Attualita'

UN’INNOCENTE RAGAZZINA

In memoria di Anne Frank

 

Napoli, 27 Gennaio – Ciascuno sa, oramai, che il ventisette gennaio è da vent’anni la giornata in cui si ricorda lo sterminio degli Ebrei (la Shoah), costituente il frutto delle pulsioni pazzoidi che, nel corso degli anni Trenta, han preso stanza nella mente di Adolf Hitler e Benito Mussolini.

L’entrata in vigore, l’11 novembre 1938, delle leggi razziali ha determinato un progressivo tramonto dell’idea di umanità: difatti, era maturata nella popolazione l’idea che il “semita” costituisse un pericolo per il progresso nazionale, dunque si rendeva necessario escluderlo totalmente dalla vita sociale.

Ciò, com’è noto, ha avuto notevoli risvolti anche sul sistema d’istruzione, dal momento che – conformemente al disposto delle leggi sunnominate – ai bambini di origine ebraica veniva negato finanche il diritto di frequentare le lezioni. Rivedendo, nei giorni scorsi, lo sceneggiato Rai “Mi ricordo Anna Frank“, m’è rimasta impressa la scena in cui Hanneli Goslar, amica della protagonista, chiede a Miep Gies, allora segretaria del signor Otto Frank – cui va il merito di aver recuperato le pagine del “Diario” -, il motivo per cui Anna non fosse andata a scuola quel dì. La dolcissima Miep si vede costretta, suo malgrado, a mentire, dicendo alla fanciulla che la fidata compagna era dovuta partire (quando, in realtà, si era già stabilita con la famiglia ed i Van Daan nell’Alloggio Segreto), aggiungendo che gliene avrebbe comunicato il “nuovo indirizzo”.

Anna, assistendo alla scena dalla finestra, non nasconde le lacrime: vorrebbe chiamare Hanneli a gran voce, ma non può permettersi di far rumore, pena l’arresto (poi comunque avvenuto il 4 agosto 1944, alle dieci in punto). Nonostante la sua bravura e, soprattutto, la sua costante voglia di apprendere, ella non può più andare a scuola, né alle giostre, perché è “Ebrea”!

Diversamente da Anna, come – ohi noi! – è agevole constatare, molti giovani d’oggi non si appassionano affatto alla lettura ed alla scrittura, preferendo trascorrere la maggior parte del proprio tempo dinanzi ad uno schermo: se, da un lato, ciò può esser d’aiuto alla loro formazione (giacché, senza l’ausilio delle nuove tecnologie, è difficile oggigiorno comunicare), dall’altro può rappresentare un grave danno sotto il profilo dei rapporti interpersonali, anche a fronte del sempre più frequente fenomeno del bullismo da tastiera (noto altrimenti come “cyberbullismo”), il quale rende la scrittura un’arma per assestare al prossimo dei colpi suscettibili di lederne in maniera significativa la dignità.

Quest’oggi, dunque, si intende celebrare la sconfitta del criminale disegno del Duce e del Führer, rinnovando il costante impegno contro l’antisemitismo, l’intolleranza ed ogni altra condotta discriminatoria od aggressiva.

Il primo passo da fare è ricordare quanto chi ci ha preceduto è stato costretto a patire: l’ignoranza del passato, infatti, non è d’aiuto alla costruzione di un futuro migliore.

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