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Somma Vesuviana si prepara alla tre giorni forte della Festa della Montagna

Eventi in località Castello ed anche sui versanti di montagna tra paranze, canti popolari, buon cibo. Dall’1 al 3 Maggio paranze di canto popolare, percorsi naturalistici con salita alla cima del Monte Somma.

Somma Vesuviana, 16 Aprile – L’1 Maggio e il 3 Maggio sarà un incrocio di canti in montagna. Ma anche di luci e di torce. “L’Amministrazione guidata dal sindaco Salvatore Di Sarno, sta puntando alla grande promozione del patrimonio culturale del territorio. Attesi turisti stranieri e da tutto il Sud Italia per la tre giorni in Montagna dall’1 al 3 Maggio per la Festa della Montagna che vedrà il suono delle numerose paranze di canto popolare. Siamo in presenza di un’altra, grande tradizione secolare legata al culto della Madonna di Castello, zona alta di Somma Vesuviana, nel Parco Nazionale del Vesuvio. La Festa, quest’anno, ha avuto inizio il 6 Aprile, ma tra l’1 e il 3 Maggio avremo la parte più intensa, quando le tante paranze saliranno alla Cima del Monte Somma con il canto popolare tradizionale e il ballo. Dalle prime ore dell’alba sia dell’1 Maggio ma anche del 3 Maggio, la popolazione inizierà il pellegrinaggio verso la vetta estrema del Monte Somma. Lungo il percorso ci sono cappelle e si sarà parte coinvolgente dei canti tradizionali. Si vedranno paranze in più versanti della Montagna e il canto si sentirà anche nell’aria, in modo particolare nella zona del Santuario mariano di Santa Maria delle Grazie a Castello. Ricordo, inoltre che Somma Vesuviana è ricca di grande ristorazione e tradizione culinaria, anche in Montagna. Dunque ci sono tutti i requisiti per vivere tre giorni davvero meravigliosi sul nostro territorio”. Lo ha affermato Rosalinda Perna, Assessore agli Eventi del Comune di Somma Vesuviana.

Tutto nasce dall’eruzione del 1631! Una grande storia. Dalla cima del Monte Somma, lo scenario unico su tutto il Vesuvio, Penisola Sorrentina, Golfo di Napoli, farà da sfondo a canti popolari, balli di tradizione. “Nel 1631 un’eruzione potente del Vesuvio distrusse parte del paese di Somma Vesuviana e anche la cappella dove era la statua della Madonna di Castello. Tutta la popolazione avviò una ricerca capillare, anche notturna con l’accensione di torce, al fine di ritrovare la statua della quale venne riportata alla luce la testa. Il Sabato dopo Pasqua la testa della Madonna venne riposizionata e da allora ha avuto inizio una delle più belle tradizioni popolari del territorio. Oggi la Madonna di Castello è nel Santuario Mariano di Santa Maria delle Grazie, in località Castello, sul Monte Somma. Una tradizione, oggi, accompagnata anche dal canto che ha radici antiche e forse millenarie antecedenti all’epoca cristiuana, ma che nel tempo ha sempre più raccontato il territorio, la devozione mariana, la prosperità, il patrimonio agricolo. Ogni anno, il primo Sabato dopo Pasqua è Sabato dei Fuochi e la Festa – ha affermato Rosalinda Perna, Assessore alla Cultura del Comune di Somma Vesuviana – denominata anche come Festa della Montagna, termina il 3 Maggio. E’ un evento che vede “capitale” del territorio Somma Vesuviana, ma allo stesso tempo anche la partecipazione delle genti di tutti i borghi pedemontani del Monte Somma. Una tradizione secolare in ricordo di quanto accadde, di sera, in più punti, vengono accesi anche dei falò, mentre le paranze di ritorno dal Ciglio del Monte Somma, fanno luce nel buio con numerose torce, a ricordo di quanto accadde nel 1631. In questi giorni abbiamo avuto le paranze di Brusciano, Pomigliano, Marigliano. Il 3 Maggio ci sarà la salita alla Montagna con tutte le paranze di canto popolare”.

Dunque un vero trionfo di suoni, colori, profumi e paesaggi, tra riti religiosi, falò, canto popolare dal vivo, sorrisi, accoglienza, devozione, buon cibo. Non è escluso il Servizio di Navetta bus con collegamenti da Piazza Vittorio Emanuele III. “E’ fondamentale annunciare, in particolare per coloro i quali verranno da fuori Somma Vesuviana, che è possibile raggiungere il paese situato a 18 Km da Napoli e non distante da Pompei ha dichiarato Rosanna Raia, Assessore ai Trasporti del Comune di Somma Vesuviana – tramite treno con la linea ferroviaria Napoli – Ottaviano – Sarno e scendere a Somma Vesuviana centro. Oppure è possibile raggiungere Somma, mediante autostrada per immettersi sulla 162 e sulla superstrada 268 con uscita a Somma Vesuviana centro. Stiamo lavorando alla messa in campo di linee bus da Piazza Vittorio Emanuele III a Castello e viceversa dalla zona di Castello, area Santuario, a Piazza Vittorio Emanuele III. Piazza Vittorio Emanuele III dista circa 300 metri dalla Stazione della Circumvesuviana e 2,5 Km dall’uscita della superstrada. Al più presto daremo notizie in merito al servizio navetta che vorremmo riconfermare con la partenza di un bus ogni 30 minuti da Piazza Vittorio Emanuele III a partire dalle ore 8 e ininterrottamente fino alle ore 20”.

Il 3 Maggio sera, le paranze scenderanno dalla Montagna con carri allegorici, canti, tammurriate e la famosa pertica da donare alla donna amata. Miti e leggende. La fronna, forma di canto senza accompagnamento strumentale. “La festa in onore della Madonna di Castello, che ha inizio il Sabato in Albis e si conclude il tre maggio, è caratterizzata dalle tradizionali paranze: sono compagnie di devoti accompagnate da gruppi di suonatori. Tutto è incentrato sul canto, una delle tante meraviglie che la natura ha offerto all’uomo, e se questo canto, poi, è rivolto a una bella figliola allora tutto si tramuta in fuoco e passione. Il fuoco che illumina durante le notti di maggio il Sacro Monte avvolto in miti e leggende e la passione che, invece  ha dichiarato Alessandro Masulli, Direttore dell’Archivio Storico del Comune di Somma Vesuviana –si trasforma in una dolce melodia che da sempre il solito cantatore con il coro dei devoti improvvisa sul sagrato della chiesetta sotto il sorriso della Mamma pacchiana. Un canto che viene da lontano, sillabico, la cui melodia è costruita sulla scala maggiore napoletana con suoni prolungati e fioriti. Un infinito canto d’amore che a maggio si sparge tra le valli profumate di ginestre e arriva pian piano sotto la finestra della donna amata con il consueto dono della pertica.

Tra i canti del mondo contadino una particolare attenzione è rivolta anche alla fronna, una forma di canto senza accompagnamento strumentale, una sorta di recitativo operistico, che i contadini usavano per comunicare tra loro a grandi distanze, portando la mano alla guancia per amplificare il suono. La fronna rimane, però, una tipica forma di canto che precede ancora oggi lo svolgimento della tammurriata, viene eseguita da un cantore solista che accompagna il suo gruppo fino al sagrato della chiesa, esaltando la devozione nei confronti di una delle Madonne più invocata del territorio”.

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