quei tempi non doveva essere difficile ricordare il nome della Zoppelli (Lia), o l’indimenticata Belinda (Lee), le iniziali di Rascel (RR), il nome di Benvenuti (Nino, il pugile) e quello di Berruti (Livio, campione olimpico dei 200 metri piani ai Giochi olimpici di Roma 1960). Non mancavano le caratteristiche definizioni da cruciverba: la fine del dramma, in mezzo, il sangue nei prefissi. Simpatici i trucchi usati per far quadrare lo schema: il poetico consolar quale sinonimo di confortare e l’escamotage sistemare il panorama del Vesuvio in otto caselle, di cui quattro orizzontali e quattro verticali, indicate da una freccetta.

Che cosa raccontano quelle immagini, a distanza di decenni? Ci parlano di un paese profondamente cambiato nella fisionomia e nel tessuto sociale. Riconoscibile e quasi immutato a dire il vero è il centro storico, che oggi si presenta circondato da una vasta periferia, che una volta era tutta campagna per la coltivazione delle nocciole e del tabacco. Le strade buie e solitarie di allora sono oggi importanti arterie e zone residenziali densamente abitate. A fronte di un’espansione del paese, vanno rilevati un certo degrado del centro storico e la mancanza di servizi adeguati nelle aree di recente costruzione; si pone, per esempio, il problema della carenza della capacità dell’impianto fognario, che determina allagamenti in caso di pioggia, anche se questa criticità riguarda molti comuni e l’intero territorio nazionale.

La chiesa madre, San Michele Arcangelo, bella e monumentale, è ora alquanto decentrata rispetto ai nuovi punti di ritrovo e alle zone residenziali, eppure è custode oggi come allora di storia, fede e tradizione. Salita Belvedere resta gradevole da percorrere a piedi, tuttavia risente della forte presenza di automobili in transito e in sosta. Le strade via Municipio e via Roma viste in cartolina sembrano ampie e adatte al passeggio e a commercio, tuttavia negli ultimi anni di questo secolo i negozi stavano sparendo e solo recentemente la situazione sta complessivamente cambiando. Gli stessi scorci di via Roma e via Municipio oggi apparirebbero trafficati e popolati non tanto, o non solo, da palmesi quanto da stranieri, che a Palma Campania dimorano e lavorano. I giovani della cartolina, con i libri sottobraccio, non hanno più un liceo classico nel cuore del paese, ma un grande istituto d’istruzione superiore che offre molti indirizzi formativi. La nuova scuola, sorta in periferia, è raggiungibile soprattutto in auto, pertanto si soprattutto nei giorni di pioggia si presentano problemi di viabilità nelle ore di punta. Il monumento ai caduti, infine, è un testimone muto di sofferenze ormai lontane, di figli, mariti, padri e fratelli pianti perché morti tragicamente lontano da casa.

Nel cruciverba del 1971 manca un’immagine del Carnevale: o all’epoca la festa stava attraversando anni di scarso interesse, o non era “osservata” quanto oggi da palmesi e non. In un cruciverba attuale non mancherebbero parole come quadriglia, canzoniere, costume, maestro, cerchio comitato, focarone di Sant’Antuono. Ecco, focarone e Sant’Antuono: in questo scorcio d’anno si può dire che in fondo manca veramente poco al 17 gennaio. L’anno che verrà porterà subito un altro ciclo di feste e tradizioni che scandiranno la vita delle comunità.

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