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UN MESE CRUDELE

Considerazioni sull’atmosfera regnante a Praja a Mare nel mese di agosto, ricordando anche mio padre Tullio (3 maggio 1941 – 11 settembre 2012)

Praja a Mare, 16 Agosto – Mettendo un po’ di ordine tra i libri di narrativa lasciati qui in Calabria dal mio compianto padre (alla cui memoria intendo dedicare questa riflessione), m’è capitato sottomano un capolavoro di Daniele Nepi, dal titolo “Agosto è il mese più crudele”.

Guardandone la copertina e leggiucchiandone nuovamente – si badi, a distanza di anni – un passo, i miei neuroni si sono improvvisamente attivati: il mese corrente, specie se trascorso in quel di Praja a Mare, può assumere d’emblée evidenti caratteri di crudeltà. La ragione? Un po’ di pazienza e ve la spiego.

Negli anni addietro, quando il Sars-CoV-2 era ancora ignoto agli scienziati, ho sempre cercato di fuggire dall’Alta Calabria e di rifugiarmi in qualche capitale Europea con l’intento di concedermi una recollection in tranquillity (espressione di William Wordsworth ch’io preferisco rendere in Italiano con “immersione nella tranquillità” , anche se la traduzione letterale sarebbe “memoria della tranquillità”; ma io…..ne ho una concezione leggermente diversa rispetto al noto poeta Inglese!): i paesaggi della Germania, l’aria salubre della Campagna Inglese (countryside) ed i panorami mozzafiato dell’Irlanda sono da sempre i luoghi da me prediletti, ove torno sempre ben volentieri per avere un po’ di serenità e trovare l’ispirazione giusta per portare a termine i miei lavori.

Quest’anno, ohimè, è andata così: eccoci, dunque, nuovamente nel Cosentino, dove i panorami sono stupendi e la balneazione può dirsi abbastanza sicura, eccezion fatta per qualche pomeriggio in cui, una volta immerso, trovo un po’ di sporcizia; tuttavia, cotanta bellezza viene mandata a rotoli dalla presenza in paese di gente per nulla raccomandabile, in quanto carente di quel senso del rispetto che oggigiorno è altamente necessario, anche per prevenire l’ulteriore diffusione del Covid-19.

La cosa, com’è noto, va avanti da anni: le spiagge Prajesi, nel periodo agostano, brulicano di persone completamente prive di ogni ritegno, le quali si comportano come se si trovassero in casa propria: insomma, per questi emeriti cafoni…..il Prossimo potrebbe anche crepare!

Ma quale tranquillità! In tempi sì duri non è neanche possibile dedicarsi in santa pace ad una lettura di piacere a due passi dal mare: fumo, schiamazzi ed urla lo precludono, a meno che non ci si munisca di cuffiette od altri dispositivi adatti ad isolarti da quel vero e proprio “mercato”.

Mio padre, al fine di vivere un momento di relax, era solito recarsi in spiaggia subito dopo pranzo: coloro cui ho avuto il piacere di presentarlo lo ricordano ancora come “quello con la sedia da regista, che, in riva al mare, trascorreva le ore a leggere”. 

Ed è proprio grazie ad una sua iniziativa che, a partire dal 2007 (ricordo bene? Lo spero!), sono iniziate le nostre “fughe” da Praja: infatti, fino al compimento dei sedici anni, ero solito recarmi con i miei genitori alle falde delle Alpi, perlopiù in Trentino ed Alto Adige.

Dopodiché, sempre grazie all’aiuto ed agli incoraggiamenti di Papà e Mamma, ho deciso di allontanarmi dal mio Paese natio per far nuove conoscenze e, soprattutto, per l’apprendimento delle lingue: quando passo il tempo ad imparar qualcosa……trovo sempre la tanto ambita tranquillità.

Tuttavia, considerato il momento critico che stiamo vivendo, devo anche ritenermi fortunato: come potete ben vedere…….sto ancora qua, nonostante la celere propagazione del virus e le sue evidenti potenzialità letali. Come potete ben vedere, la prudenza non è mai troppa: infatti, a prescindere dal contenuto delle ordinanze varate dai Comuni, mi premuro d’indossare la mascherina anche all’aperto, al fine di garantire l’incolumità degli altri consociati. Questo è un altro dei (tanti) saggi insegnamenti che mi ha trasmesso mio padre, dunque colgo l’occasione per ringraziarlo pubblicamente e, al tempo stesso, per ammonire le turbe d’imbecilli presenti sul territorio nazionale ad attenersi scrupolosamente alle norme di sicurezza: dobbiamo lottare strenuamente per far sì che non scatti un nuovo lockdown, fatto senz’altro deleterio per il futuro dei nostri giovani.

 

 

Adriano Spagnuolo Vigorita 

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