Saviano, 9 Aprile – L’opera è stata gradita dal pubblico che ne ha decretato il successo; in fondo cosa si fa pur di sopravvivere! Attimi di distensione, comicità, ironia a teatro: non è mancato un momento di considerazione. Tante tematiche vengono da questo spettacolo oggetto di svariati dibattiti. Prima dello spettacolo sono intervenuti il Sindaco di Saviano, Simonelli per un saluto ai presenti e il direttore del teatro Giovanni Palladoro.
Era presente, in platea, il Sindaco di Somma Vesuviana, Salvatore Di Sarno e un Assessore dello stesso Comune, Rosalinda Perna. Consenso di pubblico per un testo divertente, ricco di equivoci. Si tratta di un’opera proposta, di recente, dal gruppo teatrale “Summa Villa” in “Ch’sadda fa pè Campà” di Domenico e Massimo Canzano per la regia di Maria Acanfora. La commedia è ambientata a Napoli nel dopoguerra del secondo conflitto mondiale, e come testimoniano le pareti mancanti, in alcuni punti d’intonaco; la miseria si fa sentire e la gente si aggrappa a ogni idea folle, assurda per sopravvivere.
Nel basso d’abitazione vivono una coppia, marito e moglie, con due opposte tesi per andare avanti: una è quella della dignità anche nella miseria, l’altra decisamente opposta. Hanno due figli e si alzano la mattina tardi, svogliati e non affatto motivati. La guerra volge al termine con l’arrivo degli alleati; un’occasione anche per il malaffare. È l’ipotesi teatrale: truffare qualche soldato americano. L’idea folle viene al padrone di casa, in disaccordo palese con sua moglie che non deve, nelle sue intenzioni, neppure percepire quanto sta accadendo. Quest’ultima crede a vecchie superstizioni e va spesso a consulto con una medium o meglio con chi si professa tale.
La comicità e ironia è assicurata: in una situazione irreale, dove i due figli di casa devono far un corso accelerato di travestimento con abiti da donna, sono in qualche modo costretti, per metter in azione il loro “ piano di sopravivenza”. A questo punto del racconto scenico entra in scena una sorta di maestro di questa strategia. È quest’ultimo un personaggio che si veste con abiti sgargianti e parrucca di nome Tattà interpretato da Gennaro Sodano; si scoprirà alla fine che non è quanto dimostrato.
Un vero e proprio colpo di scena, ognuno dei personaggi non è quello che dice di essere; i personaggi si renderanno conto di viver in un contesto falsificato, forse non del tutto consono alla dignità umana; in un riappropriarsi della verità, si salva solo la padrona di casa se si vuole. Solo un’eccessiva, di quest’ultima, mancanza di razionalità; nella miseria tutto sembra un punto sul quale ripartire.
Completano il quadro degli attori che meritano citazione: Rolando Manzo, Mira Aliperta, Sasà Duraccio, Elisabetta Allocca, Carmine Peluso, Emanuele Della Rocca, Enzo Manzo, Angela Di Monda, Nunzia Manzo, Psquale Coppola, Rosa Raia e infine Chiara Paone. Dopo lo spettacolo, l’intero cast teatrale è sceso in platea per guardare dei messaggi di approvazione e complimenti, non solo per l’opera portata in scena ma di omaggio alla propria terra, con vocazione agricola trasmessa da personalità con dei monitor posti ai lati del palcoscenico. Si tratta di un progetto: Parteciperà un noto giornalista, cantante, proveniente dal Brasile. Inoltre è stato presentato un video con Alessandro Lopez, fratello di Massimo; un video per annunciare il cortometraggio al quale parteciperà la stessa regista del gruppo teatrale, Acanfora, per la regia di Marco Zollo e Brunella Alberini sull’argomento cultura e tradizione, “Hay love my Life”. Prossimamente a Roma come a Somma V.
Antonio Romano
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