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Omicidio Angelo Vassallo, nove indagati anche un colonnello per la morte del Sindaco pescatore

Napoli, 28 Luglio – Una svolta nell’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore,  ucciso a colpi di arma da fuoco (con nove colpi di una Tanfoglio 9×21), la notte del 5 settembre 2010, ad Acciaroli, una frazione di Pollica, mentre rincasava a bordo della sua auto. Le nuove indagini, spiega il procuratore della Repubblica di Salerno Giuseppe Borrelli, riguardano anche “lo svolgimento e le reali finalità” di una serie di attività investigative messe in atto subito dopo il delitto, e senza delega da parte della competente Procura salernitana, “che ebbero quale effetto quello di indirizzare le investigazioni nei confronti di soggetti risultati poi del tutto estranei all’omicidio”.  

Omicidio e associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga: sono i reati su cui indagano i carabinieri del Ros di Roma e quelli di Salerno e che sono alla base di un decreto di perquisizione nei confronti di nove indagati a vario titolo coinvolti nell’uccisione di Angelo Vassallo.

Ci sono anche un colonnello dei carabinieri e un ex carabiniere tra i nove indagati dell’inchiesta della procura di Salerno : si tratta, secondo quanto trapela dal riserbo degli inquirenti, del colonnello Fabio Cagnazzo e dell’ex carabiniere Lazzaro Cioffi, che era già indagato per il delitto ed è stato di recente condannato a 15 anni di carcere per concorso esterno in traffico internazionale di droga e altri reati. Sottufficiale, Cioffi per lungo tempo è stato collaboratore di Cagnazzo, che all’epoca dei fatti era comandante provinciale dell’Arma di Frosinone e di recente condannato in primo grado per i suoi rapporti con i trafficanti di droga del Parco Verde di Caivano.

La linea sulla quale si muove la Procura è che il sindaco sia stato ucciso per impedirgli di denunciare un traffico di droga che lui aveva scoperto e che aveva come terminale il porto di Acciaroli.

D’altro canto, aggiunge Borrelli, il decreto di perquisizione si basa su “una parte degli elementi raccolti in più di un decennio di attività investigative svolte dalla procura di Salerno fin dall’indomani del delitto. Indagini che hanno beneficiato, peraltro, di un proficuo collegamento investigativo con la Direzione distrettuale antimafia di Napoli”. Un collegamento che ha consentito di utilizzare i risultati di attività tecniche svolte dalla Dda napoletana nell’ambito di altre inchieste.  Le indagini vertono anche sui clamorosi depistaggi che per tutto questo tempo hanno impedito di fare luce sul delitto .

Il procuratore della Repubblica di Salerno precisa che le ultime ipotesi investigative sono “suscettibili di ulteriore verifica nel corso del procedimento, anche alla luce delle complessive acquisizioni probatorie, tutt’ora coperte da segreto investigativo”. 

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